In anteprima al Torino Film Festival e prossimamente al cinema con Europictures, Quasi Grazia si presenta come un adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Marcello Fois, incentrato su Grazia Deledda, scrittrice sarda e prima – finora unica – donna italiana insignita del Premio Nobel per la Letteratura.
Diretto da Peter Marcias, si sviluppa attorno a tre episodi distinti, tratti dalla parte finale della vita dell’autrice, proponendo una narrazione che intreccia aspetti biografici, relazionali e simbolici. La protagonista è interpretata da Laura Morante da adulta e Irene Maiorino da giovane, affiancata da Ivana Monti, Monica Demuru, Roberto Citran, Roberto De Francesco, Stefano Mereu, Gala Zohar Martinucci ed Enrichetta Ranieri Martinotti.

Tre momenti, una traiettoria
La sceneggiatura del film Quasi Grazia, firmata dallo stesso Marcias, si struttura su tre capitoli: il primo ruota attorno all’arrivo inaspettato della madre di Deledda da Nuoro; il secondo si svolge nelle ore precedenti all’annuncio del Nobel; il terzo si concentra su un colloquio tra la scrittrice e un medico, in cui viene affrontata una diagnosi di malattia.
Questi tre snodi narrativi non vengono messi in relazione con la produzione letteraria in modo diretto, ma costituiscono piuttosto una selezione di episodi emblematici che toccano dinamiche familiari, riconoscimento pubblico e vulnerabilità fisica. La costruzione segue una logica temporale non lineare, nella quale lo spettatore è invitato a osservare la protagonista attraverso un insieme di situazioni intime e relazioni quotidiane.
Una figura tra centro e margine
Grazia Deledda, nel contesto del film Quasi Grazia, è raffigurata come una donna inserita in una rete di tensioni sociali, culturali e geografiche. Originaria della Barbagia, si è affermata in un sistema letterario nazionale e internazionale da cui proveniva storicamente esclusa. Questa condizione viene ripresa nel film non solo a livello biografico ma anche attraverso i rapporti con i personaggi secondari, che riflettono le pressioni, gli ostacoli e le aspettative nei confronti del ruolo femminile nella società del tempo.
La narrazione non attribuisce risposte univoche, ma mostra la protagonista in situazioni in cui si alternano osservazione, silenzio, dialogo e confronto. Non vengono proposti tratti idealizzati, ma rappresentazioni di una soggettività in relazione costante con le regole, i vincoli e le libertà possibili all’interno del contesto storico.

Relazioni e dinamiche interpersonali
Il film Quasi Grazia costruisce le sue dinamiche attorno a una serie di relazioni, ciascuna portatrice di un diverso tipo di frizione o affinità. La madre (interpretata da Ivana Monti) riporta con sé elementi della Sardegna tradizionale. Altre figure femminili, come quella di Monica Demuru, sono legate ai luoghi dell’intimità e della quotidianità. Il medico, interpretato da Roberto Citran, compare in una scena in cui il linguaggio assume un ruolo delicato: si tratta di comunicare qualcosa di potenzialmente definitivo, mantenendo però una dimensione umana.
Gli altri personaggi si inseriscono nel racconto come voci che contribuiscono a delineare l’ambiente familiare, culturale e simbolico in cui si muove Deledda. Le interazioni non seguono uno schema gerarchico rigido, ma vengono presentate come parte di una rete di sguardi, contatti e interferenze che compongono la sua esperienza.
Scrittura e riconoscimento
Uno dei temi che attraversa i tre momenti selezionati è la scrittura come attività soggetta a limiti esterni e come forma di identità personale. La professione di Deledda non è esplicitamente tematizzata come carriera, ma emerge costantemente come presenza di fondo: scrivere, nel suo caso, sembra coincidere con il fatto stesso di prendere parola in un contesto che tendeva a limitarla.
La ricezione del Premio Nobel, evento collocato in un momento di passaggio, è inserita nel film Quasi Grazia come snodo emblematico del rapporto tra l’autrice e il riconoscimento istituzionale. La scena non mostra il premio, ma le ore che lo precedono, suggerendo una distanza tra il fatto pubblico e la dimensione soggettiva. Il lungometraggio non propone interpretazioni storiche o giudizi critici, ma segnala il valore narrativo di quel momento come cesura e come sospensione.

Tra memoria e contemporaneità
Secondo quanto dichiarato dal regista Peter Marcias nelle note stampa, l’interesse nei confronti di Grazia Deledda si lega anche a una riflessione sulle trasformazioni nel rapporto tra donne e letteratura, e più in generale sulle questioni di rappresentazione e visibilità femminile nel tempo. Il film, pur ambientato nel passato, non esclude collegamenti possibili con il presente.
Il progetto si inserisce nel percorso di Marcias, già autore di documentari dedicati a figure femminili come Liliana Cavani, Piera Degli Esposti e Nilde Iotti, e appare coerente con una filmografia che ha spesso affrontato temi artistici e sociali attraverso linguaggi ibridi tra finzione e realtà.
Un ritratto parziale, costruito per sottrazione
Il titolo del film, Quasi Grazia, si presenta come un segnale di ambiguità e apertura. L’avverbio “quasi” sembra alludere a un ritratto incompleto, volutamente parziale, che non punta alla definizione definitiva ma alla messa in discussione dell’immagine storica. La Grazia che il film presenta non è costruita come simbolo o archetipo, ma come figura attraversata da tensioni, rapporti e soglie.
Nel complesso, Quasi Grazia propone un percorso narrativo che si concentra su momenti minimi e dialoghi misurati, evitando spiegazioni o sintesi. Si tratta di un film che adopera la biografia non come celebrazione, ma come strumento per osservare alcune condizioni storiche, sociali e relazionali che hanno accompagnato il percorso di un’autrice il cui nome continua oggi a essere associato a domande sulla visibilità, sul riconoscimento e sul valore della parola scritta.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Quasi Grazia può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

Filmografia
Quasi Grazia
Biografico - Italia, Francia 2025 - durata 80’
Regia: Peter Marcias
Con Laura Morante, Irene Maiorino, Ivana Monti, Monica Demuru, Roberto De Francesco, Stefano Mereu

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