Nel fitto panorama dei thriller televisivi a basso budget, il film La mia doppia vita, trasmesso da Tv8 il 7 luglio e prodotto da Lifetime, tenta l’azzardo: una trama da soap anni ‘90 impastata con le ambizioni di un giallo familiare, un cast giovane e accattivante, e un titolo che promette mistero. Ma il film, diretto a un pubblico affezionato alla tensione domestica e alle doppiezze sentimentali, finisce per mostrare più contraddizioni che colpi di scena riusciti. Eppure, nel caos narrativo, riesce a sollevare alcuni temi interessanti, soprattutto se si osservano con attenzione i suoi personaggi principali e l’evoluzione del racconto.

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La mia doppia vita (2024) scena

Inganni, piani criminali e segreti di famiglia

Nel film di Tv8 La mia doppia vita, Brooke (Kabby Borders) è una hostess di volo all’apparenza affascinante e affettuosa, ma dietro il suo sorriso si nasconde una verità inconfessabile: è sposata con due uomini contemporaneamente. Da un lato Stefan (Britton Webb), amore adolescenziale con ambizioni da imprenditore notturno e pochi scrupoli. Dall’altro Dane (Jon Briddell), ricco e maturo uomo d’affari che sembra aver trovato in Brooke una nuova speranza di felicità dopo la morte della moglie. Ma il matrimonio con Dane non è che una truffa pianificata da Brooke e Stefan per derubarlo.


Il problema è che nella vita di Dane c’è Eliza (Isabelle Almoyan), la figlia ventenne che non crede alla recita della matrigna improvvisata. Eliza non solo sospetta qualcosa, ma inizia a scavare nel passato e a scoprire che la morte di sua madre Maureen (che si scoprirà non essere la sua vera madre) è legata a un omicidio e a una rete più ampia di segreti.


In un crescendo di tensione, vendette personali e rivelazioni familiari, Brooke si troverà divisa tra il piano criminoso e i sensi di colpa, tra l’amore tossico di Stefan e la possibilità di una nuova vita. La situazione degenera quando Brooke scopre di essere incinta (proprio di Dane) e Stefan reagisce con minacce e ricatti. Il confronto finale sarà violento e decisivo.


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Archetipi al limite della parodia

Brooke è forse la figura più interessante, ma anche la più frustrante del film di Tv8 La mia doppia vita. Avrebbe potuto essere una femme fatale moderna, invece è spesso ritratta come una pedina passiva, guidata da uomini che manipolano le sue scelte. Il suo arco narrativo, da truffatrice indecisa a madre redenta, manca di coerenza, ma lascia intravedere un potenziale sprecato.


Stefan, il secondo marito, è il villain con il fascino corrotto, ma privo di spessore. Passa da amante a carnefice con una rapidità narrativa che sfiora l’involontario comico. In lui il film concentra la mascolinità tossica e la cupidigia sfrenata, ma senza mai approfondire le motivazioni.


Eliza è la vera protagonista in ombra. Da figlia diffidente a detective improvvisata, ha il ruolo dell’eroina che smaschera tutto, ma la scrittura non la sostiene: le sue azioni spesso sembrano più funzionali alla trama che coerenti col personaggio. Interessante il ribaltamento identitario: la scoperta che Carly, e non Maureen, è la sua vera madre, aggiunge una sfumatura interessante sul tema della verità e delle origini.

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La mia doppia vita (2024) scena

Maternità, inganno e riscatto

Sotto l’aspetto da thriller sensazionalistico, il film di Tv8 La mia doppia vita affronta temi tutt’altro che leggeri. La maternità è centrale: Brooke che scopre di essere incinta, Carly che ha rinunciato alla figlia per senso del dovere, Maureen che ha cresciuto una figlia non sua. Tutti i personaggi femminili ruotano intorno a questa tensione tra maternità biologica e maternità scelta.


Altro tema chiave è il doppio: la doppia vita sentimentale di Brooke, la doppia identità familiare di Eliza, le doppie facce dei personaggi. Il film cerca, con risultati altalenanti, di riflettere sul confine tra verità e finzione, tra amore e interesse, tra colpa e redenzione.

Il finale spiegato

L’apice del film di Tv8 La mia doppia vita arriva con Eliza rinchiusa nel seminterrato del night club di Stefan, dove era andata per confrontarsi direttamente con lui. A salvarla sarà Brooke, che ha finalmente aperto gli occhi sulla violenza e l’avidità di Stefan. In un gesto risolutivo, lo colpisce e libera Eliza. Arrivano anche Carly e Dane, e la famiglia, per quanto riformulata, si ricompone.


Il film si chiude con una scena di brunch apparentemente idilliaca: Brooke madre, Dane padre felice, Eliza e Carly finalmente unite dalla verità. Ma questo lieto fine ha un retrogusto amaro: le troppe incongruenze, le trame lasciate in sospeso (che fine fa il barista assassino?), e la rapidità con cui tutto si sistema minano l’impatto emotivo. Brooke ha davvero espiato le sue colpe? Stefan è davvero fuori gioco? Lo spettatore resta con più domande che risposte.


La mia doppia vita
è un film ambizioso per i suoi mezzi, ma incerto nei toni. Vorrebbe essere un thriller psicologico, ma si perde in svolte telenovelistiche e caratterizzazioni superficiali. Ciò che resta è un prodotto disordinato ma curioso, in cui emergono spunti validi (come la riflessione sulla maternità e sull’identità) immersi però in una sceneggiatura che non sa quale strada prendere.


Per un pubblico abituato ai drammi di Lifetime, può essere un guilty pleasure. Per chi cerca una narrazione coerente e personaggi tridimensionali, sarà un’occasione mancata. Ma forse anche il caos può avere il suo fascino.

Filmografia

locandina La mia doppia vita

La mia doppia vita

Thriller - USA 2024 - durata 86’

Titolo originale: My Two Husbands

Regia: Jeff Hare

Con Isabelle Almoyan, Kabby Borders, Jon Briddell, Muretta Moss, Britton Webb, Kristen Grace Gonzalez