Forse Tom Cruise e Brad Pitt stanno giocando la stessa partita in termini di resistenza al tempo e di persistenza immaginifica nel sistema produttivo hollywoodiano contemporaneo. Magari lo fanno con modi diversi. Se Cruise porta avanti da anni una sua visione superomistica e filosofica che sembra congelarlo in un eterno ritorno di performance cartoonesche e ossessioni new age, Pitt appare più tardo-romantico e pacificato nel connettersi a una tradizione classica di eroe individualista che sbircia il proprio crepuscolo procrastinandolo a suon di charme old school e ultimi (?) vorticosi giri a velocità massima. Il paragone tra le due star è poi qui rafforzato dalla presenza dietro la macchina da presa del Joseph Kosinski di Oblivion e Top Gun: Maverick, il regista più cruisiano dopo Christopher McQuarrie, ossessionato da design, velocità e prodotto di intrattenimento hi tech (ma attenzione anche al netflixiano Spiderhead, una sorta di trattatello esistenzialista e cibernetico su libero arbitrio e tecnologia).

Il Sonny Hayes di F1 - Il film - titolo che brandizza l’automobilismo in una potenziale zona fluida tra spot, cinema e videogame a cui l’estetica di Kosinski non si sottrae - è un personaggio perfettamente costruito sullo status quo di Pitt, qui anche produttore, inevitabilmente. Hayes è un pilota cinquantenne che viene dai “suoi” anni 90 - quelli delle VHS e degli incidenti mortali, ci ricordano i flashback del personaggio - per l’ultima grande chance di rincorrere la gloria, recuperare il talento sprecato e insegnare al giovane e presuntuoso compagno di scuderia Pearce (Damson Idris), un figlio del XXI secolo e quindi “prigioniero” della sua immagine pubblica e dei social, come si vive la vita e lo sport, al costo di mettere dentro tutto e rischiare tutto. A Pitt bastano i primi piani statuari, le linee di dialogo taglienti che sanno di esperienza ed eroica esibizione di grandezza e fallimento, più lo sfoggio di qualche cicatrice, per aggiornare il prototipo di Steve McQueen e Kevin Costner e permettere di riflesso ai suoi co-protagonisti di vivere i loro legittimi e contagiosi momenti di gloria ed emozione (Kerry Condon e Javier Bardem su tutti).

Mentre Kosinski, da parte sua, conferma ancora una volta di essere l’unico degno erede ipercinetico di Tony Scott, confezionando i suoi giorni di tuono tra traiettorie impossibili, incidenti rocamboleschi, soundtrack elettronica, Whole Lotta Love dei Led Zeppelin in apertura e sceneggiatura basica. Il sapore è quello dei film semplici, lisci e popolari dei tempi andati, con sprazzi visivamente allucinatori e sfumature umaniste che ancora una volta potrebbero farci intravedere in Kosinski un cineasta forse migliore di quel che crede di essere. Dietro ogni possibile giudizio critico, c’è una questione cruciale che riguarda lo spettacolo contemporaneo: scovare negli interstizi del prodotto di consumo quel conflitto ancora vivo tra passato e futuro, analogico e digitale, pensiero e azione. Oppure provare a inseguire, ostinatamente e magari, sì, anche maldestramente, uno dei principali miracoli del cinema: filmare (e fermare) per una volta ancora, o magari per sempre, il movimento e la luce.
Il film
F1 - Il film
Azione - USA 2025 - durata 156’
Titolo originale: F1 - The Movie
Regia: Joseph Kosinski
Con Brad Pitt, Damson Idris, Kerry Condon, Tobias Menzies, Kim Bodnia, Javier Bardem
Al cinema: Uscita in Italia il 26/06/2025
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