Nel cinema horror contemporaneo, la claustrofobia è un’arma potente ma sono pochi i film che riescono a usarla come You’ll Never Find Me - Nessuna via d’uscita, opera prima dei registi australiani Josiah Allen e Indianna Bell, capace di ridurre il mondo a quattro pareti e due volti, eppure farci sentire in trappola come topi nella nebbia. Un film compatto, incalzante, costruito sulla tensione che nasce dal non sapere mai di chi fidarsi e che affida ogni grammo della sua riuscita al talento degli interpreti e alla precisione millimetrica della messa in scena. Al cinema dal 17 luglio con FilmClub Distribuzione.

Jordan Cowan
You'll Never Find Me - Nessuna via d'uscita (2023) Jordan Cowan

Una pioggia che non lava via nulla

Una notte tempestosa. Una casa mobile isolata in un parco desolato alla periferia di Adelaide. Un uomo di mezza età, solitario e schivo (Brendan Rock), si rifugia dal maltempo. Al suo camper bussa una donna bagnata fradicia (Jordan Cowan), apparsa nel nulla come un’ombra nel buio. Dice di aver bisogno d’aiuto. Lui la fa entrare. Da quel momento, lo spettatore come i due personaggi resta intrappolato tra quelle pareti di metallo che scricchiolano, tra conversazioni zeppe di pause, sguardi obliqui e parole a metà.


Il tempo nel film You’ll Never Find Me - Nessuna via d’uscita scorre in modo lineare, senza tagli o salti temporali. E questa scelta, anziché frenare il ritmo, diventa il suo motore. Ogni dettaglio (un gesto, una frase, una contraddizione) può cambiare radicalmente la percezione di chi abbiamo davanti. È davvero lei una vittima in cerca di rifugio? È davvero lui una figura paternalistica e inoffensiva? Chi sta manipolando chi?

Maschere e verità che non arrivano mai

Il cuore del film You’ll Never Find Me - Nessuna via d’uscita è il gioco tra i due protagonisti. E se funziona il merito è anche del lavoro fatto in fase di scrittura e prove. I registi, come dichiarato, hanno scritto la sceneggiatura pensando specificamente a Brendan Rock e Jordan Cowan, già collaboratori nel cortometraggio The Recordist. Hanno provato le scene come si fa in teatro, hanno disegnato lo spazio come fosse un palcoscenico e lo hanno attraversato più e più volte, fino a farlo diventare un’estensione dei personaggi.


Rock dà corpo a un uomo cupo, stanco, apparentemente gentile ma sempre sul filo del perturbante. Cowan, dal canto suo, è ambigua, fragile, astuta, vulnerabile e pericolosa insieme. Non si tratta solo di interpretazione: è una vera e propria danza tra predatore e preda in cui i ruoli non sono mai fissi.

Brendan Rock
You'll Never Find Me - Nessuna via d'uscita (2023) Brendan Rock

La fiducia, il controllo, la paura dell’altro

You’ll Never Find Me - Nessuna via d’uscita non è solo un film di suspense. È un film che parla apertamente della diffidenza tra uomini e donne, del bisogno disperato di contatto e del terrore che questo stesso bisogno possa essere sfruttato, manipolato, usato come arma. L’opera gioca con i codici del thriller psicologico per scavare in paure ancestrali: essere intrappolati, non essere creduti, dover sopravvivere a chi ci sta accanto.


In tempi in cui la narrativa dominante nei media ruota spesso attorno al concetto di “verità soggettiva”, sceglie un’altra strada: mostra come la verità possa essere irraggiungibile, e come il giudizio possa essere fallibile, condizionato dal bisogno di schierarsi.

L’oscurità come linguaggio

L’immagine è ipnotica, controllata, mai gratuita. Maxx Corkindale, già direttore della fotografia in produzioni internazionali come Mortal Kombat, costruisce un linguaggio visivo denso, teso, fatto di lanterne che non illuminano abbastanza, di spazi angusti dove ogni angolo nasconde un segreto. L’oscurità qui non è solo atmosfera: è trama, è significato.


La roulotte è il terzo personaggio. Sembra respirare, vibrare, reagire alla tempesta che imperversa fuori. Il sound design di Duncan Campbell rende tutto questo credibile e inquietante: ogni tuono, ogni scricchiolio, ogni colpo di vento ha una funzione narrativa precisa. Come se l’ambiente stesso stesse cercando di dire qualcosa che i personaggi non riescono a pronunciare.


A ispirare Allen e Bell sono stati film come The Witch, It Comes at Night ed Enemy, opere in cui lo spazio ristretto diventa palcoscenico della psiche. Ma il film You’ll Never Find Me - Nessuna via d’uscita fa qualcosa di ancora più rischioso: rifiuta la svolta tradizionale, l’esplosione narrativa, il twist facile. Qui tutto resta sospeso. Non c’è una rivelazione liberatoria. E tale scelta, che per qualcuno potrà sembrare frustrante, è la chiave della sua forza.


Il film non ci dice chi ha ragione, chi mente, chi è la vera minaccia. Ci chiede solo di restare lì, nella roulotte, sotto la pioggia, a decidere da soli. E questo, in un panorama cinematografico spesso gridato e iper esplicito, è un atto di coraggio.

Un debutto da tenere d’occhio

Girato con un micro-budget, in un set costruito ad hoc per risparmiare tempo e avere pieno controllo visivo, il film You’ll Never Find Me - Nessuna via d’uscita è la prova che l’ostinazione può battere la mancanza di mezzi. Allen e Bell non hanno solo scritto e diretto: hanno montato, disegnato lo storyboard, provato con gli attori, studiato ogni inquadratura. Hanno dimostrato che la creatività non nasce dalle risorse, ma dai limiti.


E, alla fine, l’unica cosa che conta davvero è questa: non sembra un film a basso budget. Sembra solo un film. Un film vero. Un film riuscito. E un segnale forte che dal cuore dell’Australia può arrivare un nuovo modo di raccontare la paura: silenzioso, teso, credibile fino all’ultima goccia di pioggia.

Filmografia

locandina You'll Never Find Me - Nessuna via d'uscita

You'll Never Find Me - Nessuna via d'uscita

Horror - Australia 2023 - durata 96’

Titolo originale: You'll Never Find Me

Regia: Josiah Allen, Indianna Bell

Con Jordan Cowan, Brendan Rock

Al cinema: Uscita in Italia il 17/07/2025