Dimenticate le romanticherie patinate del grande schermo: il film I Roses non è né una commedia sentimentale né un remake nostalgico del film del 1989 La guerra dei Roses ma un’esplorazione profonda e spietata di cosa succede quando l’amore diventa terreno di battaglia. Diretto da Jay Roach e scritto dall’irriverente Tony McNamara, il “reimagining” dell’opera di Warren Adler ci catapulta in un matrimonio apparentemente da vetrina, pronto a esplodere in mille schegge di sarcasmo e dolore. Dal 27 agosto al cinema grazie a Disney Italia.

Benedict Cumberbatch, Olivia Colman
I Roses (2025) Benedict Cumberbatch, Olivia Colman

La tempesta sotto la superficie

Ivy (Olivia Colman) e Theo Rose (Benedict Cumberbatch), i protagonisti del film I Roses, incarnano il sogno americano: carriere fiorenti, due meravigliosi figli e una casa da copertina. Ma basta un unico drammatico giorno - quello della grande inaugurazione del museo di Theo, mentre la sua costruzione cede in diretta per un’imperdonabile svista ingegneristica - a far precipitare la loro esistenza.


La stessa tempesta che distrugge il sogno architettonico di Theo spinge un critico gastronomico dentro al ristorante di Ivy, trasformando la sua “We’ve Got Crabs” in un successo stellato da un giorno all’altro. Da quel momento, il ménage dei Roses diventa un ring, fatto di colpi bassi, ricatti emotivi e vendette verbali, fino al tragico epilogo in una casa moderna eppur inquietante, quinta che diventa personaggio antagonista: “La casa aveva buchi nelle pareti e scale precarie, quasi a prefigurare la loro disgregazione”, spiega lo scenografo Mark Ricker.

Affinità e fratture

Theo Rose, nel film I Roses, è un architetto di successo, convinto di poter plasmare il mondo e il proprio matrimonio a propria immagine. È “diretto, sa cosa vuole e a volte è il suo peggior nemico”, ammette lo stesso Cumberbatch. Sotto quel carisma controllato, Theo è un accumulo di insicurezze, capace di gesti grandiosi (e autodistruttivi) pur di difendere il proprio orgoglio.


Chef creativa e, per un periodo, fulcro della famiglia, Ivy sopporta il peso della maternità e dell’ombra del marito finché non trova la propria rivincita. “È una libera creatura, appassionata e ironica, ma quando il successo diventa improvviso, fatica a gestirlo”, racconta Olivia Colman. Il suo percorso da moglie devota a regina del palato diventa il motore del conflitto: l’ascesa di lei alimenta il declino di lui, e la dinamica di coppia si trasforma in un duello senza esclusione di colpi.


Intorno ai Roses, un colorato campionario di relazioni in crisi: Amy (Kate McKinnon) e Barry (Andy Samberg), sintesi di ipocrisia “culturale” e retorica progressista; Rory (Jamie Demetriou) e Sally (Zoë Chao), duo di architetti in competizione costante; Jane (Sunita Mani) e Jeffrey (Ncuti Gatwa), fedeli collaboratori di Ivy, legati più dall’ambizione che dall’amore. Ognuno riflette, in scala minore, le tensioni dei protagonisti: “Le differenze che all’inizio uniscono finiscono per separarli”, osserva Colman.

Olivia Colman, Benedict Cumberbatch
I Roses (2025) Olivia Colman, Benedict Cumberbatch

Capitalismo, comunicazione, autodistruzione

Nel film I Roses, l’ironia diventa inaspettatamente la lingua dell’amore, un vezzo di coppia che, all’inizio, sembra un gioco tenero e complice: Ivy e Theo si pungono a vicenda con battute salaci, ridendo di sé e dell’altro come solo chi si conosce molto bene può fare. Ma è proprio questa stessa capacità di scherzare che, quando la posta in gioco si alza, si trasforma in un’arma a doppio taglio: ciò che prima era un segnale di intimità comincia a ferire, fino al punto in cui è difficile capire se si stia ancora dialogando o se, semplicemente, si stia combattendo.


Jay Roach sottolinea come l’ironia e il gioco verbale possano essere segni di un legame sano, finché non si trasformano in “attacchi aperti”: “è difficile discernere dove finisce la battuta e inizia la ferita”, dice il regista. Nell’era dei social e delle carriere “personal brand”, la coppia si azzanna con le stesse armi con cui un tempo si corteggiava.


A questo si aggiunge la pressione di un mondo in cui la carriera e la visibilità sono misura del successo personale: mentre Ivy trionfa nel regno della ristorazione, Theo si vede sfuggire di mano quel sogno architettonico in cui aveva riposto tutte le sue speranze, e così le ambizioni (una volta motore di coppia) diventano la spina nel fianco di un amore incapace di reggere al confronto.


“Oggi il sistema capitalistico ci trascina in due direzioni opposte”, spiega McNamara. La pressione di “dover essere speciali” e continuamente visibili spezza la complicità di Theo e Ivy tanto quanto le mette alla prova sul piano individuale. 


Infine, la casa moderna al centro del film incarna perfettamente questo contrasto tra apparenza e fragilità: un capolavoro di design che nasconde crepe e vuoti strutturali, metafora plastica di un legame la cui solidità svanisce a poco a poco, fino ad arrivare al crollo.


L’abitazione sul promontorio diventa uno specchio distorto del rapporto dei Roses: isolata, perfetta nelle linee pulite, ma già incrinata nella struttura. “Un simbolo delle loro ambizioni, e al tempo stesso la causa della loro rovina”, commenta lo scenografo. Nel susseguirsi di buchi nel vetro e scale sospese, è la dimostrazione plastica di un amore che cede pezzo dopo pezzo.

Dal grottesco al tragico

Il merito principale del film I Roses sta nella capacità di mescolare umorismo nero e autentica empatia. McNamara, autore di dialoghi fulminanti, definisce il suo copione “riempito di cattiva condotta, inventivo e spassoso” ma con un “cuore spezzato” sotto la scorza satirica. Roach, maestro del mix tra dramma e comicità, confessa di aver scelto la storia perché “ha qualcosa di personale”: la sua esperienza di rapporto creativo e privato con Suzanna Hoffs ha alimentato la riflessione sulla fragilità delle relazioni.


Anche le scene conviviali, cuore dell’opera, incarnano tale ambivalenza: il celebre dinner party si trasforma da momento di legame a scontro verbale, suscitando risate nervose e imbarazzo palpabile. È un piccolo teatro dell’assurdo e della crudeltà quotidiana, in cui “ogni sguardo e ogni brindisi tagliano come lame”, come raccontano gli stessi protagonisti sul set.


I Roses
, dopotutto, è un film che ci mette davanti al nostro riflesso doloroso, fatto di ambizioni, gelosie e parole scagliate come proiettili. È “una commedia adulta che si fa scura” e al tempo stesso “un’avvertenza: parlatevi, abbattete le superfici,” ammonisce Roach. Sì, perché in un mondo che ci invita costantemente a brillare, dimentichiamo che il più grande splendore sta nella vulnerabilità condivisa. E, se non riusciamo a custodirla, ogni castello, per quanto moderno e luminoso, rischia di crollare.

Filmografia

locandina I Roses

I Roses

Commedia - Regno Unito, USA 2025 - durata 0’

Titolo originale: The Roses

Regia: Jay Roach

Con Benedict Cumberbatch, Olivia Colman, Allison Janney, Andy Samberg, Jamie Demetriou, Kate McKinnon

Al cinema: Uscita in Italia il 27/08/2025

locandina La guerra dei Roses

La guerra dei Roses

Grottesco - USA 1989 - durata 116’

Titolo originale: The War of the Roses

Regia: Danny DeVito

Con Michael Douglas, Kathleen Turner, Danny DeVito, Marianne Sägebrecht, Jack Palance

in streaming: su Apple TV Amazon Video Microsoft Store Google Play Movies