«La gente preferisce i titoli allegri» commenta con falsa modestia lo scrittore che attribuisce il successo del suo primo libro al nome: Heureuse complexité. Ovvero Felice complessità, ma anche Fortunata complessità; titoli che calzerebbero a pennello all’ultimo, bellissimo film di Emmanuel Mouret, che invece ne sceglie uno più sottilmente allegro, e rivelatorio: quest’opera che parla d’amore e di rimpianto, di cuori illusi e spezzati, di matrimonio, di tradimento e del vizio incrollabile di innamorarsi, lui la intitola non all’amore ma all’amicizia, a quel legame fra le tre protagoniste che è poi l’unico che dura, da prima del film e oltre i titoli di coda. Le tre amiche sono Joan, devastata dal senso di colpa per la morte del marito, che stava lasciando; Alice, la più pragmatica ma con sua sorpresa infatuata di un uomo che sente solo per telefono; e Rebecca, la più vivace, incastrata in una relazione clandestina col marito di Alice che le provoca conflitti interiori catastrofici.

Camille Cottin, Sara Forestier, India Hair
Tre amiche (2024) Camille Cottin, Sara Forestier, India Hair

Nel corso di una manciata di settimane tutte e tre assaporano la speranza e l’amarezza che solo i nuovi amori sanno dare, in una ronde sentimentale in miracoloso equilibrio tra ironia e commozione che è anche - come già Les choses qu’on dit, les choses qu’on fait Una relazione passeggera - l’ulteriore capitolo di una ipotetica educazione emotiva a mezzo cinema; film parlatissimi (Woody Allen, insieme a Rohmer, è il nume tutelare, ma con un surplus cruciale di empatia) in cui i dialoghi sono sempre un tentativo di andare incontro all’altro, di calarsi nei panni di chi sta di fronte, di usare perfino la menzogna come forma d’amore (qui tocca alla Rebecca della straordinaria Sara Forestier mentire per il bene di chi ama, come già la compianta Émilie Duquenne in Les choses qu’on dit, les choses qu’on fait). Per non spezzare la connessione, goffa e limpida, tra i suoi personaggi, Mouret usa il pianosequenza, ossia la forma cinematografica dell’amore, l’unica che non separi gli amanti con la crudele cesura del campo & controcampo: sono sempre insieme nella medesima inquadratura, gli innamorati e le amiche, e sono ammirevoli le coreografie interne che il regista costruisce quando invece ha bisogno di suggerire, senza usare la nettezza del montaggio, l’idea della separazione (un gioco di porte e usci che come quinte teatrali fanno apparire e sparire un amante per volta, lasciandoli soli).

India Hair, Vincent Macaigne
Tre amiche (2024) India Hair, Vincent Macaigne

Su tutti gli intrecci, le confessioni e i tradimenti, veglia benevolo un narratore da noir classico (e d’altronde, al cinema, due dei protagonisti vedono Notorious - L’amante perduta: un film di spionaggio che si trasforma in storia d’amore; o il contrario?), ovvero un morto: lo spettro del defunto marito, interpretato dal sempre perfetto attore feticcio di Mouret, Vincent Macaigne, diventa osservatore privilegiato ma pure chiave di lettura del film, perché è l’unico in grado di capire le ragioni del cuore, guardandole da fuori, ricordandoci che da dentro la coppia niente si vede bene. E perché, da buon fantasma, sa che anche sparire, a volte, è un atto d’amore.

Autore

Ilaria Feole

Ilaria Feole è nata nell’anno di Il grande freddo, Il ritorno dello Jedi e Monty Python – Il senso della vita e tutto quello che sa l’ha imparato da questi tre film. Scrive di cinema e televisione per Film Tv e Spietati.it. È autrice della monografia Wes Anderson - Genitori, figli e altri animali edita da Bietti Heterotopia.

Il film

locandina Tre amiche

Tre amiche

Commedia - Francia 2024 - durata 117’

Titolo originale: Trois amies

Regia: Emmanuel Mouret

Con Camille Cottin, Sara Forestier, Damien Bonnard, Vincent Macaigne, India Hair, Grégoire Ludig

Al cinema: Uscita in Italia il 19/06/2025