Nel labirinto opaco delle operazioni segrete, il film All the Devil’s Men - Squadra Speciale, su Rai 4 la sera del 24 giugno, si muove con passo deciso ma esitante, come un mercenario stanco che conosce il mestiere, ma ne ha perso il senso. Diretto da Matthew Hope, già autore di The Veteran, il film è una corsa armata fra Londra e Marrakech dove ogni personaggio è un’ombra, ogni alleato un potenziale traditore, e la guerra (anche quella contro il terrorismo) è più interiore che politica.

Milo Gibson, William Fichtner
All the Devil's Men - Squadra speciale (2018) Milo Gibson, William Fichtner

Cacciatori di fantasmi in guerra con se stessi

Nel film di Rai 4 All the Devil’s Men - Squadra Speciale, Jack Collins (Milo Gibson) è un ex Navy SEAL diventato cacciatore di taglie per conto della CIA. La guerra non lo ha mai lasciato: vive appeso a una routine di pillole, sangue e ordini sussurrati da dietro telefoni criptati. Dopo un’operazione a Marrakech, viene inviato a Londra per abbattere McKnight (Elliot Cowan), un ex agente divenuto mercenario che vuole mettere le mani su un’arma nucleare russa. L’obiettivo? Un classico da Guerra Fredda: fermare la catastrofe prima che accada.


Collins non è solo: lo affiancano il veterano Brennan (William Fichtner), burbero e disilluso, e il focoso Samuelson (Gbenga Akinnagbe), un ex Delta Force che si autodefinisce “guerriero d’ombra” e crede di essere il migliore. A manovrarli c’è Leigh (Sylvia Hoeks), un’agente CIA glaciale e vendicativa che ha una faida personale con McKnight: l’uomo ha decapitato suo padre e gliene ha mandato il video via e-mail.


Ma la missione si complica quando emerge che uno dei collaboratori di McKnight, Deighton (Joseph Millson), è un vecchio amico di Collins, che lui stesso ha salvato in Afghanistan. Tradimento, ambiguità morale, lealtà spezzate: tutti elementi che convergono verso uno scontro finale in un hangar abbandonato, dove nessuno sa più per chi sta davvero combattendo.


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Eroi senza cause

Il film di Rai All the Devil’s Men - Squadra Speciale si muove su una linea grigia dove non esistono veri buoni o cattivi, solo ex combattenti incapaci di disinnescare sé stessi. Collins è un protagonista spento, più macchina da guerra che essere umano. Il suo dolore, il suo passato familiare (una moglie lasciata e un figlio mai conosciuto), sono dettagli buttati lì più per giustificare il cliché del “guerriero rotto” che per costruirne una reale profondità psicologica. Milo Gibson, figlio di Mel, ha presenza fisica ma non riesce a imprimere carisma né tormento. Il suo Collins resta un guscio.


Il vero piacere arriva dai comprimari. William Fichtner, come sempre, riesce a dare spessore anche a ruoli marginali. Brennan è il cinico con tre ex mogli, il tipo che odia tutto ma ama ancora l’adrenalina. Sylvia Hoeks, nel ruolo di Leigh, è la presenza femminile fredda e decisa, con un’agenda personale più forte della sua fedeltà all’agenzia.


Gbenga Akinnagbe, invece, esagera il tono con frasi da macho movie (“non sono un cacciatore di taglie, sono un guerriero d’ombra”) che suonano più ridicole che ispirate. Joseph Millson, nel ruolo del doppiogiochista Deighton, riesce a rubare la scena ogni volta che appare, proprio perché non ha alcuna pretesa morale: è solo un uomo che lavora per chi paga di più.

Milo Gibson
All the Devil's Men - Squadra speciale (2018) Milo Gibson

La guerra eterna e il vuoto dell’identità

Il film di Rai All the Devil’s Men - Squadra Speciale non ha interesse a fare politica. Qui la CIA è solo un’entità spettrale, mai criticata né glorificata, che usa uomini rotti come burattini. Il vero tema è l’ossessione della guerra come identità: Collins e i suoi simili non esistono al di fuori del conflitto. “Casa” è un concetto teorico, non un luogo a cui tornare. La violenza diventa routine, anestetizzata, mai spettacolarizzata con ironia o stile.


Il film accenna alla vendetta personale, alla fiducia distrutta tra compagni d’armi, ma non sviluppa nessuna di queste linee. Si limita a farle esplodere, letteralmente, in un crescendo di sparatorie. La tensione è costante, sì, ma resta sempre superficiale. Nessuno è davvero interessato al destino del mondo: vogliono solo sopravvivere e, se possibile, regolare i conti.

Realismo povero, azione efficace

Le location del film di Rai All the Devil’s Men - Squadra Speciale - magazzini, dock notturni, strade anonime di periferia londinese - parlano da sole: il budget è ridotto e si vede. Ma Matthew Hope è abbastanza furbo da trasformare questo limite in una cifra stilistica. L’atmosfera è cupa, cruda, quasi claustrofobica. Gli scontri a fuoco sono ben coreografati, realistici, mai sovraccarichi. La sequenza dell’imboscata in auto o il corpo a corpo finale con i coltelli sono tra i momenti più riusciti.


Certo, il ritmo non decolla mai davvero, perché l’azione è spezzata da dialoghi statici, spesso legnosi, con battute che sembrano uscite da un manuale per aspiranti duri. Anche la colonna sonora orchestrale, pur competente, non riesce a dare slancio emotivo.


All the Devil’s Men - Squadra Speciale
è un film che funziona a metà. Resta coerente al suo intento: un noir bellico sull’ossessione della guerra e sull’inutilità dell’eroismo in un mondo dove non esiste più alcuna causa. Ma non riesce mai ad andare oltre la superficie del genere.


Non è un brutto film, ma è un film dimenticabile. Come i suoi protagonisti, è una macchina ben oliata, priva di identità. Se Hope avesse abbassato l’ambizione e alzato la voce dei personaggi, forse avrebbe realizzato qualcosa di più incisivo. Così com’è, resta un prodotto da visione serale solitaria: onesto, sporco, e già dissolto al mattino dopo.

Filmografia

locandina All the Devil's Men - Squadra speciale

All the Devil's Men - Squadra speciale

Azione - Gran Bretagna 2018 - durata 100’

Titolo originale: All the Devil's Men

Regia: Matthew Hope

Con Milo Gibson, Sylvia Hoeks, William Fichtner, Gbenga Akinnagbe, Joseph Millson, Elliot Cowan

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