Nel panorama dei thriller televisivi firmati Lifetime, Il passato dimenticato in onda su Tv8 il 22 giugno si propone come un film a tema amnesia, ma finisce per assomigliare più a un puzzle montato con i pezzi troppo visibili. Diretto da Amy Barrett e scritto da Robert Dean Klein, Jeffrey Schenck e Peter Sullivan, mette al centro una donna senza memoria e un uomo che ne approfitta. Sembra la premessa perfetta per un gioco psicologico fatto di inganni e scoperte, ma quello che poteva essere un thriller serrato si trasforma in un racconto prevedibile, pur con qualche spunto interessante.

Una mente vuota, una realtà costruita
Nel film di Tv8 Il passato dimenticato, tutto inizia con Emma (Morgan Bradley), che fugge terrorizzata nella notte, finendo investita da un’auto. Si risveglia in ospedale senza ricordare nulla: né il suo nome, né il suo passato, né il volto dell’uomo che afferma di essere suo marito. Quell’uomo è Dean Johnson (Gabriel Pranter), uno psicologo apparentemente premuroso che però, fin da subito, mostra segnali inquietanti. Contro le raccomandazioni mediche, Dean la porta in una casa isolata nel nord (una “vacanza terapeutica”, dice lui) invece che circondarla da amici e familiari, come sarebbe più logico per favorire la memoria.
Emma si sforza di ricostruire la sua identità tra incubi ricorrenti, fotografie che non le evocano nulla e una costante sensazione di pericolo. Ma è quando esce di casa e inizia a incontrare persone che sembrano conoscerla, come il barista Ryan, che il velo si lacera. C’è chi le ricorda un litigio con Dean in cui lo aveva chiamato “stalker”. C’è chi, come Chloe, finge di essere un’amica ma in realtà è un’attrice pagata. C’è anche un detective che non si beve la versione di Dean e comincia a scavare. E più si scava, più si scopre.
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Inganni, ruoli e rivelazioni
Emma è l’unico personaggio del film di Tv8 Il passato dimenticato scritto con un minimo di stratificazione: disorientata, vulnerabile ma anche capace di dubitare, collegare i puntini, infine lottare per salvarsi. Morgan Bradley riesce a trasmettere quella tensione interiore tra l’istinto che urla pericolo e la razionalità annebbiata.
Dean, al contrario, è un villain piatto: da subito inquietante, mai davvero ambiguo. Non ci vuole una laurea in psicologia per capire che mente. Gabriel Pranter recita in maniera eccessivamente nervosa, smontando ogni tentativo di suspense.
Il cast di supporto, invece, offre qualche guizzo: Tryphena Wade dà al detective Wise una determinazione credibile, mentre Melanie Au-Yeung (Chloe) accenna a una crisi di coscienza che avrebbe meritato più spazio. Andrew Steel nei panni di Terrence, l’amico complice che poi ricatta Dean, è l’unico a divertirsi davvero nel ruolo.

Identità, manipolazione, isolamento
Il cuore tematico del film di Tv8 Il passato dimenticato ruota attorno al controllo dell’identità: cosa succede quando perdiamo il ricordo di chi siamo, e qualcun altro decide di raccontarcelo? In quel vuoto, Dean (alias Chris) si infila come un parassita, costruendo un passato finto, riscrivendo relazioni e spazi emotivi. Il film denuncia implicitamente la violenza psicologica che nasce dalla manipolazione dell’ambiente, del linguaggio e dei rapporti affettivi, ma non va fino in fondo.
Altro tema centrale è l’isolamento: il tentativo sistematico di staccare Emma dal mondo reale, un classico della dinamica abusante. Ogni volta che lei tenta di uscire, mentalmente o fisicamente. Dean la riporta indietro, con bugie, farmaci, o persino omicidi. È solo nell’atto finale, quando Emma riesce a riconnettersi con se stessa e la verità, che la gabbia si rompe.
Il finale spiegato
Il colpo di scena nel film di Tv8 Il passato dimenticato arriva tardi, ma arriva: Dean non è Dean, bensì Chris, un paziente squilibrato che ha ucciso il vero dottor Johnson e ha assunto la sua identità per avvicinare Emma dopo la sua amnesia. La trappola perfetta: lei non ricorda nulla, lui si presenta come marito devoto, e per giorni nessuno sospetta. Ma Chris ha sottovalutato Emma.
Nel climax, Chris lega Emma a una sedia e le confessa tutto, giustificandosi con una delirante idea di amore predestinato. Ma mentre la detective entra in casa, Emma riesce a colpirlo con una pala. Tre mesi dopo, la memoria è tornata, e Emma, finalmente libera, riparte da zero. Un finale positivo, anche se troppo frettoloso.
Il passato dimenticato avrebbe potuto essere un solido thriller psicologico, ma manca totalmente l’effetto sorpresa. Il colpevole è ovvio dal primo minuto, e il film rinuncia a disseminare dubbi o tensione. La regia è corretta ma piatta, la sceneggiatura si affida a cliché abusati (la siringa, il colpo alla testa, la gag inefficace), e perfino la costruzione dei personaggi secondari manca di peso narrativo.
Peccato, perché il tema della memoria come territorio conteso (tra ciò che siamo stati e ciò che ci vogliono far credere) resta affascinante. Con un approccio meno pigro e più sottile, Il passato dimenticato avrebbe potuto farci davvero dubitare, e soffrire con Emma. Invece, si limita a raccontarci una storia che conosciamo fin troppo bene, senza nemmeno provare a ingannarci.
Filmografia
Il passato dimenticato
Giallo - USA 2024 - durata 86’
Titolo originale: The Life I Can't Remember
Regia: Amy Barrett
Con Morgan Bradley, Gabriel Pranter, Tryphena Wade, Andrew Steel, Patrick M.J. Finerty, Alex James
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