Un matrimonio spezzato da un fulmine, sei sopravvissuti segnati a vita, un killer misterioso che torna a finire ciò che il cielo aveva lasciato incompiuto: il film Il lago della vendetta su Rai 2 la sera del 22 giugno non è soltanto un thriller dai toni cupi e atmosferici: è anche un’indagine sul trauma, sulla memoria e sulla fragilità della mente umana. Ambientato tra i paesaggi inquietanti dell’Auvergne, ci guida dentro un incubo collettivo dove i superstiti di un evento inspiegabile devono affrontare non solo il passato, ma anche un presente in cui la vendetta si manifesta sotto forma di omicidio.

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Il lago della vendetta (2024) scena

Fulmini e cicatrici

All’inizio del film di Rai 2 Il lago della vendetta, Lucie e Samuel Carrera celebrano il loro matrimonio in un angolo da cartolina: l’albergo sul lago di Guéry, nel cuore del Massiccio Centrale. La festa si trasforma in tragedia quando un fulmine colpisce il gruppo riunito per la foto nuziale. Samuel muore sul colpo, mentre Lucie e altri cinque sopravvivono riportando conseguenze imprevedibili: sono i “folgorati”, vittime di una sorte che li ha cambiati per sempre.


Due anni dopo, i sei superstiti si ritrovano sul luogo del dramma per spargere le ceneri di Samuel. Ma proprio quando cercano di chiudere con il passato, una nuova minaccia si abbatte su di loro: uno sconosciuto inizia a ucciderli uno a uno. È davvero un assassino? O sono le ombre del trauma a prendersi la loro vendetta?


Il comandante Julien Eider, della sezione ricerche di Clermont, prende in mano le indagini. Ma è Lucie, ora dotata di un’iper-memoria totalizzante, a fornire le chiavi dell’enigma. Ricorda ogni dettaglio, ogni parola, ogni movimento di quel giorno e di tutti gli altri. Ma ricordare tutto... significa anche non poter dimenticare nulla.


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Sopravvivere non basta

Nel cuore del film di Rai 2 Il lago della vendetta, i sopravvissuti diventano un gruppo intimamente legato dal trauma. Al centro pulsa il personaggio di Lucie Carrera: giovane sposa diventata vedova il giorno stesso delle nozze, si ritrova intrappolata in un flusso incessante di ricordi, incapace di chiudere con il passato. Camille Claris le dona una presenza intensa, capace di trasmettere la tensione di una mente che non smette di rivivere il trauma.


Affiancandola, il comandante Julien Eider (interpretato da Pierre Perrier) assume il ruolo di guida nell’indagine, ma anche di specchio emozionale di Lucie, riconoscendo nel suo dolore la chiave per sciogliere l’enigma omicida.


Attorno a loro gravitano altri sopravvissuti dallo sguardo spezzato. Félix (Éric Savin), gestore dell’albergo e testimone del dramma, convive con un senso di bruciore costante, come se la lacerazione fisica non si fosse mai rimarginata. Sua sorella Irène (Cécile Rebboah), tormentata da crisi e da un linguaggio come preso da un’altra dimensione, incarna il continuo confine tra ragione e improvvisa disconnessione. La moglie Marta (Carole Richert), alla luce del giorno, patisce una sensibilità talmente forte da trasformare un semplice raggio di sole in una ferita.


David (Laurent Bateau), il fotografo che aveva immortalato la gioia del matrimonio, ha perso non solo l’uso completo delle gambe, ma anche i ricordi più cari legati alla moglie scomparsa. Infine, Nouria (Déborah Dozoul), che lavorava come cameriera, ha sviluppato un’ossessione verso la scarica elettrica, come se cercasse di fondersi nuovamente con l’evento che ha segnato la sua vita.


Ognuno di loro porta con sé un frammento di tragedia, un senso di colpa o una paura che va al di là della carne, e insieme creano un mosaico di fragilità, tensioni nascoste e sospetti, rendendo inestricabile la dinamica tra vittima, carnefice e memoria. E quando iniziano a morire uno dopo l’altro, la tensione esplode: il nemico è fuori... o dentro di loro?

Camille Claris, Cécile Rebboah, Laurent Bateau, Pierre Perrier
Il lago della vendetta (2024) Camille Claris, Cécile Rebboah, Laurent Bateau, Pierre Perrier

Memoria, lutto e identità

Il vero cuore pulsante del film di Rai 2 Il lago della vendetta non è il mistero del killer, ma la questione della memoria. Il film esplora cosa significa vivere prigionieri del ricordo. Lucie, con la sua ipermnesia, non può più distinguere tra presente e passato. Non può seppellire il dolore, perché lo rivive in loop, senza tregua. Il dono si trasforma in maledizione.


Ma riflette anche sul senso del lutto condiviso, sul legame fra i sopravvissuti e su come un evento collettivo può ridefinire l’identità individuale. La fulminazione diventa metafora del trauma: improvvisa, devastante, difficile da elaborare. Come ogni shock violento, lascia cicatrici che non sono visibili ma operano in profondità.


Infine, c’è il tema della vendetta: chi uccide? Perché? È davvero un omicida, o è il fulmine stesso che torna per concludere ciò che ha iniziato? Il thriller si tinge quasi di sovrannaturale, pur restando ancorato a una tensione psicologica che avanza costante, scena dopo scena.

Ispirazione reale

Didier Bivel dirige con occhio attento all’ambiente naturale, trasformando l’Auvergne in un personaggio a sé: fredda, nebbiosa, selvaggia. I monti Dore e il lago di Guéry non sono solo uno sfondo, ma un campo di battaglia emotivo dove la natura si fa specchio dell’angoscia dei protagonisti.


I toni cupi e la fotografia desaturata aumentano l’impatto ansiogeno. La pioggia, la nebbia, i lampi: tutto contribuisce a costruire un’atmosfera sospesa tra il reale e l’inquietudine. La colonna sonora, discreta ma tagliente, amplifica l’effetto.


Il film di Rai 2 Il lago della vendetta prende spunto da un fatto realmente accaduto il 2 settembre 2017, ad Azerailles (Meurthe-et-Moselle), durante un festival musicale. Quattordici persone furono colpite dal fulmine mentre si riparavano sotto un tendone. Non ci furono morti, ma i sopravvissuti riportarono effetti neurologici e fisici duraturi, spesso bizzarri o debilitanti.


Gli autori Sylviane Corgiat e Bruno Lecigne hanno romanzato l’evento inserendo una componente thriller, ma l’attenzione con cui vengono trattati gli effetti post-traumatici è evidente. Il confine tra realismo clinico e invenzione narrativa è sottile, e proprio in quel confine il film trova la sua forza.


Il lago della vendetta
è un’opera televisiva che va oltre il semplice whodunit. È un thriller psicologico che parla di dolore, elaborazione, memoria e paura. Il fulmine, in fondo, non è solo un fenomeno atmosferico: è un trauma che cambia tutto. E l’opera lo mostra con rispetto, intensità e una tensione che non si spegne neppure nei titoli di coda. Un tv movie che riesce a colpire. Come un fulmine.

Filmografia

locandina Il lago della vendetta

Il lago della vendetta

Giallo - Francia 2024 - durata 87’

Titolo originale: La fulgurée

Regia: Didier Bivel

Con Camille Claris, Pierre Perrier, Eric Savin, Cécile Rebboah, Laurent Bateau