Nel panorama dei thriller psicologici da salotto, il film Lo stalker della stanza accanto su Rai 2 la sera del 21 giugno si fa notare per un’idea semplice ma inquietante: il pericolo non viene da fuori, ma si nasconde sopra la tua testa. Con una tensione crescente e una narrazione che oscilla tra il domestico e il disturbante, mette in scena una discesa nella paranoia dove la minaccia è tanto invisibile quanto invadente. Non è una grande produzione, e non finge di esserlo. Ma è proprio in quella dimensione da “film per la TV” che riesce ad affondare i colpi.

Quando l’ex non se ne va mai davvero
Nel film di Rai 2 Lo stalker della stanza accanto, Mel è una madre single che cerca di rimettere ordine nella sua vita. Dopo aver interrotto la sua relazione con Ben, un uomo apparentemente gentile ma invadente, inizia ad avvertire strani segnali nella sua casa: oggetti fuori posto, rumori inspiegabili, una sensazione costante di essere osservata. Non sa (ma presto lo scoprirà) che Ben non se n’è mai andato davvero. Vive di nascosto nell’attico, spiando ogni suo movimento.
Nel frattempo, Mel cerca di rifarsi una vita con Sam, un collega affascinante ma emotivamente incerto. Le stranezze aumentano: fotografie che riappaiono, letti rifatti inspiegabilmente, progetti cancellati dal computer, e infine un tentativo di omicidio con del veleno. Tutto si fa più oscuro e opprimente, fino a culminare in una resa dei conti nell’attico che è insieme fisica e psicologica.
SCOPRI TUTTI I FILM DA GUARDARE IN TV STASERA
Maschere e ossessioni
Mel, interpretata con sobrietà e credibilità da Jennifer Landon, è il fulcro emotivo del film di Rai 2 Lo stalker della stanza accanto: una donna in cerca di normalità che si trova intrappolata in un incubo claustrofobico. Non è un’eroina d’azione ma quando arriva il momento di combattere, tira fuori una forza inattesa.
Ben, portato in scena da Joshua Close, è il vero motore narrativo. È inquietante perché è banale. Fa i cruciverba, prepara il caffè, sistema piccole cose e intanto costruisce un plastico della casa in cui si nasconde. È il volto sorridente dell’ossessione. Il film non lo trasforma in un mostro urlante, ma in un uomo rotto, cresciuto in un’auto, incapace di distinguere amore da controllo.
Brook, la figlia adolescente di Mel con il volto di Tara Redmond van Rees, non è solo una pedina. Rappresenta il punto di frattura tra le apparenze e la verità. È proprio lei, infatti, a scoprire il segreto dell’attico e salvare sua madre, ribaltando i ruoli tipici di vittima e salvatore.

Casa, controllo e (in)visibilità
Al centro del film di Rai 2 Lo stalker della stanza accanto c’è la casa, simbolo di sicurezza che si trasforma in una prigione. Ben si aggrappa a quell’abitazione come a un’ancora emotiva. La casa diventa il suo corpo, il suo rifugio, il suo terreno di battaglia.
Il film esplora la tossicità della dipendenza affettiva, travestita da affetto. Ben non accetta il rifiuto, non perché ami Mel, ma perché la considera “sua”. C’è anche un sottofondo sul potere maschile silenzioso, fatto di presenza invisibile, manipolazione e violenza non dichiarata. Il fatto che Ben riesca a vivere nell’attico senza essere scoperto per settimane è una metafora inquietante sull’invadenza che si annida senza fare rumore.
Altro tema chiave: l’incredulità istituzionale. Mel si rivolge più volte alle autorità, ma viene ignorata o sminuita. Il sistema non protegge, anzi, spesso alimenta il dubbio. Il risultato è che Mel è costretta a cavarsela da sola e lo fa, a modo suo.
Il finale spiegato
Il finale del film di Rai 2 Lo stalker della stanza accanto si consuma proprio nell’attico, simbolo della parte “nascosta” della casa e della mente. Mel, ormai sospettosa, vi sale e scopre la tana di Ben: cibo, acqua, e l’inquietante plastico della casa. È la prova fisica della sua follia. Ma la vera sorpresa è che Ben è lì. L’uomo si rivela per quello che è: non un amante respinto, ma un’ombra ossessiva incapace di separarsi da ciò che vuole possedere.
Il confronto tra Mel e Ben è brutale, ma anche liberatorio. Aiutata da sua figlia, Mel riesce a liberarsi fisicamente e simbolicamente dal suo stalker. Nell’ultima scena, le due si trasferiscono in una nuova casa senza attico. È una chiusura non solo narrativa, ma anche psicologica. Il passato è sigillato. Letteralmente.
Lo stalker della stanza accanto è un film che, pur nella sua semplicità, riesce a toccare corde profonde. La sua forza non sta negli effetti speciali o nei colpi di scena urlati, ma nella sua capacità di insinuarsi in una paura quotidiana e molto reale: quella di non essere soli quando si è convinti di esserlo.
È un film che si guarda con crescente disagio, che ti fa controllare il soffitto più di una volta, e che ricorda (con spietata ironia) che certe volte non è fuori che bisogna guardare. Ma sopra.
Filmografia
Lo stalker della stanza accanto
Thriller - Canada 2020 - durata 90’
Titolo originale: Within These Walls
Regia: Anne De Léan
Con Jen Landon, Joshua Close, Tara Redmond van Rees, Steve Lund, Carolina Bartczak, Vlasta Vrana
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta