C’è qualcosa di profondamente umano e necessario nel raccontare un incontro che non sarebbe mai dovuto accadere: il film Il diritto alla felicità, diretto da Claudio Rossi Massimi e in onda su Rai 5 la sera del 17 giugno, è un piccolo manifesto morale, un atto di fede nel potere trasformativo della cultura e dell’incontro tra le anime. Una storia semplice, e proprio per questo potentissima.

Remo Girone, Pino Calabrese
Il diritto alla felicità (2021) Remo Girone, Pino Calabrese

Due vite, una sola biblioteca

Nel film di Rai 5 Il diritto alla felicità, Libero è un uomo anziano, mite, colto, che gestisce una piccola libreria di libri usati in una piazzetta di provincia. Non è un commerciante nel senso classico del termine: i suoi libri non li vende, li affida. Li sceglie per le persone che incontra, come se ogni volume fosse un messaggio in bottiglia.


Essien è un ragazzino immigrato, arrivato in Italia da sei anni. Non ha denaro, ma ha curiosità, fame di storie, bisogno di senso. I due si conoscono per caso, quando Essien si avvicina incuriosito ai libri esposti fuori dalla libreria. Libero gli presta un fumetto. È l’inizio di un viaggio attraverso la letteratura che diventa una scuola di vita.


SCOPRI TUTTI I FILM DA GUARDARE IN TV STASERA

Più umani dei loro ruoli

Il cuore vivo del film di Rai 5 Il diritto alla felicità è senza dubbio la relazione tra i due protagonisti. Remo Girone interpreta Libero con dolcezza disarmante, restituendoci un uomo che ha trovato nella condivisione della conoscenza la propria ragione d’essere. Didier Lorenz Tchumbu, nel ruolo di Essien, dà volto e voce alla sete di futuro di una generazione spesso dimenticata: quella dei migranti più giovani, spaesati ma non rassegnati.


Accanto a loro, un coro di personaggi secondari anima la libreria come un microcosmo affettuoso e surreale: il cameriere Nicola, che cerca fotoromanzi per la madre; Bojan, raccoglitore di libri dalla spazzatura; il professor Saputo, Medusa il collezionista... ognuno con la sua ossessione, ognuno col proprio bisogno di senso. Spiccano le partecipazioni di attori esperti come Moni Ovadia, Corrado Fortuna, Pino Calabrese, Federico Perrotta e Valentina Olla. Il loro apporto rende la libreria uno specchio dell’umanità: bizzarra, contraddittoria, ma viva.

Didie Lorenz Tchumbu
Il diritto alla felicità (2021) Didie Lorenz Tchumbu

Cultura come libertà, affetto come diritto

Il titolo del film di Rai 5non è casuale: Il diritto alla felicità è prima di tutto un atto d’accusa contro un mondo che considera i sogni un lusso e l’educazione una merce. La felicità, qui, non è un concetto astratto: è il diritto a scoprire se stessi, a immaginare un futuro, a leggere un libro e sentirsi parte di qualcosa. Nonostante l’apparente semplicità narrativa, il film tocca nodi cruciali: immigrazione, solitudine, trasmissione di sapere, integrazione.


Libero incarna un’idea di cittadinanza attiva e responsabile. Non predica, non fa lezioni: agisce. Dona, ascolta, accompagna. La sua amicizia con Essien è un gesto politico e poetico insieme. E quando gli regala la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il suo ultimo dono, compie un atto simbolico e profondo: gli trasmette una visione del mondo, non solo un oggetto.

Un finale malinconico, ma non triste

Il film di Rai 5 Il diritto alla felicità si chiude con la morte di Libero. Ma non è una fine tragica. È l’inevitabile passaggio di testimone. Essien non è più il bambino che chiedeva un fumetto: è un giovane che ha imparato a leggere il mondo. Libero ha compiuto la sua missione: farne un uomo libero. La felicità, in fondo, è stata questa.


Claudio Rossi Massimi firma un’opera misurata, priva di manierismi o eccessi. La macchina da presa è discreta, quasi timida, come a voler rispettare l’intimità della storia. La sceneggiatura si muove tra quotidiano e simbolico con passo lieve, lasciando che siano i dialoghi (spesso sospesi tra ironia e tenerezza) a fare da guida emotiva.


Da notare anche l’uso della libreria come spazio narrativo: non solo luogo fisico, ma metafora di un passaggio, un ponte, una soglia. Qui si entra per cercare qualcosa, e si esce diversi.


In un’epoca in cui tutto corre veloce e l’empatia sembra un bene di lusso, Il diritto alla felicità ci obbliga a rallentare. A guardarci negli occhi. A chiederci cosa possiamo lasciare agli altri, e cosa possiamo ricevere se smettiamo di avere paura. È un film che non urla, ma arriva lontano. Come una storia ben raccontata. Come un libro donato al momento giusto. E, se avete un libro da prestare, pensateci due volte: potrebbe cambiare la vita di chi lo legge.

Filmografia

locandina Il diritto alla felicità

Il diritto alla felicità

Drammatico - Italia 2021 - durata 81’

Regia: Claudio Rossi Massimi

Con Remo Girone, Corrado Fortuna, Didie Lorenz Tchumbu, Moni Ovadia, Pino Calabrese

in streaming: su Rai Play