Sei episodi di un’ora spalmati nelle sere del 15 e 16 giugno su Rai 2 compongono la serie La casa dei misteri. Nel cuore di una foresta francese, circondata da rocce, silenzio e un’architettura moderna che pare uscita da una rivista di design, si trova la casa perfetta per l’incubo perfetto.
Firmata da Florent Meyer e Tigran Rosine, con la regia ispirata e crudele di Hervé Hadmar, è un’opera che si spaccia per un thriller claustrofobico ma, pezzo dopo pezzo, si rivela un gioco narrativo sofisticato e disturbante sul tema della verità e della percezione. O, come dice lo stesso Hadmar: “Dietro l’apparenza di qualcosa, c’è sempre un’altra verità. Guarda meglio”.
Sembra tutto semplice ma non lo è
Nella serie di Rai 2 La casa dei misteri, Isabelle e Richard Deloye, rispettivamente chirurga di fama e scrittore/professore universitario, vivono una vita borghese e ordinata in una casa che sembra un manifesto del benessere. Ma una mattina, il silenzio viene spezzato da un’aggressione brutale: un uomo incappucciato, armato e silenzioso fa irruzione, li immobilizza e si piazza in cucina a mangiare cereali.
Sembra l’inizio di un home invasion alla Funny Games. Ma siamo solo al primo strato. Ogni episodio cambia prospettiva, ribalta certezze, gioca con lo spettatore come con un cubo di Rubik. La narrazione è costruita in forma di matrioska, in cui ogni episodio svela un dettaglio che ridefinisce il senso di tutto ciò che abbiamo visto prima. “La semplicità è una menzogna”, recita il sottotesto. E in effetti, nulla è come sembra.
Nel secondo episodio conosciamo Yasmin e Bilal, fratelli segnati da un passato oscuro, e scopriamo connessioni insospettabili con la casa e i suoi proprietari. Nel terzo, l’identità dell’aggressore comincia a delinearsi, insieme ai veri motivi dietro la sua incursione. Non si tratta di rapina. Non si tratta nemmeno solo di vendetta. È qualcosa di molto più profondo. E personale.
Nessuno è innocente
Isabelle Deloye (Marie Dompnier) è il cuore pulsante della serie di Rai 2 La casa dei misteri. Chirurga, madre, moglie: ma anche donna segnata, manipolatrice, forse persino carnefice. È lei il vero mistero della serie. Come ha dichiarato Emmanuelle Fageur, co-sceneggiatrice: “Isabelle non è una vittima. È unica. Fa scelte difficili, ma non puoi giudicarla. Questo la rende affascinante”.
Richard Deloye (Yannick Choirat), scrittore famoso grazie a un romanzo cult, nasconde più di un segreto. La domanda che serpeggia in tutta la serie è: lo ha davvero scritto lui quel libro? E se no, chi?
L’aggressore, di cui conosciamo solo la voce filtrata dalla maschera rosa shocking e la rabbia muta, è uno specchio. Riflette la colpa degli altri. È un catalizzatore, non il vero mostro.
Yasmin e Bilal, interpretati da Sofia Lesaffre e Carl Malapa, sono giovani, vulnerabili, ma determinati. La loro madre morente lascia loro una traccia: una casa isolata… che conduce direttamente al passato torbido dei Deloye.

Verità, percezione e giudizio
Florent Meyer e Tigran Rosine, già dietro a Lupin, usano l’invasione domestica come pretesto per un’indagine sulla percezione. Ogni episodio mostra gli stessi eventi da un altro angolo, costringendo lo spettatore a rivedere giudizi affrettati. Come dice Rosine: “Lo spettatore finirà per giudicare se stesso per ciò che ha pensato guardando la serie”.
La serie di Rai 2 La casa dei misteri è anche una riflessione sulla narrazione stessa: chi controlla il racconto, controlla la verità. Questo vale nella finzione, ma anche nel mondo reale, tra social media, scandali online e identità costruite.
E poi c’è il tema del trauma e della memoria: la casa – vero personaggio aggiunto – è costruita su segreti sepolti, con stanze nascoste e porte che conducono a laboratori chirurgici. Cosa è successo lì sotto? Chi è veramente Isabelle?
Un thriller senza rifugio
Hervé Hadmar firma una regia spietata e poetica al tempo stesso. Le influenze sono dichiarate: Gone Girl, Get Out, Hitchcock, Almodóvar. Ma Hadmar mette la propria impronta: movimenti di macchina ipnotici, inquadrature geometriche, uso del silenzio e della colonna sonora – composta dallo stesso regista – che strazia quanto un bisturi.
Il ritmo è serrato, ma mai frenetico. Ogni scena è una trappola, ogni dettaglio conta. La messa in scena sfrutta al massimo l’unicità della location: una vera casa d’artista trovata a Auvers-sur-Oise, mai usata prima per riprese. “Un miracolo”, l’ha definita Hadmar.
La serie di Rai 2 La casa dei misteri è un esperimento riuscito. Una serie che osa giocare con lo spettatore e lo porta a interrogarsi su ciò che vede e pensa. Non è sempre “facile”: alcuni spettatori potrebbero mollare dopo il primo episodio, credendo di aver capito tutto. Sarebbe un errore. Perché la ricompensa arriva solo a chi resta fino alla fine.
Una delle battute chiave della serie suona così: “A volte, è un piacere perdere. Come in una partita a scacchi in cui non hai visto arrivare la mossa vincente”. Ecco cos’è La casa dei misteri: una trappola perfetta. E noi, spettatori, le vittime consenzienti.
Filmografia
Funny Games
Thriller - Austria 1997 - durata 103’
Titolo originale: Funny Games
Regia: Michael Haneke
Con Ulrich Muehe, Susanne Lothar, Arno Frisch, Stefan Clapczynski
Al cinema: Uscita in Italia il 11/12/2023
in streaming: su iWonder Full Amazon channel
Lupin
Poliziesco - Francia 2021 - durata 43’
Titolo originale: Lupin
Creato da: George Kay
Con Shirine Boutella, Martha Canga Antonio, Lindsay Seim, Nicole Garcia, Laurent Maurel, Johann Dionnet
in streaming: su Netflix Netflix Basic Ads
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