Nel panorama del cinema nordafricano contemporaneo, il film Una sconosciuta a Tunisi, al cinema dal 24 luglio con I Wonder Pictures, è un’opera tanto potente quanto disturbante, capace di fondere intimo e politico, identità e fuga, tragedia e rinascita. Diretto da Mehdi M. Barsaoui, non si accontenta di raccontare una storia. La smonta, la ricostruisce e la espone come una ferita aperta. Al centro, una giovane donna tunisina che finge la propria morte per rinascere. Ma non c’è niente di romantico o eroico in questo gesto: c’è solo il desiderio disperato di vivere. Vivere davvero.

Una sopravvissuta, tre identità
Aya, la protagonista del film Una sconosciuta a Tunisi, ha vent’anni e vive chiusa nella routine soffocante di Tozeur, una città del sud della Tunisia che per lei è sinonimo di immobilità. Abita con i genitori, lavora in un hotel distante e ogni giorno percorre lo stesso tragitto in minibus.
Poi, un giorno, il minibus si schianta. Tutti muoiono. Tutti tranne lei. Da quel momento, Aya decide di scomparire. Finge la propria morte, cambia nome, cambia volto. Si reinventa. Si rifugia a Tunisi, dove nessuno la conosce, e dove tutto sembra finalmente possibile. Ma il sogno si spezza nel momento esatto in cui diventa testimone oculare di un crimine della polizia. E in quella frattura, tra libertà e silenzio, si consuma la sua metamorfosi.
Un fatto di cronaca
Il film Una sconosciuta a Tunisi arriva come un pugno, non solo per la forza del racconto, ma per l’acutezza con cui scandaglia l’animo di una giovane donna in cerca di se stessa in una società che le nega persino il diritto di immaginarsi diversa.
Il film nasce da un fatto di cronaca realmente accaduto. “Nel 2019, una giovane donna sopravvissuta a un incidente di autobus ha deciso di fingersi morta per vedere se i suoi genitori l’amavano davvero. Una storia tanto assurda quanto tragica”, ha ricordato il regista. “Ho pensato: quanto dolore ci vuole per prendere una decisione del genere? Quanto senso di fallimento personale e sociale?”.
L’ossessione per questa vicenda lo ha accompagnato fino al giorno in cui ha saputo che sarebbe diventato padre. “La paternità ti obbliga a pensare al futuro, ti spinge a definire i valori che vuoi trasmettere. Ma come prepararsi a crescere un figlio in un paese che si mostra moderno e libero solo in superficie, mentre sotto si rivela fragile, contraddittorio, pieno di ferite ancora aperte?”.

La vita negata e cercata
Il titolo originale del film Una sconosciuta a Tunisi, Aïcha, significa “vivente” in arabo. E in effetti, tutto ruota attorno alla vita: quella negata, quella cercata, quella conquistata con rabbia e disperazione.
A interpretare Aya è Fatma Sfar, in una prova attoriale che sfida ogni aspettativa. “Fatma ha saputo incarnare ogni sfaccettatura del personaggio con una naturalezza sorprendente. Non ho voluto farle fare provini tradizionali, che trovo aridi e falsi. Le ho chiesto, come alle altre candidate, di improvvisare: dovevano affrontare un interrogatorio di polizia e nascondere la propria identità il più a lungo possibile. Fatma si è imposta subito. Ha questo magnetismo che non si insegna”, ha dichiarato Barsaoui.
Il personaggio di Aya attraversa diverse identità: è vittima, ribelle, fuggitiva, testimone, complice, rinata. Ogni passaggio è scandito da piccoli dettagli di regia, di fotografia, di postura. “La metamorfosi di Aya è costruita in ogni elemento: trucco, costumi, luci, movimenti, silenzi. A Tozeur la macchina da presa è passiva, quasi invisibile. A Tunisi, cambia tutto: la camera diventa dinamica, i colori più vivi, il ritmo più acceso. Era fondamentale che la messa in scena evolvesse insieme a lei”.
Accanto a Sfar, c’è un inatteso Nidhal Saadi, nel ruolo del poliziotto Farès. Saadi, volto noto delle serie tunisine, ha trasformato completamente il proprio corpo e il proprio stile per calarsi nel ruolo. “All’inizio ero scettico: Farès, sulla carta, era l’opposto di Nidhal. Ma durante le improvvisazioni ha distrutto ogni mia esitazione. Ha preso venti chili, ha rinunciato alla sua immagine di sex symbol per diventare un agente disilluso, sporco, opaco. Il risultato è un personaggio ambiguo, che sfugge ai cliché. Non è il solito sbirro malvagio, è un uomo che incarna il sistema malato”.
Un sistema bifronte
Il sistema di cui parla il film Una sconosciuta a Tunisi è quello di una Tunisia apparentemente progredita, ma ancora inquinata da corruzione, controllo, sessismo, repressione. “Nel film si intrecciano temi sociali, familiari, politici, religiosi, e anche elementi di thriller. Non mi interessava etichettare il genere. Volevo seguire il personaggio, e lasciare che la forma seguisse il contenuto. Aya rappresenta una gioventù spezzata, illusa, educata a obbedire. E quando prova a scegliere, viene punita”.
Le città stesse diventano parte integrante della narrazione. Tozeur è la prigione. Tunisi è il miraggio. Ma entrambe si trasformano sotto lo sguardo della protagonista. “Le città sono personaggi. Tozeur è monotona, opaca, stanca. Tunis è caotica, seducente, piena di possibilità. Ma anche piena di trappole. Quando Aya diventa Aïcha, si illude di essere libera, ma scopre che la verità ha sempre un prezzo”.
Il montaggio, curato da Camille Toubkis, è il cuore pulsante della costruzione narrativa. Barsaoui, montatore di formazione, ne parla con estrema lucidità: “Il montaggio è la scrittura definitiva. Il momento in cui si decide il ritmo, la densità emotiva, l’equilibrio tra le diverse linee del film. Abbiamo lavorato a lungo per armonizzare la traiettoria personale di Aya con l’inchiesta politica e la tensione del finale. Non è stato semplice”.
La conclusione del film è volutamente aperta. Niente redenzione, niente catarsi. Solo un gesto, un passo, un atto di esistenza. “Non mi interessa cosa farà Aïcha. Mi interessa ciò che ha deciso di diventare. La vediamo viva, finalmente. E questo basta. È un nuovo inizio. Un altro film potrebbe iniziare da lì”, ha concluso il regista.
Denuncia senza slogan
Una sconosciuta a Tunisi è un film che pulsa, che provoca, che non accetta la comodità. È un racconto di identità rubate e ritrovate, di coraggio e paura, di controllo e insubordinazione. È anche una denuncia politica, ma senza slogan. Tutto è immerso nell’intimità del vissuto. Non ci sono eroi, non ci sono mostri. Solo esseri umani complessi, pieni di contraddizioni, come la società che li ha generati.
Barsaoui firma un’opera matura, visivamente potente, moralmente inquieta. Non giudica i suoi personaggi, non li risolve. Li osserva con empatia e rigore. E ci chiede di fare lo stesso. Perché, alla fine, siamo tutti un po’ Aya. Tutti in cerca di una vita che sia davvero nostra.
Filmografia
Una sconosciuta a Tunisi
Drammatico - Francia, Tunisia, Qatar, Arabia Saudita, Italia 2024 - durata 123’
Titolo originale: Aïcha
Regia: Mehdi Barsaoui
Con Fatma Sfarr, Hela Ayed, Ala BenHamad, Yassmine Dimassi, Badis Galaoui, Saoussen Maalej
Al cinema: Uscita in Italia il 24/07/2025
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