Nel film End of Sentence - Fine pena, in onda la sera del 12 giugno su Tv2000, l’Islanda incontra l’Alabama, l’Irlanda e l’abisso generazionale. Quella di Elfar Adalsteins, al suo debutto nel lungometraggio, è una pellicola piccola, intima, eppure capace di toccare nervi scoperti: famiglia, lutto, rancore e, sopra tutto, la possibilità di redenzione. È un road movie che conosce le sue strade: non punta a sorprendere, ma a scavare. E lo fa con due attori in stato di grazia, John Hawkes e Logan Lerman, che reggono l’intero film sulle spalle come due uomini che, per un’intera vita, non si sono mai guardati davvero negli occhi.

John Hawkes, Logan Lerman
End of Sentence - Fine pena (2019) John Hawkes, Logan Lerman

Un’ultima volta, un viaggio forzato

Nel film di Tv2000 End of Sentence – Fine pena, Frank Fogle (Hawkes) è un uomo mite, quasi invisibile. Suo figlio Sean (Lerman) è appena uscito di prigione, dove ha scontato una pena per furto d’auto. I due non si parlano da anni. Ma la morte di Anna, moglie di Frank e madre di Sean, li obbliga a un ultimo contatto: la donna desiderava che le sue ceneri fossero sparse in un lago remoto in Irlanda, e voleva che padre e figlio lo facessero insieme.


Inizia così un viaggio forzato dall’Alabama all’Irlanda, costellato da silenzi, battute taglienti, incomprensioni. Ma anche da incontri imprevisti, come quello con Jewel (Sarah Bolger), una giovane donna sfuggente, magnetica e forse, come tutti loro, danneggiata, e rivelazioni destabilizzanti: chi era davvero Anna? E quanto ne sapevano Frank e Sean della donna che hanno amato?


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Maschere “rottincuore”

Frank è il cuore segreto del film di Tv2000 End of Sentence – Fine pena. Un uomo che ha fallito come padre, forse anche come marito. Ma che cerca di riparare, in ritardo, con una gentilezza disarmante. John Hawkes gli regala una performance sottile, dolorosa: un uomo che subisce, assorbe, ama senza urlarlo.


Sean, invece, è rabbia pura. Ma non gratuita. Logan Lerman gli dà muscoli e nervi scoperti: è un ragazzo che odia perché ha sofferto, perché è cresciuto senza protezione, e perché vede in suo padre non una guida ma una figura debole, incapace di difenderlo da un passato di abusi.


Jewel, infine, è una presenza affascinante ma problematica. È musa, disturbo, parentesi romantica. La sceneggiatura flirta con lo stereotipo della “manic pixie dream girl”, ma Sarah Bolger riesce a darle carne e voce, soprattutto in una scena musicale in cui canta Dirty Old Town, sospendendo il film in un momento di grazia.

Sarah Bolger
End of Sentence - Fine pena (2019) Sarah Bolger

Il dolore tramandato

Il vero tema del film di Tv2000 End of Sentence – Fine pena, non è il lutto, ma il trauma generazionale. Frank non ha protetto suo figlio, perché neanche lui è mai stato protetto. Sean è diventato aggressivo e autodistruttivo, non per scelta, ma per autodifesa. Il film mostra come il dolore si trasmette, come si nasconde dietro la distanza emotiva, e come si può forse spezzare: non con i grandi gesti, ma con piccoli tentativi di ascolto, di presenza.


La sceneggiatura di Michael Armbruster non ha paura di toccare momenti scomodi, anche se a tratti scivola nella prevedibilità o in deviazioni grottesche (una scena di inseguimento con la polizia sembra provenire da un film diverso). Ma mantiene intatto l’obiettivo centrale: raccontare il viaggio imperfetto di due uomini incapaci di parlarsi, eppure legati da qualcosa che nessuna distanza ha mai davvero spezzato.

Un film sospeso

La fotografia di Karl Oskarsson evita l’estetica da cartolina e cattura un’Irlanda ruvida, autentica, fatta di pub rumorosi, cieli lividi, strade solitarie. Il paesaggio diventa riflesso emotivo del viaggio: accidentato, imprevedibile, ma anche pieno di aperture inaspettate.


Il tono del film è sospeso: malinconico ma mai deprimente, delicato ma mai lezioso. È un film che non esplode mai, ma pulsa. Che non strappa lacrime, ma accarezza ferite.


Il titolostesso del film di Tv2000 End of Sentence - Fine pena non si riferisce solo alla scarcerazione di Sean. È la fine di una condanna più profonda: quella dell’incomprensione tra padre e figlio. Ma la vera chiusura non è nei gesti simbolici, nelle ceneri sparse, nei viaggi. È nella scelta quotidiana di restare, di vedere l’altro, anche quando è difficile.


End of Sentence – Fine pena
è un film piccolo ma soprattutto onesto, che non pretende di essere memorabile ma che ti rimane dentro come una verità non detta.

Filmografia

locandina End of Sentence - Fine pena

End of Sentence - Fine pena

Drammatico - Gr/Irl/Usa/Is 2019 - durata 96’

Titolo originale: End of Sentence

Regia: Elfar Adalsteins

Con John Hawkes, Logan Lerman, Sarah Bolger, Ólafur Darri Ólafsson, Amy De Bhrún

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