Guardando Weak Hero (Class 1 e 2) – un romanzo di formazione action / dramma adolescenziale / storie di gangster – mi è venuto in mente che alla fin della fiera, nonostante la loro natura promiscua e onnicomprensiva, tutti i k-drama ce l’hanno veramente una cosa in comune, al di là dei generi e dei tormentoni. Per quanto riguarda ogni k-drama che si rispetti, infatti, anche se i personaggi andranno incontro a parabole iperboliche e attraverseranno qualsiasi tipo di peripezia trasformativa inimmaginabile, la sinossi si deve poter esprimere con chiarezza impossibile da fraintendere e nella maniera più sintetica e veritiera possibile. Il succo onesto della serie, in sostanza, deve poter essere comunicabile con efficacia e deve attirare l’attenzione di un pubblico che non ha mai avuto così tante opzioni come oggi. Poi gli spettatori si accolleranno anche lo studio approfondito dei personaggi, le trame intricate, le coincidenze del caso, gli sbalzi di genere e si fomenteranno man mano che il k-drama si sgomitola; ma prima di tutto si saranno presentati per vedere, che ne so, un goblin immortale che convive accidentalmente con un agente della morte, mentre è in cerca del vero amore per rompere la maledizione che gli impedisce l’accesso all’aldilà.

Weak Hero Class 1, innanzitutto, si vede su Netflix, che ha approfittato dell’uscita della seconda stagione per accaparrarsi anche la prima – risalente al 2022, inedita in Occidente, titolare di un successo fuori scala e decisamente migliore del suo seguito. Ed è un k-drama che si vende come la storia di un liceale tanto brillante quanto mingherlino, che per difendersi dalle violenze dei bulli utilizza le nozioni apprese in una vita maniacalmente dedicata allo studio, applicandole alle scazzottate e riuscendo ad asserire la predominanza che il suo fisico tutt’altro che impotente e/o atletico gli garantirebbe. Letta così, la serie (tratta dall’omonimo fumetto pubblicato sul web da Seopass e Kim Jin-seok) quasi si spaccia per una versione coreana e liceale dello Sherlock Holmes diretto da Guy Ritchie e con Robert Downey Jr. Detective Conan, ma con le arti marziali.

E come in ogni che k-drama che si rispetti, è tutto vero: Weak Hero Class 1 è (anche) quel tipo di serie lì. E quando rispetta filologicamente il suo high concept – succede con una discreta frequenza – imbastisce scene d’azione che non sfigurano se paragonate a quelle dell’Investigatore saccente diretto dall’ex di Madonna e con Tony Stark che fa l’accento inglese. Il sedicenne Yeon Si-eun, dunque, è in prima superiore (in Corea del Sud gli anni di liceo sono 3) ed è uno degli studenti più brillanti e stacanovisti di tutto il suo istituto, ma che all’ennesimo sgarbo da parte del bullo della classe reagisce con un pestaggio scientifico e sblocca il suo superpotere di picchiatore infallibile, oltre che di minaccia psicologica. Quello che l’high concept di Weak Hero Class 1 non dice, è che Si-eun studia così tanto ed è così apparentemente remissivo perché vive con un padre anaffettivo e menefreghista; un genitore assente che ha responsabilizzato a tal punto il figlio, lasciandolo sempre solo a se stesso, da trasformarlo in una macchina da risultati accademici sotto la cui superficie ribolle una gran dose di rabbia repressa.

Il primo bullo di Si-eun è Yeong-bin, figlio di papà e pure dotato di una certa dose di risorse cognitive, che ha deciso però di investire in una vita da mezzo criminale mezzo tossichello, stronzo sadico tutto intero. Il genere di prevaricatore che ti spiega in diretta perché ti sta tormentando e lo fa in una maniera solo leggermente esagerata, che in realtà suona inquietante e plausibile quando proviene da una realtà altamente competitiva e impietosa come quella dei licei coreani (“Non sei bravo a scuola, non hai conoscenze e non sei ricco: il tuo ruolo nella società è l’umiliazione”). Il silenzioso Si-eun, però, è solo in apparenza remissivo. In realtà è (metaforicamente) un cyborg programmato per lo studio e incazzato con la vita, mal disposto a farsi mettere i piedi in testa – che sono un tipo di interazione umana, faccenda che non lo interessa neanche da lontano – ed è pronto a scoppiare alla prossima provocazione pesante.

Nato e sospinto da un high concept fumettoso, Weak Hero Class 1 in realtà guarda molto a Gus Van Sant (Elephant, Paranoid Park) nel racconto di un’adolescenza al maschile che affronta difficoltà sia personali, sia sistemiche, rispondendo alla violenza che subisce con una violenza uguale e contraria, citando Isacco Newton e rispettando i toni della premessa. Dopo essersi ribellato a Yeong-bin e avergli dato una serie di lezioni, Si-eun si ritrova suo malgrado coinvolto in una storiaccia più grande di lui, e per la prima volta nella sua vita avrà bisogno di appoggiarsi a un altro essere umano.

Su-ho, compagno di classe speculare caratterizzato da una certa saldezza fisica oltre che morale, diventa il suo primo e migliore amico. A loro si unisce il timido Beom-seok, che debole di un’esperienza alle medie e di un padre assai traumatici, fa come la remora con gli squali. Due amici che non sopravviveranno (si fa per dire) al cambio di scuola di Si-eun – punto di partenza di Weak Hero Class 2 – e che non lo aiutano solo a menare le mani, ma gli aprono anche le porte a un’umanità che gli era sempre stata negata, a un senso di comunione che gli era sempre stato segnalato come debolezza. Weak Hero Class 1 si traveste da baracconata per poi parlarti con cognizione di causa di bullismo, pressione sociale e solitudine dal punto di vista di un adolescente coreano di oggi, gettato in pasto all’iper competizione capitalistica fin dalle scuole medie.
La serie tv
Weak Hero
Drammatico - Corea del Sud 2022 - durata 43’
Titolo originale: ????
Con Park Ji-hoon, Choi Hyun-Wook, Hong Kyung, Kim Su-gyeom, Lee Yeon, Shin Seung-ho
in streaming: su Netflix Netflix Basic Ads
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta