Boris Becker – Nascita di un campione, il film in onda in prima tv su Rai Movie la sera del 20 maggio, non è solo un biopic sul giovane prodigio del tennis Boris Becker: è il tentativo, a tratti riuscito, a tratti retorico, di raccontare cosa succede quando il talento incontra le aspettative, il successo travolge l’identità e i legami più intimi si spezzano sotto il peso della gloria. Diretto dal finlandese Hannu Salonen, è tanto una celebrazione sportiva quanto una riflessione amara sui compromessi della carriera e sulla solitudine del successo.

La costruzione di una leggenda
La storia del film di Rai Movie Boris Becker – Nascita di un campione parte nel 1982, quando il giovane e focoso Becker viene notato dal rigido ma visionario coach Günther Bosch. Insieme al manager rumeno Ion Țiriac, i due costruiscono quello che diventerà un campione mondiale. A soli 17 anni, nel 1985, Becker vince Wimbledon, diventando il più giovane trionfatore del torneo nella storia. L’anno seguente conferma il successo, ma la pressione cresce e, nel 1987, dopo una precoce eliminazione agli Australian Open, la frattura con Bosch diventa definitiva.
Non è un racconto lineare. Il film alterna il trionfo a flashback, tra campi da tennis improvvisati a Leimen e le luci patinate di Monte Carlo. C’è un doppio movimento: da un lato la scalata alla vetta, dall’altro la lenta erosione delle relazioni personali. Il cuore della storia non è solo la vittoria a Wimbledon, ma il rapporto tra Becker e Bosch, tratteggiato con intensità e disillusione.
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Nel film di Rai Movie Boris Becker – Nascita di un campione, Bruno Alexander dà volto e corpo al giovane Boris. È atletico, esplosivo, goffo e ribelle quanto basta. Si allena duramente per replicare la “Beckerfaust” e l’inconfondibile tuffo sul prato di Wimbledon. Ma soprattutto, riesce a trasmettere l’irrequietezza adolescenziale di un ragazzo trasformato in icona. Il suo Boris ha fame di vittoria ma anche bisogno d’amore, tende a ribellarsi e poi si pente, ha lampi di maturità e fasi autodistruttive. Un personaggio tridimensionale che, pur non riuscendo sempre a liberarsi dai cliché narrativi, resta credibile.
Samuel Finzi, invece, è straordinario. Il suo Günther Bosch è un padre mancato, un educatore rigido, un uomo che sacrifica la famiglia per un sogno che non è il suo. La sua interpretazione riesce a far emergere l’ambivalenza di un uomo che ama e controlla, guida e soffoca, e che alla fine viene lasciato indietro. E forse è proprio lui il vero protagonista emotivo del film.
Mišel Matičević, nei panni di Țiriac, incarna il cinismo del business sportivo: una figura grottesca e caricaturale, ma necessaria, specchio di un mondo in cui i milioni contano più dei sentimenti. Meno riuscita, forse volutamente sopra le righe.

La psicologia del vincente
Il film di Rai Movie Boris Becker – Nascita di un campione affronta la formazione di un campione con un doppio registro: epico e malinconico. Da un lato, il talento che rompe gli schemi e conquista il mondo; dall’altro, la solitudine, il distacco, l’identità che si dissolve nell’immagine pubblica. Il titolo di Der Rebell, a lui affibbiato, suona un po’ enfatico: il vero Becker, suggerisce il lungometraggio, era meno un rivoluzionario e più un ragazzo confuso, a volte sbruffone, spesso sopraffatto. Il suo ribellismo era più posa che sostanza.
Centrale è anche il conflitto tra disciplina e libertà, tra genitorialità surrogata (Bosch) e autonomia, tra rigore e tentazione. Non mancano i momenti patetici, come la playlist anni ’80 (troppo invadente, troppo didascalica), ma sotto la superficie patinata resta un nucleo sincero: raccontare l’epopea di chi ce l’ha fatta troppo in fretta, a un prezzo troppo alto.
Bruno Alexander e la sua sfida
Nel lungo e appassionato lavoro preparatorio per il film di Rai Movie Boris Becker – Nascita di un campione, Bruno Alexander si è calato nel ruolo con dedizione totale.
Il giovane attore ha affrontato un intenso percorso fisico: 4.000 calorie al giorno, ore di tennis, allenamenti domestici durante il lockdown. Ha messo da parte il vizio del fumo e ha trasformato il suo corpo. Ma la vera trasformazione è emotiva: Alexander non imita Becker, lo reinterpreta. Non forza l’accento, evita la caricatura. Il suo Boris è un ragazzo di oggi che vive una storia di ieri con tutte le sue fragilità.
La sua ricerca non si è fermata ai video YouTube: Alexander ha parlato con Bosch, ha cercato di capire il legame, il rispetto e anche il dolore che un tempo univa e oggi divide i due. Il risultato è una performance che regge il confronto con biopic ben più celebrati.
Nostalgia e patologia della celebrità
Il film di Rai Movie Boris Becker – Nascita di un campione è anche una riflessione sullo sguardo del pubblico: su come la Germania ha osservato, idealizzato e poi bruciato il suo campione. Becker è stato tutto: idolo, sex symbol, eroe caduto. E oggi, mentre fa notizia più per le disavventure personali che per i ricordi sportivi, il film sembra chiedere: abbiamo mai davvero capito chi fosse Boris Becker?
La domanda resta sospesa. La pellicola offre uno sguardo parziale, a tratti idealizzato, a tratti amaramente ironico. Ma riesce là dove molti biopic falliscono: restituisce l’umano dietro il personaggio. E il finale, segnato dalla rottura con Bosch, ha una malinconia reale, non da copione.
Boris Becker – Nascita di un campione è un film imperfetto ma necessario. Imperfetto perché a volte scivola nel didascalico, nella playlist facile, nella nostalgia commerciale. Necessario perché tenta di restituire profondità a una figura che in Germania è diventata una maschera. Il merito più grande? Aver fatto di Günther Bosch un coprotagonista. Perché senza lui, probabilmente, Boris non avrebbe mai alzato quella coppa nel 1985.
E senza Boris, forse, noi non avremmo mai capito che anche i campioni sono semplicemente ragazzi in cerca di sé.
Filmografia
Boris Becker: Nascita di un campione
Biografico - Germania 2021 - durata 100’
Titolo originale: Der Rebell - Von Leimen nach Wimbledon
Regia: Hannu Salonen
Con Bruno Alexander, Henry Appiah, Samuel Finzi, Stefanie Früchtenicht, Christina Große, Thomas Huber
in streaming: su Rai Play
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