Nel 1924, Eric Liddell corse per la gloria, ma scelse Dio: nel film Sulle ali delle aquile, il seguito spirituale di Momenti di gloria in onda su Tv2000 il 15 maggio, i registi Stephen Shin e Michael Parker spogliano il mito del campione olimpico per raccontare l’uomo che scelse la sofferenza al posto del successo.

Un uomo solo contro il tempo e l’odio
Nel film di Tv2000 Sulle ali delle aquile, dopo aver rifiutato di correre la gara dei 100 metri alle Olimpiadi di Parigi per non competere di domenica (atto che lo rese leggenda), Eric Liddell (Joseph Fiennes) parte per la Cina, sua terra natale, dove intende continuare l’opera missionaria iniziata dai genitori. Insegna scienze, corre con gli studenti, si prende cura di un orfano, ama la sua famiglia e la fede. Ma tutto cambia nel 1937, con l’invasione giapponese.
Mentre la guerra si avvicina, Eric mette in salvo la moglie Florence e le figlie, rimandandole in Canada. Lui resta. Sarà catturato, deportato nel campo di internamento “Courtyard of the Happy Way” (nome beffardo), e lì inizierà la vera corsa: resistere. Per sé, ma soprattutto per gli altri.
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Archetipi di coraggio e coscienza
Al centro del film di Tv2000 Sulle ali delle aquile c’è Liddell, interpretato da Fiennes con un equilibrio raro tra dolcezza e forza morale. Il lungometraggio evita toni predicatori: mostra. Mostra Liddell che rinuncia al cibo per i più deboli, che insegna ai bambini, che sfida il comandante giapponese correndo a piedi nudi con i talloni sanguinanti, pur di ottenere medicine.
Xu Niu (Shawn Dou), personaggio fittizio e narratore della storia, è l’altra colonna narrativa. Ex autista di Liddell, uomo cinico e pratico, è il suo contrario. Dove Eric è onesto, lui corrompe. Dove Eric prega, lui bestemmia. Ma sarà proprio Xu, grazie all’esempio del missionario, a vivere una trasformazione silenziosa ma potente. Una parabola umana che non ha bisogno di miracoli: basta la coerenza.
Florence (Elizabeth Arends), la moglie, appare poco ma resta una figura chiave: rappresenta il sacrificio della famiglia lasciata indietro per una chiamata più grande.

Fede, speranza, testimonianza
Il film di Tv2000 Sulle ali delle aquile è costruito attorno a un concetto: resistenza spirituale. La corsa vera non è sui 400 metri. È quella che inizia dopo. Liddell affronta fame, isolamento, ingiustizia. Ma non smette di credere. Né negli altri, né in Dio. In un mondo che crolla sotto le bombe e la barbarie, lui resta un uomo saldo, un simbolo.
Il tema della speranza permea ogni fotogramma, anche i più dolorosi. C’è una scena emblematica in cui un bambino, cercando di introdurre medicine nel campo, muore folgorato sul filo elettrico. Liddell non crolla. Non urla. Prega. Ed è proprio questo silenzio che fa rumore: il rifiuto ostinato di odiare.
Ma il film parla anche di identità cristiana vissuta nel concreto, non predicata: Eric non combatte il male con la forza, ma con l’esempio. Il Vangelo, qui, non è una dottrina: è pane condiviso, è dignità in faccia agli aguzzini.
La vera storia: Oltre la leggenda olimpica
Il film di Tv2000 Sulle ali delle aquile si basa sulla vera storia di Eric Liddell, nato in Cina da missionari scozzesi, medaglia d’oro nei 400 metri alle Olimpiadi di Parigi del 1924. La sua decisione di non correre i 100 metri, la gara in cui era favorito, perché si svolgeva di domenica è diventata leggendaria.
Ma ciò che Momenti di gloria accennava appena nei titoli di coda è ciò che questo film esplora: Liddell rinunciò a fama e ricchezze per tornare in Cina come missionario. Durante l’occupazione giapponese, fu internato nel campo di Weihsien, dove morì nel 1945 per un tumore al cervello, debilitato dalla malnutrizione e dalla fatica.
Anche in quelle condizioni, continuò a insegnare, ad aiutare gli altri e a vivere la propria fede. I suoi studenti lo chiamavano “Zio Eric”, e molti lo considerarono un padre. Il suo ultimo gesto pubblico fu scrivere su un pezzo di carta il titolo del suo inno preferito, Be Still My Soul, mentre moriva nella corsia di un ospedale improvvisato.
La fede sulla paura
La messa in scena del film di Tv2000 Sulle ali delle aquile è sobria, a volte troppo. La regia manca di mordente nei momenti cruciali, e alcune scelte narrative - come la battuta finale sulla “fede nell’essenziale bontà dell’uomo”, in netto contrasto con la visione cristiana del peccato - rischiano di indebolire il messaggio. Ma Sulle ali delle aquile riesce comunque a toccare corde profonde.
Joseph Fiennes porta il peso del film sulle spalle con intensità contenuta, mai sopra le righe. L’uso della musica, in particolare l’inno Be Still My Soul, aggiunge una malinconia struggente che accompagna lo spettatore fino al commiato finale.
Sulle ali delle aquile è una lettera d’amore a un uomo che non ha voluto essere eroe, ma servo. È un film su ciò che resta quando il mondo si sfalda: la coscienza, l’amore, la fede. E soprattutto la speranza.
Eric Liddell muore nel campo, lontano dalla sua famiglia. Ma vive ancora. Nei cuori che ha toccato, nei gesti che ha ispirato, nel monumento cinese che porta le parole di Isaia: “Essi si alzeranno in volo come aquile, correranno e non si affaticheranno”.
Filmografia
Sulle ali delle aquile
Drammatico - Cina/Hong Kong/Usa 2016 - durata 104’
Titolo originale: On Wings of Eagles
Regia: Stephen Shin, Michael Parker
Con Joseph Fiennes, Bruce Locke, Richard Sanderson, Shawn Dou, Jesse Kove
in streaming: su Prime Video Apple TV Google Play Movies Amazon Video
Momenti di gloria
Drammatico - Gran Bretagna 1981 - durata 124’
Titolo originale: Chariots of Fire
Regia: Hugh Hudson
Con Ben Cross, Ian Charleson, Nicholas Farrell, Lindsay Anderson, Ian Holm
in streaming: su Apple TV Google Play Movies
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