Il film che Il quadro rubato dovrebbe o potrebbe essere e che lo stesso titolo suggerisce - e cioè la storia del furto di un dipinto ritrovato di Egon Schiele - è in realtà ciò che il suo autore scientemente lascia fuori campo, costruendo la sua mirabile sceneggiatura (Bonitzer è soprattutto uno sceneggiatore) su ciò che ruota attorno al quadro stesso. I girasoli di Schiele, realizzato nel 1914, andato perduto nel 1939 e nella finzione ritrovato a Mulhouse, in Alsazia, nella casa di un ex informatore della Gestapo, è un puro pretesto: il MacGuffin di un film pensato esso stesso come un corpo vuoto.

Ogni personaggio in scena potrebbe essere un potenziale truffatore (e magari lo è), dal protagonista specialista in autenticazioni di dipinti al servizio di una casa d’asta parigina alla sua stagista; dall’ex moglie anche lei specialista all’avvocato che segue il ritrovamento del quadro; dal ragazzo che lo ritrova alle tante persone interessate alla vendita... La svolta narrativa è sempre a un passo, e nell’attesa lo spettatore, catturato dal ritmo piano ma incalzante del racconto, è chiamato a spostare l’attenzione sulle ragioni di ciascuno, sul suo passato, il suo desiderio, il suo trauma.

L’Olocausto, per esempio, o la fine di un matrimonio, o ancora la nascita di un amore, il legame tra un padre e una figlia, la timidezza di un ragazzo... Tutto si tiene, in Il quadro rubato, dalla prima all’ultima sequenza, in un gioco di rimandi, doppi e ripetizioni (di parole, situazioni, figure, anche oggetti) che ovviamente rimanda al confine labile, nell’arte come nella vita, tra vero e falso, originale e copia. Un gioiello.
Il film
Il quadro rubato
Commedia - Francia 2024 - durata 91’
Titolo originale: Le tableau volé
Regia: Pascal Bonitzer
Con Alex Lutz, Léa Drucker, Nora Hamzawi, Louise Chevillotte, Arcadi Radeff, Laurence Cote
Al cinema: Uscita in Italia il 08/05/2025
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