Nel film Il processo Percy in onda su Tv2000 la sera del 22 aprile, diretto da Clark Johnson e interpretato da un intenso Christopher Walken, la domanda cardine (“Si può brevettare ciò che è vivo?”) diventa il cuore pulsante di un dramma legale che affonda le radici in una delle battaglie più simboliche del nostro tempo: quella tra agricoltori indipendenti e colossi agrochimici. Basato su fatti realmente accaduti, il film non si limita a ricostruire un processo, ma mette a nudo un sistema profondamente squilibrato, dove la posta in gioco non è solo un raccolto, ma il controllo stesso sul cibo e sulla libertà.

Christopher Walken
Il processo Percy (2020) Christopher Walken

La resistenza di un uomo comune

Percy Schmeiser (Christopher Walken), il protagonista del film di Tv2000 Il processo Percy, è un agricoltore canadese di 67 anni, orgoglioso della sua terra e del lavoro ereditato da generazioni. Non ha mai acquistato sementi OGM, né firmato contratti con multinazionali. Eppure, un giorno riceve una denuncia da Monsanto, gigante dell’agrochimica, che lo accusa di aver coltivato canola geneticamente modificata senza licenza.


La sua risposta non è quella che ci si aspetterebbe da un uomo della sua età e della sua condizione: Percy decide di combattere. Sostenuto dalla moglie Louise (Roberta Maxwell), dal giovane avvocato Jackson Weaver (Zach Braff) e dall’attivista anti-OGM Rebecca Salcau (Christina Ricci), porta il caso fino alla Corte Suprema del Canada. “Non ho rubato nulla. Questi semi sono miei, frutto del mio lavoro,” dice Percy. Il suo rifiuto di piegarsi lo trasforma in un simbolo globale della resistenza contadina.


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Volti di una battaglia universale

Nel film di Tv2000 Il processo Percy, Christopher Walken presta a Percy la sua tipica presenza scenica burbera e dignitosa, rendendolo credibile in ogni esitazione e in ogni colpo di testa. Non è un eroe convenzionale. È testardo, spesso scontroso, ma autentico. La sua umanità emerge soprattutto nei momenti di crisi familiare: il conflitto con il figlio Peter, insegnante che ha rinunciato alla vita agricola, e i dubbi di sua moglie Louise, inizialmente spaventata dalla prospettiva di perdere tutto.


La rete di sostegno che si crea attorno a Percy è fragile ma determinata. Jackson Weaver è un avvocato inesperto in cause di questa portata, ma è mosso da un senso di giustizia. Rebecca, invece, ha una visione più ampia: sa che la vicenda di Percy può diventare la miccia per un dibattito pubblico globale sui diritti dei coltivatori e sui rischi del monopolio genetico.

Adam Beach, Christopher Walken
Il processo Percy (2020) Adam Beach, Christopher Walken

Identità, proprietà e giustizia

Il cuore del film di Tv2000 Il processo Percy è una riflessione profonda sul concetto di proprietà. Chi possiede un seme? E chi decide se una pianta è “naturale” o “industriale”? La Monsanto, come ci mostra la pellicola, brevetta organismi viventi e chiede royalties su ogni loro utilizzo. Questo sistema, apparentemente legale, ha conseguenze devastanti: “Tutto quello che hai piantato, tutto ciò per cui hai lavorato una vita… non ti appartiene più”, dice un funzionario dell’azienda a Percy. È uno shock. È un’espropriazione culturale e biologica.


Il film tocca anche il tema della disinformazione e dell’isolamento: Percy viene screditato dalla comunità, visto come un ladro e un bugiardo. Ma proprio in quel momento, capisce che non è solo. “Il mio campo è anche il campo di migliaia di altri agricoltori. Questa battaglia è anche la loro”, afferma davanti a una platea di contadini.

La vera storia di Percy Schmeiser

Il vero Percy Schmeiser, agricoltore di Bruno, Saskatchewan, fu realmente trascinato in tribunale dalla Monsanto nel 1998. L’azienda sosteneva che nei suoi campi era stata trovata la loro canola geneticamente modificata, senza autorizzazione. Percy dichiarò di non aver mai piantato semi Monsanto, affermando che si trattava di contaminazione accidentale.


Il caso arrivò alla Corte Suprema del Canada nel 2004. In una sentenza divisa, i giudici riconobbero che Percy aveva coltivato semi contenenti il gene brevettato, ma non vi fu profitto illecito. La Corte non gli diede pienamente ragione, ma nemmeno alla Monsanto. Fu un verdetto che accese il dibattito globale sui brevetti biologici. Percy, nel frattempo, divenne un simbolo internazionale: ricevette il Mahatma Gandhi Award e venne celebrato in Europa e in India come icona della lotta per la sovranità alimentare.

Luci e ombre

Il regista Clark Johnson, già noto per lavori socialmente impegnati come The Wire, adotta un registro sobrio. Il film di Tv2000 Il processo Percy non cerca l’effetto spettacolare, ma la credibilità. Le riprese nelle praterie canadesi rendono bene la vastità della terra e il senso di appartenenza. Tuttavia, la struttura narrativa lineare e a tratti prevedibile appesantisce il ritmo. Anche l’uso insistito del brano This land is your land risulta fin troppo didascalico, pur sottolineando il messaggio politico.


Eppure, in questa semplicità, c’è una forza silenziosa. Il processo Percy non strepita: racconta. Non spettacolarizza la giustizia, ma la cerca. E quando Percy parla a una folla di agricoltori in India e pronuncia le parole “Non possiamo permettere che ci portino via ciò che ci rende liberi”, il messaggio è chiaro: non è solo una questione di semi, ma di futuro.


In tempi in cui la globalizzazione mette sempre più a rischio le economie locali, Il processo Percy è un promemoria potente su cosa significhi resistere. Il film parla ai contadini, ai cittadini, ai consumatori. Ci ricorda che dietro ogni prodotto sugli scaffali c’è una catena invisibile fatta di scelte politiche, scientifiche, economiche.


Percy Schmeiser non era un rivoluzionario. Era un uomo testardo, radicato, con la schiena dritta. Ma proprio per questo è diventato un eroe. Il film, con tutti i suoi limiti, ha il merito di farci conoscere la sua storia e di chiederci da che parte vogliamo stare.

Filmografia

locandina Il processo Percy

Il processo Percy

Drammatico - Canada 2020 - durata 99’

Titolo originale: Percy

Regia: Clark Johnson

Con Christina Ricci, Christopher Walken, Roberta Maxwell, Zach Braff, Luke Kirby, Adam Beach

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