Nel vasto e spesso prevedibile universo delle produzioni Hallmark, ogni tanto emerge un film come Il bracciale dell’amore, su Tv8 il giorno di Pasquetta, che riesce a prendersi sul serio pur mantenendo il tono caldo e rassicurante che ha reso celebre il marchio. Il bracciale dell’amore è un film che sa come mescolare spiritualità, imprenditorialità, e romanticismo con un messaggio tanto semplice quanto potente: contare le proprie benedizioni può cambiare la vita.

Una rinascita tra debiti, fede e perline
Dawn, interpretata nel film di Tv8 Il bracciale dell’amore da Amanda Schull, è una madre single che si ritrova a dover affrontare una valanga di problemi economici dopo il disastro finanziario provocato dal suo ex marito. Lavora come assistente veterinaria di giorno e cameriera la sera, cercando disperatamente di evitare la perdita della casa in cui vive con suo figlio adolescente.
La svolta arriva in un momento inaspettato, quando la sorella le ricorda dei “braccialetti delle benedizioni” che Dawn creava anni prima: piccoli gioielli fatti a mano con quattro perle, ognuna delle quali rappresenta un’occasione per riflettere su un aspetto positivo della propria vita. Un’idea semplice, quasi ingenua, che però si trasforma nel cuore della narrazione. Dawn ricomincia a produrli, prima per gratitudine, poi come omaggio ai clienti del suo secondo lavoro, e infine come prodotto in vendita. Il passaparola fa il resto: nasce un micro-brand che le permette di risollevarsi.
Ma la vita e i film Hallmark non sarebbero completi senza una complicazione romantica. Entra in scena Ben (Carlo Marks), affascinante e gentile, che si presenta come cliente della clinica veterinaria. Tra i due nasce subito una connessione, ma Ben è anche inconsapevolmente l’uomo che lavora per l’agenzia che sta cercando di pignorare la casa di Dawn. Questo intreccio di identità crea il giusto grado di suspense emotiva per alimentare il lato sentimentale del film.
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Gentilezza come atto rivoluzionario
Amanda Schull regge tutto il film di Tv8 Il bracciale dell’amore sulle sue spalle con una performance sincera e accessibile. Il suo volto è costantemente attraversato da una tensione tra determinazione e vulnerabilità che la rende credibile. Dawn non è un’eroina idealizzata, ma una donna stanca, ferita, che tuttavia non si arrende. Il suo percorso non è una redenzione miracolosa, ma una lenta e faticosa ricostruzione che passa attraverso piccoli gesti: un braccialetto, un sorriso, una preghiera.
Ben, il “bravo ragazzo” per eccellenza, sfugge per un pelo allo stereotipo. È premuroso, gentile, ma anche combattuto: il suo lavoro è in contrasto con i suoi valori. Il suo arco narrativo si completa con una scelta radicale (lasciare la sua carriera per investire nella piccola impresa di Dawn) che suona forse troppo idealistica, ma che funziona nel contesto del film.
Tra i personaggi secondari spicca Flancy, la cameriera anziana che fa da mentore a Dawn. In poche scene offre saggezza, umorismo e una dimensione intergenerazionale che arricchisce il racconto.

Gratitudine, fede e realismo magico
Il bracciale dell’amore su Tv8 è chiaramente un film a sfondo religioso, ma riesce a non cadere nella predica. La fede è trattata come uno spazio personale di forza e resilienza, non come imposizione. Le scene in chiesa, i discorsi del pastore, la solidarietà della comunità religiosa: tutto contribuisce a creare un’atmosfera di sostegno, non di giudizio.
Il tema centrale è la gratitudine. Ogni perlina del braccialetto costringe i personaggi (e lo spettatore) a soffermarsi su ciò che va bene, anche quando tutto sembra crollare. È un gesto semplice, ma carico di significato, che assume un valore quasi terapeutico. In un mondo dove il successo si misura spesso in termini di efficienza e accumulo, contare le proprie benedizioni è un atto di resistenza gentile.
Non manca però un sottotesto critico, soprattutto sul piano economico. Il film racconta con toni positivi una realtà ben più amara: per sopravvivere, Dawn deve lavorare due lavori, avviare un’attività artigianale da sola e contare sull’aiuto volontario di altre donne. La narrazione non problematizza mai abbastanza il fatto che un sogno imprenditoriale sostenuto da lavoro gratuito e dinamiche quasi familiari non sia sostenibile nel mondo reale.
Un’utopia femminile?
Il film di Tv8 Il bracciale dell’amore può essere letto anche come una favola contemporanea sul potere delle reti femminili. Il successo di Dawn non è frutto solo della sua perseveranza, ma della solidarietà delle donne che la circondano: la sorella, le amiche, le colleghe, le donne della chiesa. È un ecosistema di cura e supporto che diventa la vera impalcatura della sua rinascita.
Il film è sicuramente uno dei migliori esempi di cinema Hallmark recente. Riesce ad abbracciare la spiritualità senza imporsi, a raccontare una storia d’amore senza stucchevolezze e a parlare di imprenditorialità senza cinismo (anche se con poca aderenza alla realtà).
Il bracciale dell’amore è, in fondo, una parabola gentile: ci ricorda che la gratitudine è una forma di resistenza, che la gentilezza è una scelta quotidiana, e che anche una piccola perla può sostenere il peso di una nuova speranza.
Un film da vedere? Sì, ma anche da discutere. E magari, alla fine, da portare al polso.
Filmografia
Il bracciale dell'amore
Sentimentale - USA, Canada 2023 - durata 84’
Titolo originale: The Blessing Bracelet
Regia: Michael Robison
Con Amanda Schull, Carlo Marks, Nathan Parrott, Alison Wandzura, Morgana Wyllie, Madonna Gonzalez
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