Le potete immaginare le tre donne della famiglia Shearer arrivare alla stazione di New York, i capellini in testa, le valigie e tutto. Era il gennaio del 1920 e “scappavano” dal Canada. La madre Edith, con una determinazione che sarà poi la caratteristica più evidente di Norma, aveva mollato il padre, la cui azienda era fallita. Era arrivato il momento di puntare sulle figlie per il riscatto: le sue ragazze avrebbero fatto strada nello show business e lei avrebbe riguadagnato il suo status.

I primi anni difficili a New York

Il percorso verso il successo però non fu subito facile: Norma ottenne un’audizione da Florenz Ziegfeld, la cui rivista di varietà - le Zigfeld Follies - era letteralmente un’anticamera per il successo per molte attrici del tempo (le lista è chilometrica ma basti ricordare nomi come Louise Brooks, Paulette Goddard, Josephine Baker e Barbara Stanwyck).

 

Vogliamo parlare di quell’occhio strabico?

La ragazza però non passo l’esame. “gambe troppo forti e poi, vogliamo parlare di quell’occhio strabico?” 

Norma non si perse d’animo. Riuscì comunque a essere presa all’Universal, dove cercavano delle extra per piccole parti e si diede da fare. Sulle gambe certo non si poteva fare troppo, ma per l’occhio si rivolse a William Bates, un medico che aveva delle nuove teorie sullo strabismo e una cura basata su esercizi volti a potenziare la muscolatura. Ci si dedicò con risolutezza e, per quanto le idee di Bates siano oggi reputate controverse, dopo molti anni di pratica quotidiana lo strabismo migliorò notevolmente.

Dopo quello di Ziegfeld venne però un altro brusco no, da un altro che contava davvero: David W. Griffith. Ancora lo strabismo (la cura non aveva ancora avuto effetto) e poi gli occhi erano troppo azzurri. “Nei primi piani sembreranno bianchi!” (non c’era ancora il colore, ovviamente) “Non ce la farai mai”. 

Chiunque a quel punto avrebbe mollato, ma non Norma Shearer. Dopo una particina appena più di successo in un filmetto da poco, nel 1923 fu notata da Louis B. Meyer che aveva appena promosso al rango di presidente dei suoi studios un giovane che sarebbe poi passato alla storia con il soprannome di boy wonder: Irving G. Thalberg. E fu così che - di nuovo accompagnata dalla madre - Norma Shearer partì per Los Angeles. 

 

 L’arrivo di Norma Shearer a Hollywood

Arrivata a Hollywood avrebbe incontrato Thalberg: 7 anni dopo per sposarlo si sarebbe convertita all’ebraismo (restando fedele alla nuova religione per tutta la vita, anche dopo la morte precoce di lui: Norma era che una non mollava).

Ma anche lì le cose presero all’inizio una brutta piega. Nel suo primo film a Hollywood il regista disse che non era fotogenica e fu relegata in una parte minore. Venne una seconda parte  in un altro filmetto, Pleasure Mad: era la prova del fuoco. Norma sapeva che se non avesse passato quella prova, i giochi per lei si sarebbero chiusi lì. Dopo pochi giorni di riprese le cose stavano già mettendosi male: il regista lamentava di non riuscire a tirare fuori nulla dalla giovane attrice che venne convocata nello studio di Meyer. Il potente produttore all’inizio si mostrò molto paterno e comprensivo, poi di colpo ebbe uno scatto e si mise a urlare contro Norma dicendole che stava buttando via la sua carriera e che doveva andare d’accordo con il regista. Norma si mise a piangere e urlare e disse che adesso avrebbero visto chi era lei. Di colpo Meyer tornò pacato e comprensivo: “Perfetto. È proprio quello che volevo sentirmi dire”. L’agguato emotivo funzionò e Norma tirò fuori ancora una volta il suo carattere determinato, riuscendo a entrare nella parte.

La First Lady della MGM

L’anno dopo quando la Meyer Pictures si fuse con la Samuel Goldywn Pictures e con la Metro Pictures dando vita alla neonata Metro-Goldwyn-Meyer, con Irving Thalberg alla guida, Norma venne scelta per la parte principale nel primo film  - L’uomo che prende gli schiaffi - dove avrebbe dovuto recitare accanto al geniale Lon Chaney. Il film fu un grande successo e segnò il vero primo trionfo di Norma Shearer e della MGM.

Leggi anche

 

Da quel momento in poi, grazie anche al matrimonio con Thalberg, Shearer divenne la First Lady della MGM. Non solo, quando pochi anni dopo realizzò The Trial of Mary Dugan, il suo primo film sonoro - una prova che moltissimi attori temevano come un esame - superò egregiamente la prova e il film fu molto amato, come fu molto amato il suo accento canadese. Va detto che ebbe un aiuto: suo fratello Douglas Shearer, che nella sua carriera di tecnico del suono vinse 12 premi Oscar e che fu determinante per la MGM, l’aveva ben preparata. 

 

L’Oscar e gli ultimi anni di lavoro

Nel 1930 Norma Shearer avrebbe poi vinto l’Oscar come miglior attrice per La divorziata, con un ruolo che rompeva definitivamente con le verginelle a la Mary Pickford che tanto erano state rappresentate nel cinema muto di quegli anni. La parte della Shearer era quella di una donna che reagiva al tradimento del marito ripagandolo con la sua stessa moneta: qualcosa che oggi sembra indifferente ma che negli anni ‘30 rappresentava un elemento di rottura. Come scrisse Mick La Salle nel suo libro Complicated Women, dedicato a lei e alle molte altre attrici di quegli anni che modificarono l’immagine della donna: “Norma Shearer fu la prima attrice americana a rendere accettabile e persino chich che la donna sullo schermo fosse una single e non una vergine”.

 

Negli anni a seguire arrivarono molti altri film importanti, sempre per la MGM guidata dal marito. Tuttavia l’arrivo del Production Code (il codice di autoregolamentazione che nel 1934 gli studios si diedero per “moralizzare” i contenuti dei film e che perdurò sino al 1954), dovette abbandonare i ruoli da donna libera a favore di parti più drammatiche. Vennero alcuni celebri film in costume - Giulietta e Romeo (1936) di Cukor, Maria Antonietta (1938) - e alcune commedie come Donne (1939) e Avventura all’Avana (1942), sempre di Cukor.

Clamoroso fu il suo rifiuto per la parte di Scarlett O’Hara in Via col vento (1939), che fu poi di Vivien Leigh. 
La morte di Thalberg, nel 1936, la vide sposarsi di nuovo nel 1942 - dopo brevi avventure con James Stewart e con l’attore George Raft - con Martin Arrougé, un maestro di sci di dodici anni più giovane di lei. In quello stesso anno girò il suo ultimo film Maschere di lusso (1942). Aveva solo quarant’anni. 
Sarebbe vissuta per altri 41 anni senza più calcare le scene, accanto al marito, rifiutando ogni richiesta e ogni proposta di tornare a recitare e ritirandosi dalla vita sociale di Hollywood che un tempo l’aveva vista regina. Perché Norma Shearer era una che quando prendeva una decisione, poi la manteneva. 

 

Tutti i film di Norma Shearer

Filmografia

locandina L'uomo che prende gli schiaffi

L'uomo che prende gli schiaffi

Drammatico - USA 1924 - durata 80’

Titolo originale: He Who Gets Slapped

Regia: Victor Sjöström

Con Marc MacDermott, Lon Chaney, Norma Shearer, John Gilbert, Tully Marshall

in streaming: su Plex

Il primo film della MGM, girato a fianco di Lon Chamney, che rappresentò per Norma Shearer il vero primo grande successo.
locandina La divorziata

La divorziata

Drammatico - USA 1930 - durata 83’

Titolo originale: The Divorcee

Regia: Robert Z. Leonard

Con Norma Shearer, Chester Morris, Conrad Nagel, Robert Montgomery

Il film che le diede l'Oscar come miglior attrice. Oggi può sembrare superato e quasi banale ma ai tempi fu visto come rivoluzionario per i contenuti a favore delle donne.