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Maltese - Il romanzo del Commissario

1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie

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La recensione su Maltese - Il romanzo del Commissario

di Immorale
7 stelle

Niente arancini per Maltese.

Una delle poche soprese (forse l’unica) dell’asfittica offerta della rete ammiraglia della RAI, almeno finora, ci propone un nuovo volto nell’affollato (perfino in Italia) panorama del dramma poliziesco. In netta contrapposizione, data l’dea di base partorita da un soggetto dello scomparso sceneggiatore Nicola Badalucco (“Morte a Venezia” di Visconti, “La piovra” di Damiani), d’origine trapanese, da una certa idea folcloristica di altre figure di famosi investigatori da fiction.

 

 

La scelta di raccontare fittiziamente gli albori della presa di coscienza del fenomeno criminale mafioso, ma con buona approssimazione filologica, ci trasporta in un riproposizione molto accurata della realtà “storica” della Trapani anni 70. Dove si innesta il racconto della ricerca di giustizia dell’indomito commissario Maltese, ricacciato quasi a forza nella dura realtà dalla quale, ventenne, aveva preferito allontanarsi a causa di gravi vicissitudini familiari.

 

 

Nessun personaggio macchiettistico, quindi, né divagazioni culinarie o location commissionate in toto dall’ente turismo siciliano, e quasi nessun abbandono all’immancabile alleggerimento da commedia: solo un racconto poliziesco “romanzato” (come da infelice – superfluo - suffisso del titolo della miniserie) intenzionalmente adulto e caratterizzato da una certa durezza di fondo. Uno sguardo attualizzato (ovviamente) alla produzione anni 70, con un netto predominio delle sequenze d’azione, mirabilmente montate e abilmente condotte dalla mano registica di Tavarelli (l’inseguimento introduttivo, le molte sparatorie).

 

 

La stessa cupezza predomina anche nella rorida fotografia, nelle panoramiche su una città tentacolare e poco ariosa, circondata da una mare occluso e poco invitante. Atmosfera onnicomprensiva, esaltata anche dalle arrembanti pennellate elettroniche degli intermezzi sonori, e plot adeguato alle tematiche trattate, che non mantiene in toto le promesse d’avvio e si stempera, nelle puntate conclusive, nel facile rifugio di una inaspettata prevedibilità nel dipanare il mistero ed in un lieve eccesso delle tematiche amorose. Minime vicissitudini comunque comprensibili, insieme a qualche (voluto ?) buco di sceneggiatura, che tradiscono la natura seriale del progetto e ne preannunciano un probabile sequel.

 

 

Ben assemblato anche il cast, con il protagonista Kim Rossi Stuart sugli scudi di una caratterizzazione equilibrata, e una selva di buoni caratteristi (quasi tutti baffuti) di contorno a dare manforte ad un lavoro di tutto rispetto, parzialmente massacrato negli ascolti dalla maldestra distribuzione RAI.

 

 

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