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ANDAR PER MOSTRE (e trovare il cinema: Bernardo Bertolucci)
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 Manciù, l’ultimo Imperatore

Treviso, Casa dei Carraresi

dal 29 ottobre 2011 al 13 maggio 2012

Protagonista è la Cina al tramonto del Celeste Impero, con una grande mostra e un grande film di Bernardo Bertolucci.

 

Una sezione della mostra è dedicata al film, non capita spesso di trovare, girando per musei e pinacoteche, un link così invitante, preceduto com’è da sale piene di oggetti meravigliosi e storie che, magia del cinema, sembrano prendere il volo ed entrare nel film o, viceversa, uscire dal film e disporsi nelle bacheche.

L’impressione è forte per chi conosce la storia di Pu Yi, come la raccontò Bertolucci nell’87, Vittorio Storaro fotografò e Ryuichi Sakamoto con David Byrne musicò.

La mostra chiude il ciclo "La Via della Seta e la Civiltà Cinese" ed è stata inserita dal Governo Cinese nel Programma ufficiale dell’Anno della Cina in Italia e delle celebrazioni per il Quarantennale dell’apertura delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina.

Quelle che l’hanno preceduta hanno descritto lo sviluppo della Civiltà Cinese attraverso la successione delle Dinastie legate alla Via della seta e sono state esposte collezioni del Museo Storico Nazionale della Cina e dei Musei disseminati lungo i percorsi della Via della Seta appartenenti alle Province del Hebei, del Shanxi, del Shaanxi, del Henan, del Hunan, del Gansu, del Qinghai e alle Regioni autonome del Xinjiang, della Mondolia Interna e del Ningxia Hui.

2005   La nascita del Celeste Impero  (221 a.c. - 970 d.C.) 

2007   Gengis Khan e il tesoro dei Mongoli   (970 – 1368)

2009   Lo splendore dei Ming  (1368 – 1644)

Impossibile soffermarsi qui sulla ricchezza delle mostre precedenti, ci limitiamo a quest’ultima, forse la più struggente per il periodo che affronta, la fine del Celeste Impero, certo quella che, al di là del fascino dei reperti, dalle armature alle ceramiche, dai quadri alle sete, fino a culminare nella sala del Trono Celeste, più sollecita il visitatore ad una riflessione sull’uomo e sulla sua presenza nel mondo.

Quest’anno, per la prima volta, gli oggetti personali dell'ultimo Imperatore, Pu Yi, sono stati esposti al pubblico internazionale.

Per ragioni di conservazione tutti i reperti rimangono in mostra per non più di tre mesi, e poi  vengono sostituiti con altri di pari valore.

Dunque una mostra “mobile”, cambierà dinanzi ai nostri occhi, come il cinema, “… l'unica forma d'arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile”, diceva Ennio Flaiano.

Una storia lunga e straordinaria al suo epilogo che, come ogni storia che finisce, ci riempie di commozione e pensieri.

E un pensiero va, inevitabilmente, ad un altro Imperatore d’Oriente, che la tempesta del ‘900 spazzò via, Hirohito, 124° imperatore discendente della Dea del Sole, figlio di Taisho, nipote di Meiji.

Anche di lui il cinema si occupò, e con Sokurov lo chiamò Il Sole, nel 2005.

 

Tiziano Terzani lo definì “prigioniero della storia”, e lo stesso potrebbe dirsi di Pu Yi, singolari convergenze unirono i due uomini.

Una, però, fu la gran differenza: Hirohito firmò la "Dichiarazione della natura umana dell'imperatore" davanti al generale Mac Arthur e, morto di tumore il 7 gennaio 1989, ricevette onori di Stato.

Pu Yi morì invece da giardiniere dell’Orto Botanico di Pekino con addosso la giacca della Repubblica Popolare Cinese.

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Seguiamo ora il percorso della mostra

(attingo alle note descrittive e alle immagini presenti sul sito web)

http://www.laviadellaseta.info/

Manciù, la Dinastia guerriera

Manciù, l’ultima Dinastia che ha governato sul Celeste Impero dal 1644 al 1911: le armi e le uniformi militari dei grandi imperatori Kangxi e Qianlong, le preziose suppellettili delle regge dei Manciù, le mitiche collezioni dell’Imperatrice Cixi sono esposte insieme ai reperti che testimoniano il crollo dell’Impero e l’avvento della Repubblica.

Le divise militari del 1644

Le favolose divise militari degli Imperatori Manciù e dell’esercito che nel 1644 conquistò la Cina sono esibite complete di elmi e simboli delle “Otto Bandiere”, i ranghi delle armate tartare.

Le armi della conquista

Le mitiche spade, gli archi e le frecce del più potente esercito asiatico del XVII secolo, oltre a faretre, selle e fucili da campo completano la sezione di guerra.

I mitici guardaroba

Dai guardaroba perfettamente conservati del Palazzo Imperiale sono in mostra gli abiti sontuosi in seta ricamata di Imperatori, Imperatrici, Concubine imperiali e nobiltà di Corte.

I ritratti degli Imperatori

I ritratti ufficiali dei dodici Imperatori Qing costituirscono una straordinaria “galleria” di famiglia – la famiglia mancese degli Aisin Gioro – che si estinse con l’ultimo Imperatore, Pu Yi.

I dipinti del Castiglione

Quattro straordinari dipinti su seta, opera del gesuita milanese Giuseppe Castiglione, testimoniano l’arte di questo straordinario Italiano che, con il nome di Lang Shining, fu il più grande pittore “cinese” del Settecento.

Dipinti di Cixi, l’Imperatrice Vedova

Gli oggetti della quotidianità

Una sezione della Mostra è interamente dedicata ad oggetti in oro e argento, giada, porcellana, rame, lacche, seta, smalti, legno che rappresentano una sintesi della quotidianità nelle stanze imperiali.

I Tesori del Palazzo Imperiale

Dai Palazzi Imperiali dei sovrani Manciù sono arrivati a Casa dei Carraresi i tesori degli Imperatori, a cominciare dai sigilli del potere del “Grande Qing”.

Il Trono del Celeste Impero

Il favoloso trono dei Manciù, la mitica Dinastia fondata da Nurhachi, completamente smontato con tutti i suoi arredi è stato riallestito a Casa dei Carraresi. Un evento unico nella storia della Cina.

L’epopea dell’Ultimo Imperatore

Per la prima volta al mondo gli oggetti personali dell’ultimo Imperatore della Cina, Pu Yi, protagonista dell’indimenticabile film-capolavoro di Bernardo Bertolucci, sono usciti dal palazzo di Changchun, già capitale dell’Impero fantoccio del Manchukuò, ed esposti a Casa dei Carraresi.

Una parte della mostra è stata dedicata alla sua epopea umana, con documenti storici e fotografie.

I suoi abiti e oggetti personali

Le vesti del bambino-imperatore Pu Yi, la famosa gabbietta del grillo suo unico amico nella Città Proibita, la sua prima macchina fotografica, e altri pochi oggetti superstiti degli anni 1908-1924 vengono esposti per la prima volta.

Dal trono del Manchukuò alla prigione...

Rari e preziosi reperti costituiti dagli indumenti e dagli oggetti usati in carcere (1950-1959) testimoniano la sua straordinaria vicenda umana.

…a semplice cittadino “popolare”

Infine i documenti del “cittadino” Pu Yi (1959-1967), i suoi diari, la sua cartella elettorale, l’umile abito “alla Mao”, le molte fotografie della “vita nuova” dell’ultimo Imperatore della Cina.

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Ancora una volta, dunque, il cinema interagisce con gli altri linguaggi dell’arte, ci racconta la storia dell’uomo e questa torna ad essere cosa viva negli oggetti di una mostra, quelli che una volta fecero parte della sua vita quotidiana o divennero arte che celebrò il suo ingegno e tradusse i suoi sogni.

“ Freud pone la questione di come l'importanza dei legami logici di ragionamento possono essere rappresentati in immagini. Un problema analogo, dice, esiste per le arti visive. Ci sono infatti parallelismi tra le immagini oniriche e quelle create nell’ arte da un lato, e le immagini mentali che servono come il veicolo del pensiero, dall'altro; ma notando la somiglianza si diventa anche consapevoli delle differenze, e queste possono aiutare a caratterizzare il pensiero immaginario in modo più preciso.”

Rudolf Arnheim, Visual Thinking, Berkeley: University of California Press, 1969, p. 241

 

 www.paoladigiuseppe.it

 

 

 

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