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Racconti fantastici
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"Posso ascoltare soltanto il suono dolce di un pianoforte o di strumenti a corda. La violenza dei suoni di un'orchestra o il clamore di ottoni mi sono insopportabili. I suoni più lontani, soffocati, tenui mi giungono facilmente. Ho bisogno di penombra, di rumori quieti, di cibi dai sapori smorti, di colori tenui." (Roderick Usher / Philippe Leroy)

 

 

Biagio Proietti ed il raffinato regista di sceneggiati televisivi, Daniele D'Anza, nel 1978 concepiscono una mini serie televisiva destinata alla Rai, composta da quattro episodi -della durata di circa un'ora ciascuno- nei quali viene sviluppato (a mò di mosaico) il mondo letterario di Edgar Allan Poe. Nonostante evidente sia il riferimento anche alla serie di pellicole dirette da Roger Corman nel decennio precedente (in particolare I vivi e i morti e Il pozzo e il pendolo), l'opera del celebre e malinconico scrittore talvolta viene elaborata in maniera confusa quando non impropria, prova ne sia l'ingiustificabile presenza di una stanza, in casa Usher, con annesso enorme pendolo sovrastante gli avventori. Nonostante una certa elitaria e inadatta impostazione narrativa, destinata a raggiungere vette criptiche nell'episodio conclusivo, D'Anza può comunque contare in primis su un ottimo parco attori, con Philippe Leroy (nel ruolo di Roderick Usher) a fare da trait d'union tra i vari episodi. La musica di Facchinetti e Battaglia  (i Pooh) contribuisce poi a fare della serie un piccolo gioiello, dove un clima di malinconica e triste consapevolezza circa la caducità della vita, si fonde con cognizione di causa con i bei testi, che in più occasioni citano apertamente la stessa fonte d'ispirazione (Edgar Allan Poe).

 

 

"È accaduto qualcosa in questa dimora. Qualcosa di drammatico che è rimasto nell'aria... e incombe su di voi, sulle cose, su chiunque entra qui." (Il giudice / Gastone Moschin)

 

1.4 - Notte in casa Usher (*****)

Un manto di nebbia costringe un giudice (Gastone Moschin) al seguito di un assassino (Vittorio Mezzogiorno) nei pressi di casa Usher (Philippe Leroy). Trovata ospitalità, in una notte di inattese confessioni si compiono i destini dei due viaggiatori, costretti da una forza innaturale ad essere condannati chi con la morte, chi con l'angoscia generata da una coscienza che reclama vendetta. Finale chiuso, circolarmente, tra la nebbia. Ispirato al Cuore rivelatore di Poe e, tangenzialmente, al Ritratto di Dorian Gray l'episodio che inaugura la serie di Racconti Fantastici si mantiene su alti livelli, con dialoghi curati ed interpretazioni sentite.

 

 

"In preda ormai a pura follia, non la guardavo neppure più, la conoscevo a memoria. E non volevo vedere che i colori che andavo stendendo sulla tela, io li stavo togliendo -per un miracolo insano- dalle guance di lei che andavano smorendo. Ecco, ormai restava da fare ben poco: un tratto alle labbra, un tocco di colore all'occhio. E il tratto fu posto, e il tocco fu dato. Per un momento rimasi estasiato dinanzi all'opera che avevo compiuto. Ma la contemplazione fu breve. Paragonandola al suo eccezionale modello, mi accorsi che l'avevo uccisa trasferendo la sua vita nei colori di una tela." (Roderick Usher / Philippe Leroy).

 

 

2.4 - Ligeia forever  (***)

Roderick  (Philippe Leroy) s'imbatte in una stanza della villa che lo porta a rivivere i ricordi di suo padre Robert  (Umberto Orsini), uomo innamorato di Ligeia (Dagmar Lassander) una brava attrice ma con brutta voce, in declino a causa dell'avvento del sonoro al cinema. L'artista, durante una festa, si era tolta la vita. La presenza di una nuova donna, Morella (Silvia Dionisio) non risolleva dal decadimento psicologico lo sconfortato Robert.

 

 

3.4 - Il delirio di William Wilson  (**)

Durante un ballo in maschera, in casa Usher arriva trafelato William Wilson (Nino Castelnuovo), amante di Eleanor  (Janet Agren) la sorella di Roderick. William è un collaudatore di auto sportive e, per pura vanità, sembrerebbe essersi macchiato di un omicidio. Da qualche tempo si trova spesso di fronte ad un omonimo che riflette molte delle sue caratteristiche. L'alter ego, voce della coscienza, lo induce a mitigare pensieri violenti e di morte.

 

 

4.4 - La caduta di casa Usher  (*1/2)

Dopo il ballo in maschera, una nebbia nera conduce un gruppo di persone a casa Usher. Roderick da loro ospitalità mentre la sorella Eleanor sembra cadere in un grave stato di catalessi. Durante la notte gli eventi precipitano: Eleanor muore e viene sepolta nella cripta di famiglia, mentre gli ospiti si abbandonano ad atti immorali e dissacranti. 

 

 

"È impossibile dire come quell'idea sia entrata per la prima volta nel mio cervello. Una volta concepita essa mi perseguito', giorno e notte. Scopo non ve n'era, passione non ve n'era. Io amavo quell'uomo. Non mi aveva fatto un torto, non mi aveva mai insultato. Quanto al suo denaro... io non lo desideravo affatto. Credo che fosse il suo occhio. Sì, era questo. Uno dei suoi occhi assomigliava a quello di un avvoltoio. Un occhio azzurro, pallido. Con una maglia, un velo sopra. Ogni volta che esso cadeva su di me, mi si gelava il sangue. Così a gradi, molto lentamente, giunsi alla risoluzione di togliere la vita all'uomo. E liberarmi per sempre di quell'occhio. Voi pensate che io sia pazzo? No. I pazzi agiscono d'impulso. Senza prudenza, senza premeditazione. Avreste dovuto vedere con quale saggezza, con quale cautela, con quale dissimulazione mi misi all'opera. Non fui mai così gentile verso di lui come l'intera settimana prima di ucciderlo. Ogni notte, verso la mezzanotte, entravo nella sua stanza attento a non fare rumore per non turbare il suo sonno. Avevo con me una lanterna, e l'aprivo cautamente, molto cautamente, perché la cerniera strideva. L'aprivo quel tanto che un unico sottilissimo raggio di luce cadesse sull'occhio di avvoltoio. Per sette lunghe notti feci questo. Ma quell'occhio era chiuso. Così io non potevo compiere l'opera perché non mi perseguitava quell'uomo. No... no. Era... era il suo occhio maligno. L'ottava notte... l'ottava notte il pallido raggio della luce, come un filo di ragno, cadde sull'occhio di avvoltoio. Aperto, sbarrato, tutto di un azzurro scialbo e con quel velo schifoso sopra che mi gelava le midolla dentro le ossa. A vederlo divenni furioso. Con un urlo balzai addosso all'uomo. Lui emise un grido... uno solo. In un baleno, gli strinsi le mani attorno alla gola... il suo occhio non mi avrebbe turbato mai più! " (Confessione dell'assassino / Vittorio Mezzogiorno)

 

 

La serie, fruibile in streaming su Raiplay, è disponibile anche in un cofanetto a due dischi targato 01 Distribution e Rai Cinema. Purtroppo la qualità dell'edizione è piuttosto scadente a causa del pessimo stato di conservazione dei master originali.

 

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