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Tutte le ipocrisie del mondo.
di M Valdemar
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Un invito alla non visione.
Brutale, lo so. E pretenzioso; probabilmente pure difettosi, ragionamento e conclusioni.

Dunque, si sa, il 4 gennaio verrà distribuito nelle patrie sale il film più discusso degli ultimi mesi, All the Money in the World, ultima fatica diretta da Ridley Scott.
Discusso lo sanno anche i muri perché: Kevin Spacey cancellato con la materia di cui sono fatti i mattoni della grande casa hollywoodiana.
L'ipocrisia.
L'operazione Eraser-Spacey (e reclamizzata surrogazione con il pur incolpevole Christopher Plummer), sorta sugli accumuli di accuse più o meno gravi di molestie e abusi indirizzate al grandissimo attore di Keyser Söze, è un atto di inaudita ferocia, di pericolose implicazioni e censori effetti, di irricevibile arroganza.
Se non mi vai bene ti cancello.
Orbene, tanto si è – giustamente – dibattuto sulle ricreazioni digitali di attori morti (emblematico nonché più “estremo” il recente caso di Peter Cushing in Rogue One), motivate da esigenze di “continuity” (Carrie Fisher avrà dato in vita l'assenso all'uso virtuale del suo iconico corpo? Scommetto di sì …). Ma è un'altra faccenda.
Qui è diversa, peggiore: gli Studios fiutano l'aria che tira, intravedono il concreto rischio boicottaggio – perché la madre degli idioti perbenisti americani è sempre incinta – quindi mettono in moto la clamorosa sostituzione.
Spacey è – sarebbe (le dichiarazioni convergono a formare un quadro non esattamente intonso) – un lurido porco e forse altresì responsabile di azioni criminose, l'opinione pubblica di fronte a trailer e poster e annunci preventivi di premi (non me lo invento io: gli addetti ai lavori parlavano già di Oscar per Kevin Spacey) già manifesta tramite i social implacabile sete inquisitoria nonché crescente volontà punitiva, allora, Scott in testa (complimenti, Sir!), prendono l'incredibile decisione.
Solo che. Il film era finito-finito, il trailer lanciato nell'iperspazio internettaro, l'uscita imminente.
Coi tempi strettissimi, si rigirano in fretta e furia le parti col nuovo attore, si torna in post-produzione, montaggio, lancio delle nuove clip e foto dal set (“Miracolo di Natale”, l'hanno pure definito) …
Ma è un altro film, dannazione.
La storia(ccia) è nota. Schifosa, ma sempre nota.
E oramai accettata, “normale”, perfino. Con la complicità dei media.
Siccome l'innominabile è un mostro allora l'operazione Eraser-Spacey va sostenuta. Fioccano articoli su articoli – tutto parte sempre dagli Usa, naturalmente – e interviste (in primis Ridley Scott, parte attiva e non passiva del processo di cancellazione-sostituzione), dichiarazioni, revisioni …
Tutto ipocritamente teso a giustificare l'ingiustificabile, ad assolvere ciò che non può essere assolto, a coprire le nefandezze, a tentare di celare l'elefante nella stanza che barrisce e defeca e sventola l'attrezzo: è un altro cazzo di film!
Così parte la gara all'elogio preventivo e sperticato a Plummer (la stampa estera per i Golden Globes che versione avrà mai visto? Ci stavano ancora lavorando …), a sminuire di conseguenza quell'altro (all'improvviso si scopre che il mostro non era neanche sto granché come attore: leggere Ciak per -non- credere), alla eliminazione sistematica di nome-faccia-fattezze-storia (tranne che per quanto sopra) di colui che non deve essere nominato (Voldemort-Spacey?), la massiccia campagna pubblicitaria (in parte pure gratis: grandi!) in favore di quello che è visto come uno storico sussulto di coscienza, un processo pubblico di espiazione, una concreta opera morale e moralizzante.
Peccato solo che su tutto scorra, indistintamente, il sibilante fruscio del dio danaro.
Non nascondiamoci dietro le cazzate, please: la decisione più volte sopramenzionata non nasce da chissà quali riflessioni “etiche” – comunque discutibili – bensì da mere, banalissime questioni finanziarie.
Un punto di vista, il loro (Studios, produttori, regista ecc.), comprensibile; ma non lo è affatto quanto hanno in seguito attuato: non era sufficiente togliere il nome dalla locandina, far scomparire l'attore dal trailer, ovviamente non portarselo dietro alle presentazioni, anteprime stampa ecc.? No, perché il rischio – economico – era evidentemente troppo alto. E inoltre non avrebbero ottenuto il pubblico consenso (che significa anche non avere problemi per il futuro, anzi).
Salva l'anima, salvo il portafogli.
Ma almeno lo dichiarassero, senza tanti preamboli e capitomboli (tipo citare precedenti che tali non sono, vero Ciak, ancora?).
Senza tutte le ipocrisie che questa storia si trascina dietro.

Per tutto quanto qua sopra, non vedrò Tutti i soldi del mondo. Non questa versione sostitutiva, questo “altro” film.
Ovviamente non posso invitare alcunché a prendere la mia stessa scelta; vi invito però a esprimere il vostro pensiero in proposito. Non abbiate paura, su (chi non la pensa come il sottoscritto si vedrà recapitato a casa Keyser Söze in persona!).

[postilla: è superfluo dirlo ma non si sa mai. Qua nessuno giustifica, minimizza, dimentica le eventuali responsabilità anche penali di chicchessia]











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