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In Serie (45) : South Park (stag. 21) : "Put It Down!", o: Homo tardigradus.
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Svegliaaaa!1!1! È tutto in mano ai Bianchi!1!1!      

"South Park" è da sempre mosso da un escher-möbiusiano movimento spin 1ne/2wo riflesso e vice-in/contro-verso: non solo ribalta il punto di vista, lo specula, ma una volta compiuto il giro di giostra completo ecco che non ci si ritrova al punto di partenza bensì solo a metà dell'opera: per tentare di ritornare le cose al loro posto bisogna continuare a girare come dervisci rotanti, e alla fine della fiera si vomita.

Sons a Witches.  

La 21a stag. non possiede e non esprime il passo lungo della precedente, forte di un'orizzontalità spinta ben architettata e sfruttata

(qui rappresentata quasi solo dalla relazione Cartman-Heidi:
- "Noi dobbiamo aiutare quella ragazza. Non riuscite a capire quello che sta succedendo?"
- "Kyle, non sono affari nostri..."
- "Ti sbagli. In un certo senso...è come se ora stessimo uscendo tutti con Cartman!"),

ma è una via di mezzo che tenta di reinstaurare una particella di verticalità che, se da un lato non stona, dall'altro ne diminuisce un poco il respiro.  

"Non avrei mai pensato di vivere abbastanza a lungo da vederlo accadere nuovamente!"

In pieno sorgere sui postumi degli anni ottanta dell'era clintoniana del politicamente corretto - quella così ben derisa, sbeffeggiata e sviscerata da Philip Roth in "the Human Stain" («[Era] l’estate in cui il segreto di Bill Clinton venne a galla in ogni suo minimo e mortificante dettaglio. L’estate di un’orgia colossale di bacchettoneria, un’orgia di purezza nella quale al terrorismo subentrò, come dire, il pompinismo, e un maschio e giovanile presidente di mezza età e un’impiegata ventunenne impulsiva e innamorata, comportandosi nell’Ufficio Ovale come due adolescenti in un parcheggio, ravvivarono la più antica passione collettiva americana, storicamente forse il suo piacere più sleale e sovversivo: l’estasi dell’ipocrisia.») -, quasi un quarto di secolo fa, Robert Hughes, australian'orecchie a sventola mangia canguri incinti che chiama gli afroamericani negri, ma solo da una distanza di sicurezza (al di là delle sbarre, insomma: che popolo suscettibile! Manco fosse composto da sole mamme ebree...) poi resosi defunto un lustr'or sono, mandava alle stampe "la Cultura del Piagnisteo / the Culture of Complaint" (era tanto doveroso, utile e divertente prendere in giro la "sinistra" tanto quanto era deprimente, inutile e troppo facile perculare una "destra" composta da nani e ballerine, mostri e mentecatti: no, sto ancora parlando degli U.S.A., il Catzillo di Arcore non c'entra).
La cosa migliore di quel libro, composto da tre conferenze appartenenti ad un ciclo tenutosi alla New York Public Library sotto l'auspica egida della Oxford University Press, rimane la citazione (dopo J.M.Coetzee e prima di Daniel Mendelsohn, Denys Arcand ed Eugène Green) da “i Barbari” (la versione scelta per i tipi di Adelphi è quella di Eugenio Montale, dal suo Quaderno di Traduzioni) di Konstantinos Kavafis:

– E perché tutti sono nervosi? (I volti intorno si fanno gravi). Perché piazze e strade si vuotano ed ognuno torna a casa?
– È che fa buio e i Barbari non vengono, e chi arriva di là dalla frontiera dice che non ce n’è più neppur l’ombra.
– E ora che faremo senza i Barbari? (Era una soluzione come un’altra, dopo tutto...).    

Dove eravamo rimasti.
Qui. Al musical, ovviamente!
Stag. 19: (ep. 6: "Tweek x Craig") – "the Book of Love" (Stephin Merritt/the Magnetic Fields) - Peter Gabriel - "Scratch My Back" - 2010

E qui. 'Member? Con Donald Trump, Lincoln, Washington e uno stuolo di Member Berries.
Stag. 20: In Serie (34) : South Park (stag. 20) : "Oh!, I 'member!".

È un piacere ritrovare a 10 mesi di distanza, già dai titoli di testa in effetto miniatura, Trey Parker (e Matt Stone, lo scansafatiche) al lavoro. E da quasi subito ci regalano un nuovo semi-capolavoro, con un triplo cortocircuito [Mark Zuckerberg, Paul Ryan & Peppa Pig, Tardigradi (water/space bears & moss piglets), Weinstein & C. = caccia alle streghe, Vladimir Putin in punizione con Butters, la sborra della meraviglia (the Cum of Wonder), Alexa/Cortana vs JimBob, Canada = Corea del Nord, figli di strega e figli alle streghe, Kyle che si cambia d'abito e si rasa i capelli, ma poi reindossa la divisa ufficiale e rimane lo stesso] di fraintendimenti illuminanti e risolutivi, metafore paradossali, analogie ossimoriche, similitudini didascaliche, allegorie sineddotiche ("Guardate! C'è un'altra strega in cielo!" - Stacco sull'Air Force One di El Presidente Tweetadores - "Oh Madonnina!"), insomma: "Put it Down!" (se sei Presidente).  

Hillary - "And I'll Take the Pledge!"
Choir - "No One Cares!"    

Ike – giubba rossa della règia gendarmeria a cavallo canadese – che cavalca un Terranova vale il prezzo del biglietto.  

Poi, sorpresona per tutti gli Stranger Things (e "It") addicted: negli anni '80 esisteva anche musica che faceva seriamente cagare [dopo Scorsese ("the Wolf of Wall Street"), "South Park" rimette al loro posto Umberto Tozzi e derivati].

Un'ultima raccomandazione: "Soprattutto, ricordatevi che stiamo parlando del Presidente, quindi NON potete sparargli, d'accordo?".

(***¾) * * * *          

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