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The Giallo Lounge
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DJ Dellamorte comincia a far girare i suoi dischi, soundtrack notturna direttamente ispirata alle colonne sonore dei gialli anni settanta, divanetti e poltroncine ricoperte da stoffe tigrate/zebrate, pattern psichedelici, luci rossastre, qualcuno che si presente travestito dall’assassino di Sei donne per l'assassino, muovendosi lentamente fra le persone. Non so come mi ritrovo seduto vicino a Lamberto Bava mentre sto bevendo la mia birra e la sua romanità mi porta un’ondata di calore nel petto e valanghe di risate, un incontro del genere non me lo sarei mai aspettato. Gli piace raccontare la sua vita a Lamberto e lo ha fatto anche prima, durante la conversazione che ha avuto con Stephen Thrower, dopo la proiezione di La casa con la scala nel buio. Si è ripercorsa gran parte della sua carriera, il rapporto con il padre, l’amicizia con Dario Argento, le genesi di alcun film, gli immancabili aneddoti su attori e produttori, i successi commerciali. E’ comunque una testimonianza diretta di un mondo ormai scomparso in cui il cinema italiano era veramente un lavoro per tante persone e anche una specie di grande famiglia (da sempre pregio e difetto della nostra cultura), era quindi normale che i padri pensassero a insegnare il loro mestiere ai figli e che i soldi fossero importanti (a volte più dei film stessi) per mandare avanti la baracca. Il problema è che poi non ci si è saputi (e voluti) limitare e in molti hanno oltrepassato quel confine di pudore e onestà artistici per scadere in serie di prodotti di infima qualità, dove si è venduto il proprio nome pur di guadagnare qualcosa.

La breve chiacchierata con Lamberto è piacevole, informale e parecchio divertente, non conosco i suoi film e quindi non ho un’idea ben precisa di tutto quello che ha girato, ho solo sensazioni e intuizioni che mi arrivano dalle sue parole e forse un po’ di pregiudizi nella testa. Lo saluto e mi alzo per andare a prendere ancora da bere, la musica continua ad avvolgere la sala con contaminazioni prog, funk, lievi ipnosi psichedeliche e bassi sintetici, al bancone c’è uno strano tipo senza volto, cappello nero e guanti di pelle, alza la sua pinta in un cenno di saluto, le pulsazioni ritmiche intorno aumentano d’intensità come i miei battiti cardiaci, una donna si mette a ballare in maniera molto erotica su uno dei tavolinetti, il tipo senza volto svela la sua faccia, è una ragazza, mi sorride, ha ancora i guanti di pelle nera e l’impermeabile.

Ho un brivido lungo la schiena.

E non solo lì.

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