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Odierete questo film. Guardatelo.
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Ci sono "solo" cinque recensioni sul sito in questo momento su Madre!, la nuova creatura di Aronofsky presentata in concorso a Venezia 74 e in uscita questa settimana, eppure riescono a coprire quasi l'intero spettro in termini di stellette e si potrebbero utilizzare anche per pubblicare un vocabolarietto di aggettivi creativi e utili per definire un film da zero a dieci. Basato su una sceneggiatura scritta di getto in soli 5 giorni, Madre! (punto esclamativo, esatto) è il tipico film divisivo, film cioè destinati a spaccare l'audience tra amore incondizionato e odio profondo. Negli Stati Uniti la pellicola è uscita da una decina di giorni ed ha collezionato voti molto bassi sui principali aggregatori e incassi non esattamente brillanti, soprattutto a fronte di una distribuzione su 2000 schermi. Da quel momento la casa di produzione Paramount - non per puro rispetto verso la libertà espressiva dell'autore, né per questioni di principio o ideologiche ovviamente - è entrata in campo con decisione a sostegno dell'opera. E lo ha fatto a vari livelli, non ultimo quello puramente promozionale, distribuendo nuovi materiali che hanno accolto la natura divisiva e ambivalente del film stravolgendo concettualmente le tipiche locandine che tendono a mostrare in bella vista solo estratti di recensioni dai toni entusiastici e mostrando chiaramente anche frasi decisamente poco lusinghiere tipo: "Totalmente fuori strada", "Qualcuno odierà di brutto questo film", "Un circo grottesco e debosciato".

Al netto delle motivazioni che hanno prodotto questa strategia, il tentativo di promuovere un prodotto cinematografico anche attraverso i suoi lati oscuri si posiziona sicuramente sulla sponda opposta rispetto a quello che accade di solito: anche io sono onestamente stufo dei toni entusiastici dei trailer, dei nomi dei produttori sparati in corpo 200 sulle locandine solo perché sono vagamente riconoscibili e anche gli estratti magnificanti dalle recensioni hanno fatto il loro tempo, il mio sguardo non li nota neanche più, li scarta a priori, assomigliano al bel vestito indossato per impressionare, al trucco che copre o esalta, al difetto tenuto nascosto da un sorriso forzato, che spesso rappresentano l'espressione della paura di mostrarci per quello che siamo, ottenendo come risultato solo quello di farci incontrare e di piacere più spesso a persone che non risuonano veramente con noi.

Pur essendo di matrice culturale e spesso abitati da un'anima, però, i film sono pur sempre prodotti e come tali devono rispondere alle logiche commerciali che, per definizione, hanno come obiettivo quello di convertire l'audience in consumatori o clienti. Ottenere questo risultato con un approccio trasparente è quasi utopistico o forse può funzionare con alcune tipologie di prodotti diretti ad audience più attente, sensibili e consapevoli. Di certo se sei un'azienda che produce patatine da friggere in sacchi da 5 chili e vuoi entrare nei punti vendita di cibo biologico non ti puoi permettere di abbordare il mercato dicendo "Ehi queste patatine sono industriali e non sono un granché però costano poco". Promuovere un film di Aronofsky dicendo che ci sono elevate possibilità che questo film ti faccia veramente incazzare invece è uno scenario già più percorribile. Se non altro perché genera curiosità, fa leva sull'appartenenza ad uno schieramento e la polarizzazione diventa facilmente un segno identitario in nome del quale possiamo decidere di sottoporci ad una esperienza (limitata nel tempo) anche se ci sono delle ragionevoli possibilità che possa rivelarsi una fregatura.

Sapere che potreste odiare Madre! vi spingerà inesorabilmente a vederlo? Avanti, dite la verità, che anche a voi la frase "Un circo grottesco e debosciato" ha avuto l'effetto di aumentare la salivazione...

Se volete ragionare sul da farsi in maniera consapevole senza restare vittime di facili schematismi o delle furberie del marketing qui trovate le cinque recensioni su Madre! pubblicate dai nostri inviati al Festival di Venezia 74. Se invece volete dire la vostra su questo testo siete sempre i benvenuti qui sotto.

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