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Il segno Del Toro
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È inconfondibile. Una parte di visionarietà e una di ambizione. A cui si aggiunge una spruzzatina di perfezionismo. È questa la miscela che sta alla base del film che ha vinto il Leone d'oro a Venezia quest'anno: The Shape of Water del messicano Guillermo Del Toro. Sono le caratteristiche fondanti che emergono anche dalle tre recensioni che linko qui sotto). Spero non vi sia sfuggita la copertura che quest'anno è stata garantita dai nostri inviati speciali che dal primo giorno, anzi dal giorno prima, hanno pubblicato aggiornamenti quotidiani di varie forme.

Ci sono stati gli aggioramenti quotidiani di Spaggy che in tarda serata ci ha tenuto al corrente dei film più importanti della giornata inquadrandoli per concetti o significati. I post di Maghella, anch'essi quotidiani, erano specchio fedele di un approccio al festival più spontaneo, pura e semplice passione senza mediazione, che non sia il proprio personale sguardo di spettatore e di fan. Ci sono state le recensioni di Supadany, puntuali e lineari senza mai sacrificare entusiasmi sinceri e comunque ben giustificati. Le visioni alternative di EightAndHalf tra le quali spicca quella del film in ambiente realtà virtuale del suo amato Tsai Ming-liang e quella di Woodshock, film che è apparso ai suoi occhi come una rivelazione e del quale si è sentito parlare poco in giro. Naturalmente c'era anche Alan Smithee: chi ci segue sa che dietro a questo nickname si nasconde un cinefilo che sicuramente gode del dono dell'ubiquità o del teletrasporto. D'altronde il nickname che si è scelto dice già molto sulla sue capacità di essere tante persone in tanti luoghi, soprattutto in Francia, sua vera patria cinematografica.

Ringraziamo tutti loro. E ringraziamo anche tutti gli altri utenti che sono riusciti a fare un passaggio al festival e che hanno trovato il tempo e la voglia di pubblicare le loro impressioni qui su FilmTv.it: li trovate a questo link che porta a tutte le recensioni che sono state pubblicate nei giorni del festival sui film in programmazione nelle varie sezioni. Un lavoro e una ricchezza praticamente unici nel panorama dell'editoria online italiano che siamo orgogliosi di poter continuare a proporre alla marea di utenti che ci visitano quotidianamente, un lavoro che crediamo restituisca ai film in genere - e a maggior ragione ai festival - il senso primo di qualsiasi opera: l'essere tramandato e in un certo senso conservato.

Se è vero che molti dei film visti in questi dieci giorni faranno fatica a trovare una distribuzione capillare, ovviamente la cosa non vale per il vincitore del Leone d'oro. The Shape of Water è un prodotto Fox e dalla Fox sarà distribuito (a gennaio 2018). Il fatto che il Leone d'oro sia stato vinto da un film prodotto da una major, sebbene dalla divisione Searchlight, più focalizzata sulle produzioni cosiddette indipendenti, ha generato anche qui sul sito qualche malumore. Si tratta di una vittoria che una certa critica più radicale ha vissuto come una capitolazione dell'arte a beneficio del mercato. Riassunta in termini meno ideologici la questione sarebbe questa: i festival servono a premiare e quindi a scoprire film che altrimenti rischiano di restare ai margini del sistema distributivo o il loro scopo è premiare il film migliore tra quelli selezionati, a prescindere dalla produzione, dal denaro investito, dai nomi coinvolti? O forse l'errore, ammesso che esista, consiste proprio nell'aver composto una selezione troppo ampia coprendo uno spettro di cinema che va da George Clooney a Frederick Wiseman passando per i Manetti Bros e Virzì? E ancora, una selezione così ampia non rischia di offrire enormi margini di personalizzazione alla giuria? Cioè se nella stessa selezione ci sono così tanti modi diversi di fare e intendere il cinema, il segno caratterizzante di un festival finisce in mano ai giurati?

Se avete risposte, ipotesi, teorie, dubbi o semplicemente altre domande siete i benvenuti nella sezione commenti qui sotto.

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p.s. No, non avete letto male. Per ben tre volte sulla newsletter ho scritto Palma invece di Leone.  Lapsus interessante no?

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Tre recensioni per tre caratteristiche di The Shape Of Water
VISIONARIETÀ
PERFEZIONISMO
AMBIZIONE

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