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Venezia Mon Amour (forse)
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Si è appena conclusa la kermesse veneziana e il bilancio pare essere più che positivo. Informati in real-time dai nostri prodi inviati, dalla prospettiva-divano il Festival è apparso inspiegabilmente vivo, dopo un lungo periodo di difficoltà. Più che una svolta politica, un caso? Negli ultimi tre anni, al di là dei premi, in concorso o meno, da qui sono transitati alcune opere fondamentali per la critica contemporanea - vedi alla voce "Premi Oscar" ("Birdman", "La La Land" "Il caso Spotlight"). Il premio a Guillermo del Toro potrebbe persino essere letto in questa chiave: ai posteri l'ardua sentenza. Il cinema è anche e soprattutto business ed a volte ce lo si dimentica: stritolata dalla presenza ingombrante di Cannes (forse fin troppo ingombrante anche per sé stessa?) la Mostra aveva ed ha bisogno di riposizionarsi sul mercato. Speriamo in bene.

Quel che è certo: mancano ancora e sempre i grandi divi. Che pure quelli smuovono capitali! Il tappeto rosso pieno di stelline e stellone nostrane di scarso interesse e di dubbia pertinenza (la Boschi con il fratello che c'azzecca? E la Parietti, la Balti, e chi più ne ha più ne metta?). Ignoriamo. Come pure "le mogli di". Scremate le presenze, restano alcuni must per il look di stagione, con promemoria ben in vista: il lungo si indossa solo in occasioni specifiche (e oltre un certo orario!), la pelle non è da considerarsi un vestito ma in genere si copre, e soprattutto: guardarsi allo specchio prima di uscire!

Penelope Cruz in Atelier Versace: forse convince meno che in altre occasioni ma a lei è quasi tutto concesso. Fa dell'equilibrio la sua bellezza: viso levigato, chignon corretto, fisico tonico mai eccessivamente magro, sandalo in tinta. Imperfetta e quindi perfetta. Cigno seducente. 8+

Michelle Pfeiffer in Michael Kors Collection è la vera regina di questa Mostra 2017, almeno per quanto riguarda lo stile. Dopo qualche anno di appannamento botulinico ritorna in grande forma: abito (segnalo la lunghezza perfetta ma pericolosa che nasconde correttamente la scarpa ... e le insidie nel camminare) trucco natural-chic che non appesantisce il volto, capelli giovanili finto-spettinati che sarebbero un orrore se non fosse che la passerella è nel tardo pomeriggio e quindi sono concessi non raccolti. 9

Jennifer Lawrence è la dimostrazione di come la fama faccia miracoli. Da bruttina-cicciottella-invecchiata prematuramente-al meglio schiacquetta....a principessina del Reame di Hollywood in un batter di ciglia. L'abito di Christian Dior è splendido ma resta il dubbio che ci attanaglierà per tutta la rassegna: sul serio pensate di stare bene senza biancheria intima? 7-

Kirsten Dunst è una delle poche giovani attrici con le idee ben chiare: in tutte le sue apparizioni pubbliche ed ufficiali negli ultimissimi anni ha adottato un look diafano e fiabesco: capelli biondi, colori pastello, balze fiori tessuti ricchi. A Cannes mi era piaciuta di più ma, con tutti i suoi difetti, quest'abito Rodarte conferma il trend e parla a favore di una certezza della propria immagine. 8 1/2

L'avevo scritto a Cannes: Julianne Moore difficilmente sbaglia. E qui non sbaglia. L'abito di Valentino Haute Couture è tanto semplice quanto audace. Non solo per la scollatura (perfetta al millimetro: uno in più o in meno avrebbe reso il tutto inaccettabile) quanto per le frange argentate ad effetto grembiule. Eppure, nel complesso, splendido. 9

Qualcuno aiuti questa ragazza perché da sola si fa del male! Dite che non è sola ma ha uno stuolo di consiglieri (stylist, parrucchieri, truccatori, etc) ed il risultato è questo? Non ho parole! Non so che dire! Amanda Seyfried in Alexander McQueen è inclassificabile. Tremendo l'abito e le sta pure male: segna troppo decollete e stomaco. Sandalo al minimo della sufficienza (un eccesso di plateau comunque). La coda di cavallo me la faccio così quando vado a fare jogging. 3

Non l'ho mai nascosto: ho un debole per Valeria Golino. Un'attrice così bella! E che sa imporre la sua personalità sempre e comunque. I suoi outfits per questo festival 2017 sono sempre stati molto casual. Che non avesse voglia di mettersi troppo in ghingheri? Certo, Tommy Hilfiger e paillettes non sono proprio da pranzo domenicale in famiglia ma il pantalone, soprattutto se morbido, conserva sempre un non-so-che di sportivo. Il completo è un pigiamo di lusso, diciamolo pure! Non le sta neppure bene (appiattisce il decollete e segna troppo i fianchi). Ma scarpe, capelli naturali e trucco (viva il rossetto rosso) salvano il salvabile. Lei se lo può permettere: noi non tentiamoci neppure. 7

E le italiane? Suvvia, parliamone! Escluse le ingiudibabili (come scritto nella prefazione) sembra che, alla faccia dello stile, il diktat di questa edizione del Festival sia stato "Less is more". Siccome però ho il sospetto che molte di loro non abbiano studiato architettura, invece di intendere la locuzione come precetto del "minimalismo" (1947 - Ludwig Mies van der Rohe), l'hanno pretenziosamente applicata alla stoffa da utilizzare per i propri abiti. Il risultato è una volgare sovraesposizione di carne (poca) e ossa (molte) umane. Con la sottrazione inqualificabile della biancheria intima (il reggiseno!!!!). I risultati sono questi, e non assegno voti:

Cristiana Capotondi è una 37enne graziosa che non dimostra ancora i suoi anni. Ma li ha! Bazzica lo star system da quando è bambina, le si possono concedere errori come questi? No. L'abito Miu Miu blu notte illuminato da punti luce è molto bello. Su un manichino immobile, però! Adatto ad un decollete mignon frontalmente, è inadatto a chiunque sui lati. Andava tirato di un paio di centimentri in più sul collo? Ma avrebbe causato un problema al punto vita. Bahhh. Il sandalo con il plateau anteriore alto non è elegante.

Diciamo subito che l'abito Prada è molto bello e la pettinatura della Sig.ra Virzì-Micaela Ramazzotti altrettanto. Però: quella scollatura lì ben oltre la zona lombare e quell'ondata di paillettes traslucide nel tardo pomeriggio? Più adatto in un night club, probabilmente. Sensuale? Diciamo pure buzzurro.

Le fotomodelle credono di potersi permettere qualsiasi abito. Questa, lessicalmente, è una grande verità. Ma l'esito estetico è sempre buono? Risponderei con lo scatto qui sotto: appiattimento totale del decollete (c'è anche la possibilità della biancheria nel corpetto, se proprio non la si vuole mettere. Spiegatelo a queste ragazze), stomaco prominente, fianchi più larghi delle spalle. Effetto premaman (auguri ad Eva Riccobono che sta al settimo mese di gravidanza! Ops: ma sul serio non è incinta? o forse sì?). Abito Tommy Hilfiger: colpevole lui o lei che lo ha scelto?

Claudia Gerini è tutte noi: appesantita negli anni, con tutte le rughette al posto giusto, sprigiona una bellezza schietta e abbordabile. Sono aperta al perdono: di questo outfit Alberta Ferretti, però, no. Top troppo poco, gonnellona a vita alta troppo tanta. Spaccone, accessori orridi (bracciali a catena di colori diversi? Borsetta tipo contenitore per merenda per i bimbi delle elementari, da usarsi in caso di banana facile allo spiaccicamento in cartella?). Mamma mia....

Termino con l'adorabile Matilde Gioli: sorriso contagioso e occhi di cielo ma attenta! Perché se continui così, metti a rischio una carriera! Orripilanti tutti gli abiti sfoggiati. Questo il più rappresentativo: neanche peggio in scatto frontale (con ciccia debordante). L'effetto di spalle oltre ogni brutto immaginabile. Ridicolo persino per un amante del fetish spinto. Si candida per la prossima sfumatura di grigio

 

 

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