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Venezia 74°: diario di bordo giorno 2
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Secondo giorno, dormito un po' meglio,  abituarsi alla camera stile antico veneziano mi risulta sempre difficile però . Colazione super veloce all'unico bar aperto alla Mostra prima delle 8.00, per recarsi in fila alla sala Darsena (che oggi mi ospiterà per tutti e 4 i film che mi sono programmata di  vedere) per il film in concorso di Guillermo Del Toro: "The shape of The water".

locandina

The Shape of Water (2017): locandina

 

Ho scritto la recensione, quindi mi soffermero' solo sull'aspetto sorpresa che il film mi ha suscitato. Non amo particolarmente Del Toro, non sono una fan de "Il labirinto del fauno", per questo arrivo all'ultimo lavoro del regista piena di pregiudizi che si sbriciolano via via che i minuti trascorrono. Da tempo  non mi lasciavo conquistare da una favola, da un fantasy che però è anche molto altro. Inutile dire che pure per questo primo film della giornata le lacrime  mi sono scivolate copiose sulle gote, ormai non posso più uscire senza i miei fazzoletti di carta. L'unico effetto indesiderato del film è stato che la visione di tanta acqua nel film sottoforma di pioggia, scroscii, goccioline...ecc...ecc...hanno provocato in alcuni di noi bisogni impellenti da far lasciare in maniera urgente la sala.

Adel Karam, Kamel El Basha

The Insult (2017): Adel Karam, Kamel El Basha

Si esce solo il tempo per un caffè veloce e subito si rientra per il secondo film in concorso di Ziad Doueiri: "The insult". Il film ha l'ambizione di portare all'attenzione una tematica politica delicatissima e molto attuale. Il conflitto tra i palestinesi profughi nel Libano, la loro integrazione difficile, l'odio che è rimasto sotto le ceneri da entrambe le parti per una guerra terminata solo sulla carta viene ben raccontata attraverso un litigio apparentemente sciocco  tra il libanese Toni e il palestinese Yasser. Il litigio dovuto all'insulto da parte di Yasser per una provocazione razzista di Toni, si trasforma ben presto in un evento politico, ampliato a dismisura dai media e dalle vicende processuali che ne derivano. Il film è ambizioso, e risulta difficile per la sottoscritta dividere la parte emotiva dovuta alle vicende puramente storiche e politiche che il film racconta, con una  critica distaccata rivolta più all'aspetto cinematografico. Quest'ultimo appare infatti traballante e appesantito in più punti, soprattutto sul finale. Colonna sonora pessima. Nel complesso rimane un  film interessante da vedere, e aperto per mille riflessioni sulle questioni politiche degli ultimi trent'anni.

Dopo il film si rimane in sala per la visione del corto di Gianni Amelio "Casa d'altri".

scena

Casa d'altri (2017): scena

Quando si esce dalla sala Darsena il gruppo si sfalda. Ci dividiamo a  seconda di  cosa si vuole mangiare, ma soprattutto del tempo che abbiamo a disposizione. Io e Spaggy ci troviamo così da soli a mangiarci  il nostro sospirato panino con la mortadella.

 

Dopo un altro caffè, con Spaggy decidiamo di fare un piccolo giro nei dintorni del Grande Hotel Excelsior prima di separarci per le nostre visioni che per il resto della giornata non coincideranno più.  Bisogna sapere che il Grand Hotel del Lido ha una porta scorrevole ampia e lentissima. Da sempre simili porte sono state usate per sketch comici in moltissimi film di ogni epoca, mai mi sarei aspettata però di vedere il mio amico Spaggy protagonista assoluto di uno scontro frontale nel mezzo della porta niente po' po' di meno che con la presidentessa in persona Annette Bening.  Il mio amico (che a dire il vero è dalla sera precedente che è vittima di episodi sfortunati e alquanto misteriosi come "pullman fantasma" e "api malefiche") forse preso dall'emozione (lui dice per indicarmi l'attrice) ha rischiato fortemente di sbattere la sua faccia contro quella della Bening. Ovviamente abbiamo passato i minuti restanti a ridere come matti per il mancato "atto terroristico", nei confronti dei vertici festivalieri.

Mi avvio così con il sorriso sulle labbra (che mi tornerà più volte al pensiero dello scontro mancato e dello Spaggy quasi incastrato nella porta) verso la sala stampa, luogo di raccolta di idee e pensieri.

Alice Isaaz, Vincent Rottiers

Endangered Species (2017): Alice Isaaz, Vincent Rottiers

Per il pomeriggio raggiungo Eightandhalf, Supadany e Alan per la visione di un film nella sezione Orizzonti: "Specie a rischio" di Gilles Bourdos. La storia di 3 famiglie che si sfiorano tra di loro con le proprie  tragedie. La storia più drammatica è quella di Josephine e Tomas, una giovane coppia di sposini che dalla prima sera cominciano un rapporto fatto di ricatti psicologici e violenze fisiche.

Una riflessione su come i rapporti tra genitori e figli siano sempre più complessi e fitti di sfumature. Josephine (Alice Isaaz) continua ad accettare le botte da parte del marito non riuscendo a fidarsi della protezione del padre, che giungerà nella maniera più esasperata. Molto bravi gli attori che con la loro interpretazione danno un valore aggiunto ad un film non troppo originale nella forma, tanto da domandarmi il motivo nella sezione Orizzonti. In sala era presente parte del cast del film: il regista, l'autore e Alice Isaaz.

Non ho fame e salto praticamente la cena, mi succede spesso alla Mostra di perdere l'appetito per poi ritrovarlo improvvisamente nei momenti meno opportuni con voglie improvvise di cibi introvabili nei ristori disponibili.

scena

Human Flow (2017): scena

 

L'appetito di sicuro mi passa con la visione del quarto (e ultimo film della giornata), in concorso di Ai Weiwei: "Human Flow". Ero molto impaurita dai 140' minuti di durata del documentario. L'artista cinese rende utile ogni minuto di visione. Il flusso dei profughi di ogni parte del mondo viene descritta in maniera lucida. Troppo abituati a vedere certe immagini solo per pochi istanti al telegiornale, siamo diventati insensibili ai volti e alle espressioni di questi uomini che non sono tutti uguali, che hanno lingue, religioni, usanze, storie tutte diverse tra di loro, ma  che sono simili a noi proprio per la loro normalità che è andata persa per colpa delle guerre e delle carestie. Weiwei ci mostra i loro volti in modo minuzioso per poi volare altissimo nei cieli del mondo per guardare dall'alto come un uccello migratore i campi che ospitano indegnamente migliaia e migliaia di persone da anni.

Il cielo non ha confini e muri con fili spinati, e da quella altezza lo sguardo dell'artista si trasforma in pura poesia visiva.

Quest'anno il programma della Mostra segue dei percorsi riflessivi ben precisi e d'importanza socio politica non indifferente. Se ieri era rivolta  verso la tematica ambientale, oggi era sicuramente sensibile a tutto ciò che è:diverso, altro da noi, integrazione e accettazione. Ogni film che ho avuto modo di vedere è stato spunto di riflessione e grande commozione.

Cosa mi è piaciuto di più:

Supadany: The shaope of the water"

Spaggy: "Nato a Casal di Principe"

Eightandhalf :"Human Flow "

Maghella: "The shape of the water"

Alan Smithee :"Zama"

 

Cosa mi è piaciuto di meno:

Supadany: "Specie a rischio"

Spaggy : "The insult"

Eightandhalf: "The shape of the water "

Maghella: "The insult"

Alan Smithee: "The insult"

 

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