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"They Live": flusso sconnesso di pensieri
di DeathCross
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"They Live"

ovvero un flusso (probabilmente sconnesso) di pensieri sulla società (e su Carpenter) dopo l'ennesima visione del Capolavoro più Politico dell'Autore di "Halloween"

 

Rivisto "They Live" di John Carpenter, cercando di prestare attenzione ad ogni inquadratura e stacco di montaggio, e grazie a questo esercizio di lettura filmica ho avuto modo di apprezzare meglio la costruzione Visiva della narrazione e, soprattutto, del Discorso fortemente Politico di Carpenter, con uno Stile sì Classico ma non per questo impersonale o tradizionale. Anzi, Carpenter segue tutto sommato in modo corretto la grammatica cinematografica classica imponendo (in un modo che per certi versi mi pare analogo a quello Hitchcockiano) la sua Visione e la sua Personalità, e così i vari giochi di inquadrature, di soggettive, di primi piani eccetera serve ad arricchire le Immagini di indizi narrativi ma anche di spunti di riflessione, facendo entrare sempre di più l'Individuo Spettatore negli Occhi(ali) del Protagonista, con una Metafora tanto semplice quanto pesante e sovversiva. Carpenter non si cimenta con un drammone retorico e moderato contro aspetti sensazionalisticamente negativi della politica reaganiana, ma colpisce alla radice la base stessa non solo di quel determinato periodo amministrativo (che sarebbe continuato con bush sr) ma di tutta quella gigantesca messa in scena che è il sogno americano, ovvero la democrazia capitalista. Un sistema dove la libertà non esiste, sostituita da desideri indotti e inutili, dove l'Individuo viene represso (e soppresso) e assimilato al gigantesco meccanismo del sistema. Il suo (dell'Individuo) consenso ad essere schiavo viene indotto subdolamente tramite continue e martellanti propagande e pubblicità, esplicite e implicite (nel Film tramite messaggi subliminali propagati da segnali elettronici, nella realtà dal conformismo delle masse) che spingono le persone a "fare la propria parte" lavorando, comprando, mettendo su famiglia, educandosi ed educando, distraendosi, facendo leva su una distorsione dell'egoismo: si induce l'Individuo a credere di potersi affermare vendendo le proprie capacità ad un sistema, e magari gli viene concesso anche il successo (oppure egli si lascia "corrompere" e/o corrompe per ottenere questo successo), ma in realtà l'Individualità non si afferma veramente (perché è costretto a falsificare sé stesso per ottenere le "soddisfazioni" previste dal sistema) e tutti i suoi risultati vengono assimilati dalla società, dal sistema, dall'autorità.
"They Live" è un Film che andrebbe studiato individualmente per poi costruire dibattiti Politici e Sociali che potrebbero spronare gli Individui alla Ribellione contro la quotidiana schiavitù della società civile occidentale, cioè del capitalismo e della democrazia (che è, di fatto, una dittatura fondata sul consenso e sulla partecipazione popolare). Purtroppo, all'epoca ebbe poco successo (specialmente negli usa, ormai fortemente assuefatto dal neo-liberismo), mentre oggi il suo messaggio è stato svalutato diventando una marca di moda e persino letto in chiave anti-semita da gruppi neo-nazi... Certo, il fatto che Carpenter si definisca in certe interviste come un "happy capitalist" spalanca le porte ad interpretazioni più moderate del suo messaggio, ma
1) Carpenter mi pare aver tramutato la stanchezza e la delusione verso il sistema hollywoodiano in un abbandono del Cinema e della Regia, e per me il suo apparente attaccamento al denaro va letto come una mancanza di volontà di lavorare "gratis" per major avide di soldi, e per certi versi si può vedere una sorta di etica lavorativa, "proletaria" (in questo senso più comunista che Anarchica, ma pazienza)... Insomma, l'impressione è che Carpenter, comprensibilmente stanco del mondo, prenda un po' in giro gli intervistatori e forse anche il suo pubblico... Oppure è diventato più cinico, e anche questo sarebbe comprensibile...
2) anche Carpenter avesse voluto davvero lanciare un messaggio più critico (quindi aperto a cambiamenti riformisti della società statunitense) che non sovversivo (quindi volto ad un abbattimento radicale delle istituzioni americane), e forse in parte questa opzione potrebbe anche essere vera (perché, ad essere onesto, anche se fan non posso negare che Carpenter sia un Regista "compromesso" con il capitalismo: non è certo un Autore underground che ha realizzato Film senza soldi in ambienti sovversivi e rivoluzionari e/o "finanziando" le Lotte contro il sistema!) Ma torniamo alla frase principale... Se anche Carpenter avesse voluto lanciare un messaggio più moderato che radicale, ciò non toglie che la sua Critica, nel Film, spalanchi le porte ad interpretazioni volte ad una radicale sovversione del sistema capitalistico (magari quello democratico un po' meno, se si ragiona "spegnendo" un attimo le "Fiamme Anarchiche" che alimentano la mia mente), ed è innegabile che il Film contesti il bombardamento mediatico e le profonde diseguaglianze del neo-liberismo post-reaganiano. Trovo assai difficile individuare ossibili letture neo-naziste (anche perché Keith David è nero, e non so come i nazi riescano conciliare questo fatto con le loro cazzate sulla razza ariana), o peggio ancora vicine al neo-capitalismo che, da "They Live" ad oggi, non mi pare molto ridimensionato ma, semmai, potenziato in misura drammatica (oggi il controllo è pesantemente più invasivo di quanto lo fosse ieri: telecamere e altri dispositivi di controllo sono praticamente ovunque, in ogni strada e persino in casa nostra con le web-cam, gli smartphone, i gps ecc.). Invece trovo numerosi Spunti di Riflessione di matrice Anarchica e Libertaria: la polizia vista come istituzione asservita al potere, i media individuati come mezzi di distrazione e indottrinamento di massa, il lavoro e il matrimonio visti come strumenti di schiavitù e controllo, ecc. ecc. Persino la descrizione della Ribellione pare rispecchiare la situazione reale dei vari gruppi di contestazione: si lasciano spazi liberi alla critica e al dissenso, e chiunque può sparare le teorie complottiste più "pesanti", ma quando la sovversione si fa sentire con forza e, soprattutto, con azioni concrete, ecco che può scattare la repressione... E se si inizia a mettere in piedi qualcosa di pericoloso per il sistema, la repressione non è più "possibile" ma effettiva, doverosa... E purtroppo, come già allora vedeva Carpenter e come oggi diventa sempre più drammatico, la contestazione è sempre più debole, più facilmente controllabile, reprimibile, assorbibile (specie se è legata all'idea delle istituzioni, a parer mio). Soprattutto manca la volontà popolare (non della massa, che per natura è manipolabile, ma dell'insieme di numerosi Individui) di opporsi all'attuale marcia società: troppo assuefatta alla comodità, le masse (in questo senso sì, si parla di masse) popolari preferiscono ignorare i problemi, limitandosi al massimo a lamentarsi andando dietro a leader populistici che vendono soluzioni comode (ma che in realtà istigano soltanto la guerra tra poveri), ma senza voler mai mettersi in prima persona a contestare, con le parole e coi fatti, il sistema. Anzi, già solo l'idea di un mondo slegato dalle logiche dell'attuale società è visto come qualcosa di impossibile, "utopistico" se vogliono "venirti incontro", ma più probabilmente si immagina uno scenario apocalittico (e non post-apocalittico) fatto di caso e morte ad ogni angolo, perché "la gente è mostruosa" (anche se poi ci si appella proprio "alla gente" quando si corre dietro alle peggio propagande populistiche)...

E ho divagato, ma "They Live" è un Film che sprona a riflettere sulla società e sulla necessità di cambiare (radicalmente, secondo me) il mondo se non si vuole sprofondare nella Catastrofe... E io credo che ancora oggi, nonostante i vari tentativi di svalutamento della sua Portata Politica mascherati da apprezzamenti, il Capolavoro (probabilmente) più politicamente Sovversivo di John Carpenter sia ancora una fortissima spina nel fianco per il sistema capitalista occidentale, e infatti sembra essere un Film che, pur essendo lodato quasi ovunque come Cult, raramente venga preso seriamente in considerazione come Critica sociale (probabilmente perché data per scontata, ma per me si tende ad usare lo "scontato" come scusa per non parlare di argomenti scottanti). E, del resto, Carpenter stesso viene lodato come Maestro ma senza essere preso seriamente in considerazione come Autore politico, dandolo appunto "per scontato".

 

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