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Au revoir mademoiselle Moreau
di steno79
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Alla fine ci ha lasciati anche lei... Jeanne Moreau, attrice francese icona di talento, fascino, eleganza, simbolo di un’epoca e musa di registi e intellettuali, aveva 89 anni e aveva lavorato fino a pochi anni fa. E’ stata una di quelle attrici che bucavano lo schermo nonostante non fosse una bellezza paragonabile a Sofia, Brigitte o Marilyn. E’ stata una donna forte, sicura, che sceglieva molto spesso personaggi tormentati o anticonformisti. Per me rimane soprattutto Catherine, la donna fatale che fa innamorare Jules e Jim e ama entrambi, non riesce ad accontentarsi di un legame convenzionale, vuole inventare una nuova forma di amore che superi i limiti della coppia : Truffaut ne fece un volto simbolo della Nouvelle Vague, la amò sia come interprete e sia nel privato, come donna, la immortalò in una scena memorabile mentre canta « Le tourbillon de la vie ». Ripropongo in sua memoria una mia vecchia playlist che ripercorre la sua carriera e le sue interpretazioni e spero di ricevere dei vostri commenti che la ricordino. Ciao Jeanne

 

 

Da tempo volevo dedicare una play a questa grande attrice... oggi finalmente ho avuto l'ispirazione giusta! 
Jeanne Moreau nasce nel 1928 a Parigi, figlia di un ristoratore, proprietario della brasseria "La Cloche d'or", e di una ballerina inglese. Intorno al 1947 viene accettata alla Comedie-Française dove compie il suo debutto teatrale con piccole parti in "I sotterranei del Vaticano" di André Gide e "Un mese in campagna" di Turgeniev. Fra le sue performance teatrali più importanti di quegli anni ricordiamo quelle in "Le Cid", "Il principe di Homburg", "La gatta sul tetto che scotta"; fra i suoi partner più celebri sul palcoscenico, da citare almeno Gerard Philipe. Il suo debutto sullo schermo risale ai primi anni '50 con pellicole come "E' mezzanotte, dottor Schweitzer", mentre il primo ruolo di una certa importanza arriva nel 1954 in "Touchez pas au Grisbì" di Jacques Becker. Tuttavia, la svolta avverrà grazie all'incontro con Louis Malle, che ne farà la protagonista di film di successo come "Ascensore per il patibolo" (1957) e "Les amants" (1958): quest'ultimo film non mancherà di suscitare uno scandalo a causa di alcune sequenze d'amore giudicate troppo esplicite per l'epoca. Arrivata a questo punto della sua carriera, la Moreau si dedicherà sempre più al cinema, pur non disdegnando talvolta il ritorno sulle scene e iniziando una carriera parallela come cantante (dopo il successo della canzone "Le tourbillon de la vie"): il suo successo più importante, nonchè forse la sua interpretazione più memorabile, rimane quella di Catherine in "Jules e Jim" (1962) di François Truffaut, uno dei registi con cui si intenderà maggiormente e con cui tornerà a lavorare, con ottimi risultati, in "La sposa in nero" (1968). L'attrice diviene un punto di riferimento per molti intellettuali dell'epoca e stringe amicizie importanti con scrittori quali Jean Cocteau, Marguerite Duras, Blaise Cendrars, Paul Morand, Tennessee Williams, Henry Miller, Patricia Highsmith ecc. Il suo prestigio di interprete è cresciuto e lavora con registi importanti come Michelangelo Antonioni in "La notte" (1961), Joseph Losey in "Eva", Orson Welles in "Il processo" e "Falstaff", Jacques Demy in "La baie des anges", Luis Bunuel in "Il diario di una cameriera". A partire dagli anni '70 la sua carriera subisce un lieve declino, anche se partecipa ancora a pellicole prestigiose, talvolta in ruoli di comprimaria, come "I santissimi" di Bertrand Blier, "Mr. Klein" di Losey, "Gli ultimi fuochi" di Elia Kazan, "Souvenirs d'en France" di André Techiné, "Querelle" di Rainer W. Fassbiner (dove canta la canzone "Each man kills the thing he loves"), "Le paltoquet" di Michel Deville, "Il passo sospeso della cicogna" di Theo Angelopulos, "Fino alla fine del mondo" di Wim Wenders. Come regista ha realizzato due film, "Lumière" nel 1976 e "L'adolescente" nel 1979.  Nella vita privata è stata sposata con Jean-Louis Richard e il regista americano William Friedkin e ha avuto relazioni sentimentali con i registi Malle, Truffaut, Tony Richardson, con lo stilista Pierre Cardin e l'attore Teodoro Rubanis. Fra i premi ricevuti, la Palma come migliore attrice a Cannes per "Moderato cantabile" nel 1960, il Leone d'oro alla carriera a Venezia nel 1992 e l'Orso d'oro a Berlino nel 2000, nonchè il Cesar come migliore attrice nel 1992 per "La vieille qui marchait dans la mer" (un altro Cesar alla carriera arriva nel 2008); l'attrice, però, non ha mai vinto l'Oscar fino ad adesso.

 

Jules e Jim

Senz'altro l'interpretazione più famosa e rappresentativa della sua carriera: il personaggio di Catherine è una "donna fatale" che si trova al centro di un celeberrimo triangolo amoroso, tratto dal romanzo di Henri-Pierre Roché che l'attrice aveva conosciuto poco prima della sua morte. Catherine è una sorta di "Ape regina" che ha bisogno di continue attenzioni da parte dei numerosi uomini di cui si circonda, e a cui si lega in una maniera che non si potrebbe certamente definire convenzionale. La Moreau è perfetta nell'esprimere gli slanci di questa donna profondamente enigmatica che nel finale sceglierà di uccidersi ed uccidere l'uomo che amava e che non la corrispondeva più. Memorabile, inoltre, la sua interpretazione de "Le tourbillon de la vie" scritta da Boris Bassiak che nel film interpreta il terzo amante, Albert (da qui partirà la sua carriera di cantante).

 

 

 

 

La sposa in nero

La Moreau torna a lavorare con Truffaut in questo thriller ispirato ad un romanzo di William Irish. Una donna che era rimasta vedova il giorno delle sue nozze a causa di una bravata insegue e uccide i cinque balordi che avevano provocato la morte del marito: è la storia di un'ossessione amorosa, come in altri film di Truffaut, ma con uno stile apparentemente più freddo, che in realtà, sotto la scorza di ghiaccio, cela un'autentica emozione. Strutturato ad episodi, con un segmento per ogni omicidio: ma questo carattere frammentario non gli nuoce, perchè il fattore unificante è proprio il personaggio di Julie Kohler, reso dalla Moreau con una sapiente miscela di crudeltà e di sotterranea tenerezza.

 

La notte

La Moreau interpreta Lidia, la moglie di uno scrittore con cui sta attraversando una crisi coniugale e che si reca assieme al marito a fare visita ad un amico morente e ad una festa in casa di un ricco industriale che sancirà definitivamente la fine del loro rapporto. Ben doppiata da Andreina Pagnani, la Moreau offre una delle sue prove più sensibili ed intelligenti, surclassando in bravura un Mastroianni meno ispirato del solito. La scena della sua passeggiata alla periferia di Milano è ispirata ad una scena analoga in Ascensore per il patibolo. L'attrice dichiarò di non aver amato questo film e i metodi di lavoro di Antonioni, anche se molti anni dopo tornò sotto la sua direzione in una particina in Al di là delle nuvole.

 

Jeanne Moreau

La notte (1960): Jeanne Moreau

Storia immortale

La Moreau conobbe Orson Welles nei primi anni 50, quando lavorava a teatro, e fra i due nacque una grande amicizia nutrita di rispetto reciproco. Al cinema fu diretta da Welles in "Il processo" e "Falstaff" in ruoli di contorno, e in questo "Storia immortale" in un ruolo da protagonista, anche se si tratta soltanto di un mediometraggio di durata inferiore all'ora. L'attrice interpreta Virginie, una donna ingaggiata dal ricco e potente Mr. Clay per rendere vera un'antica leggenda orientale. Non è fra le sue prove migliori o più famose, ma l'attrice riesce ad emanare una discreta sensualità e regge bene il confronto con un Welles attore più opaco del solito.

locandina

Storia immortale (1968): locandina

 

Ascensore per il patibolo

La Moreau interpreta Florence, una donna decisa a sbarazzarsi del marito con l'aiuto dell'amante, interpretato da Maurice Ronet. Il film fu il primo girato sotto la direzione di Louis Malle, con cui avrebbe lavorato ancora in "Les amants", "Fuoco fatuo" e "Viva Maria". Probabilmente fu il vero punto di svolta della sua carriera, perchè fu il primo a mostrare il suo talento in tutte le sue sfaccettature alle prese con un personaggio piuttosto sgradevole, e con una regia innovativa che anticipava lo stile della Nouvelle Vague con inedite soluzioni linguistiche, fra cui una colonna sonora jazz di Miles Davis di forte risonanza emotiva. Anche qui, memorabile la scena della passeggiata della Moreau per le strade di Parigi.

Jeanne Moreau

Ascensore per il patibolo (1957): Jeanne Moreau

 

Eva

La storia di uno scrittore inglese che raggiunge il successo grazie ad un romanzo che, nella realtà, è stato scritto dal fratello ormai morto. Trovandosi a Venezia per la promozione del libro, lo scrittore incontra Eva, una squillo di alto bordo che gli farà perdere la testa fino a ridurlo in uno stato di schiavitù, e da cui cercherà inutilmente di liberarsi. Non fu un'opera fra le più acclamate di Losey nè dal pubblico nè dalla critica, fra l'altro subì diversi tagli, ma l'interpretazione della Moreau è stata assai elogiata e rientra fra le preferite dell'attrice stessa.

 

Il diario di una cameriera

Unica collaborazione con Luis Bunuel, e rifacimento di un film girato ad Hollywood dal grande Jean Renoir nel 1946. La Moreau è Celestine, una cameriera che usa il proprio fascino per tentare un avanzamento sociale, alle prese con una famiglia dove domina la corruzione e l'ossessione sessuale. Privo delle componenti surrealiste del grande regista spagnolo, il film fece vincere il premio come miglior attrice alla Moreau al festival di Karlovy-Vary

Jeanne Moreau

Il diario di una cameriera (1964): Jeanne Moreau

 

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