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In Serie (39) : “Twin Peaks” [stag. 3 (p. 2/3 - I. At the Movie), ep. 7-9] – “Got a Light?”, o: “Douglas Jones? He Moved Like a Cobra!”.
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[Bruce Conner - “Report”, 1967 (e “CrossRoads”, 1976)]

"Anche se non potete capire molto, istintivamente potete percepire dei valori."
Romolina a Papà, sulle Tombe Etrusche (quelle che Gassman in "il Sorpasso" si appendeva, più o meno, al culo), dal 3° ep. (Sonego-Sordi) di "Dove Vai in Vacanza?", 1978

Trasversalmente all'immagine e al suono evocati (“il Sangue di un Poeta” di Jean Cocteau) qui convergono e s'attorcigliano in parallelo l'immagine e il suono avocati: Lynch assume su di sé l'onere e il compito di inscenare “qualcos'altro”, ovvero, parafrasando proprio Cocteau: le immagini farebbero bene a immaginare un po’ di più prima di riflettersi negli occhi di chi le osserva; e allora: l'avanguardia sovrimpressionista di René Clair (Entr'Acte), l'umanesimo allucinato, sconfitto e feroce nei volti di Aleksandr Dovzenko (Arsenale e la Terra), le falci altostratiformi che (si s)tagliano (sul)la luna e le lame del montaggio attrattivo-metonimico-ipersurrealista che squarciano il corpo vitreo di Luis Buñuel (un Chien Andalou e l'Âge d'Or).

“Un bambino uscì per giocare: aprì la porta e vide il mondo. Attraversando la porta causò un riflesso. Nacque il male. Nacque il male, e seguì il bambino.”
Favola polacca citata dalla visitatrice (la vicina di casa della protagonista Laura Dern), interpretata da Grace Zabriskie, in “INLAND EMPIRE”

[Jean Cocteau - "il Sangue di un Poeta" - 1930]


Oramai “Questa serie tv è un film di [tot.] ore” ha surclassato e preso il posto di “Non esistono più le mezze stagioni”. Per TP3, questa stra-abusata, inflazionata e quasi destituita di senso locuzione torna ad avere un significato concreto e tangibile, a ripossederne il senso e a restituirlo: tecnicamente TP3 è un unico film di circa 18 ore in quanto - lo si deduce (Vede, Sente, Prova, Comprende, Percepisce) dalla tipologia di montaggio - prima sono state girate, in (una data) specifica sequenzialità scevra dalla trama e dettata da tempistica e logistica, o no, e/o viceversa, tutte le scene -[la sessione al Bang Bang Bar che chiude “ogni” episodio, per esempio: manca totalmente nell'ep. 7 (o meglio: ve n'è un sostituto a locale chiuso: c'è sempre musica nell'aria...e s'incendia...e qui accompagna la storia di prostituzione minorile fuori campo), viene anticipata nell'8°, e ritorna “al suo posto” nel 9°]-, e solo poi, con tutto il materiale a disposizione completo, i singoli episodi sono stati pescati e ricavati montandoli in fase di post-produzione senza tener conto di una scaletta/storyboard che li compartimentasse entro una cornice classica, un reiterato unicum episodico, ma perseguendo un'idea ben più ampia: non esistono o quasi cliffhanger, o anzi, meglio, spesso e volentieri, ma non sempre, la pratica viene sostituita da una performance “live” di un cantautore o di un gruppo musicale, (e “di conseguenza”) le dinamiche e le proporzioni all'interno dei singoli episodi non rispettano una anche solo apparente verticalità, mentre l'orizzontalità stessa è spesso subordinata a delle ampie e vaste digressioni non filleristiche, etc…

Il male, ovviamente, NON nasce nel 1945 con "the Gadget" durante il Trinity Test del Progetto Manhattan ad Alamogordo nel New Mexico (...?, e lo sterminio degli amerindi?, e la schiavitù?, e i campi di concentramento e sterminio?, e…) : il male, semplicemente, trova l'ennesima breccia, falla, pertugio, riceve dalla soglia l'ennesimo invito a entrare in casa, nel mondo ("Post Tenebras Lux") : è male ultraterreno, ulteriore, di pura finzione [un dispositivo narrativo - un catalizzatore, un avversario-giocatore-antagonista tellurico, un tornasole – atto a far emergere il male (e il bene) già ben presente nell'umana civiltà] che entra in risonanza e comunione col male specie-specifico di Homo s. sapiens. 

[Mauro Staccioli - Senza Titolo (“Muro”), XXXVIII Biennale InterNazionale d'Arte, Venezia, 1978. Cemento, 800 x 800 x 120 cm. (Foto: Enrico Cattaneo)]

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Ep. 07

Ancora reduci dall'incidente (omicidio preterintenzionale) stradale -[una messa in scena casalingo-amatoriale scopertamente ulcerante, consapevolmente retorica, autenticamente disturbante, e, nella sua classicità/semplicità, lontana anni luce dal canone che, in seconda istanza, inscena e deride, ovvero quello hollywoodiano e delle soap opera: tra le traslazioni artistiche di uno degli eventi della vita comune che forse caratterizza e tocca più le vite di tutti, questa di Lynch è seconda solo, ultimamente, a quella presente nel 9° ep., “Fall”, della 3a stag. di “Better Call Saul”, scritto da G.Smith, diretto da M.Spiro e/ma creato/showrunnerizzato da V.Gilligan]- dell'ep. precedente, il 6°, in cui l'anima/garmonbozia del bambino ucciso da Richard Horne viene seguita con lo sguardo (tr)ascendere catturata oltre i fili dell'elettricità/telefono dall'anziano Carl Rodd, uno dei bambini rapiti dalle luci nel cielo, ritroviamo Mr. JackPot (un ur-puro, dunque DoubleGoodCooper), colui-che-ha-preso-il-posto-di-Dougie-Jones (ovvero l'originale che ha, non suo malgrado, ma oltre la propria volontà, ristabilito una gerarchia: Ridley Scott col suo prequel-del-sequel-del-prequel di Alien è un principiante al confronto) sulla via del...ritorno, dell'uscita dallo stadio larvale.
Con l'aiuto (ha le sue ragioni) dell'evoluzione del “braccio” di “Mike”, l'albero elettrico strutturato a neurone segue e incita Cooper manifestandosi all'uopo nel momento dell'estremo bisogno come un angelo custode, genio nella lampada, leprecauno, coboldo [si consideri, più avanti (ep. 8, cap. “Altro”), il riferimento a Füssli] in parte benevolo.

Booker T. & the M.G.'s - “Green Onions” (l'hanno usata per la Qualunque, perché non anche per illustrare l'arte di spazzare il pavimento?) - 1962 

Santo & Johnny - “SleepWalk” (ma...per trovare Bing...non si potrebbe utilizzare...Bing?) - 1959 


Ep. 08

Seduto a un tavolo di fòrmica, David Lynch detta e scrive nuove regole. Poi, inizia il gioco.
Nel post precedente - dedicato al primo terzo di (ultima?) stagione, cioè agli ep. dal pilot al 6° - parlavo del rischio maggiore cui (lo spettatore di) “Twin Peaks-3” avrebbe potuto incorrere, ovvero l'assoggettamento e l'instaurazione di una Belluria Regolamentata. L'ep. 8 conferma e smentisce questa paura. Iniziai quel post evidenziando la presenza nell'ufficio di Gordon Cole di un ritratto fotografico di Kafka [si, l'ortottero anfibio, il batrace artropode, ma soprattutto l'impossibilità dell'individuo di portare e far giungere le proprie istanze di necessità e felicità oltre le porte del Castello] e quello di un'esplosione nucleare che si fronteggiano appesi alle opposte pareti, riflettendosi a vicenda e restituendosi reciprocamente lo sguardo, e, giunti quasi al giro di boa, ecco suggestioni da "la Metamorfosi" e..."the Gadget" in "persona" (la bomba - il vaso di Pandora, la breccia, il limine: a mio avviso un confine-contatto-innesco troppo arbitrario - deflagrata durante il Trinity Test ad Alamogordo, primo apice-culmine-acme del Manhattan Project) : tutto prevedibile e scopertamente evidente - come i riferimenti/plagiomaggio al "viaggio" 2001esco -, ma quanta...bellezza! L'herzoghiana irrappresentabilità dell'irrappresentabile.
La miglior metafora sul nucleare militare dopo il Kaiju (Eiga) “Gojira”, figliante - 1956, New Mexico - una blatta anfibia e/o un anuro blattoideo, un ossimoro, un'impossibilità evolutiva (e un regalo per Mrs. Palmer o Mrs. Cooper o M(r)s. ???), perciò “aliena”, almeno tanto quanto i tizzoni / contatori geiger / lumberjack / woodsman / jihadisti / hipster / taglialegna umani con campo base al convenience store e sfruttanti le frequenze della stazione radio per intonare il loro rintronante mantra.

Paradossalmente quest'8° è l'episodio più frostiano: spero che Lynch riesca a tenere a bada tale aspetto: ché dopo Alamogordo c'è...DreamLand, l'Area 51, dal New Mexico al Nevada, dall'atomo agli u.f.o. : questi ultimi già così ben cristallizzati in “Fargo-2” che sarebbe un peccato ri-e/a-vocarli senza una “Ragione”, in Fargo - così come in “the Man...” - rappresentata dal loro essere il precipitato dell'inconoscibile/insondabile (non leggendario, non mistico, non trascendente, non magico, ma meccanico, tecnologico, e letteralmente meraviglioso) nel post-moderno.

[ "Dr. StrangeLove, or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb", Stanley Kubrick, 1964 : dal prologo ↑ all'epilogo ↓ ]


• Nel Calderón lynchano (“Hai del fuoco? C'hai d'accendere?”).

Luglio 1945, White (Vermillion) Sands, New Mexico.
Dall'infinitamente grande [l'attraversamento della Via Lattea (dall'orbita gioviana all'altro capo-braccio della galassia) a bordo di una sferica capsula anch'essa dotata di braccia (e tenaglie) inglobata in un monolite rettangolare] all'infinitamente piccolo (la scissione dell'atomo e il tuffo nella plasmatica cappella di un fungo atomico che raggiunge la troposfera).

L'arrivo del (o meglio: il salto di qualità compiuto dal) Male -[e verrebbe da chiedersi perché Hiroshima (Little Boy) e (soprattutto) Nagasaki (Fat Man) - le “conseguenze” a quella prima “conoscenza inestirpabile del peccato”, come la definì Robert Oppenheimer, uno dei bambini che uscirono a giocare… - e non Auschwitz/Birkenau – Bergen Belsen – Buchenwald – Dachau – Mauthausen – Sobibór – Treblinka, e non Dresda, possano aver mosso il “male” a emergere e ad incarnarsi: perché il plasma atomico scisso si e la cenere che s'alza col fumo dai camini no: per una ragione pratica: la Soluzione Finale è stata di...facile attuazione, ma un bottone jack-d.-ripper-strangeloviano lo è ancor di più…]- contrapposto la perdita di una fantomatica innocenza…
Una mitopoiesi per associazioni d'idee e di sensazioni.

["2001: a Space Odyssey", Stanley Kubrick, 1968]


• Immagine (figurativa e astratta).
Oltre al paragone immediato (e in)sorgente a proposito del “trip” -{la ri-messa in scena del viaggio tra “mondi” (in Clarke-Kubrick infra - o addirittura inter – galattico, in Frost-Lynch trascendente i piani dimensionali dell'esistenza) è un resiliente, impareggiabile esempio di copia conforme [non ultimo rispetto a sé stesso: da EraserHead a ritroso verso i corti (Six Figures Getting Sick, the GrandMother, the Alphabet…) e i dipinti e in progressione avanzante verso gli spot pubblicitari e le installazioni audio-video-foto-artistiche] : “in tv”, ad oggi, solo "Heimat 2" surclassa certe peculiari suggestioni di sintassi cinematografica}- del pre-finale dell'odissea spaziale kubrickiana (al quale, oltre a Douglas Trumbull e alla sua factory/squadra/team/troupe, nel caso in esame accosterei e aggiungerei all'impresa lynchana i nomi e il lavoro di Stan Brakhage e Oskar Fischinger), essendo la traslazione tra mondi -[il bianco e nero e oro del Beyond lynchano, con la terra “piatta”-bidimensionale trasmessa-ripresa nello schermo della “Loggia” che riceve la visita di “Laura”, partorita-dalla-mente del Gigante (Giove) e fatta passare attraverso la Macchina Meravigliosa (puntina – braccio snodabile – imbuto/tromb'altoparlante) del fonografo-grammofono steampunk: marchingegno collegato al e che fa il paio col tiburio con lanterna (campana) presente sia all'interno che all'esterno del non-luogo aprocto, mnestico della escheriana tribarra impossibile di Penrose]- paragonabile alla dimensione in più contenuta, espressa e veicolata dal monolite clarkesco, ecco che si può riscontrare una ulteriore similitudine, filosofica, con la pietra miliare Hard SF del 1968: quella tra il male e la violenza insiti, insorgenti e sgorganti dagli uomini-scimmia (MoonWatch e soci) di 4 milioni di anni fa: la scoperta - in questo caso suggerita e instillata dal monolite -, da parte dei pre-ominidi, che i resti sbiancati dal sole di ciò che prima non era nemmeno cibo - e che invece ora fornisce loro sostanziosi nutrienti (i tapiri-capibara pliocenici che si facevano bellamente beffa degli antropomorfi in balia della fame, della sete e delle fiere notturne) - possono contribuire pure alla lotta armata: l'osso-clava da usare anche (per la pozza d'abbeverata) contro i propri stessi simili quadrumani bipedi. E ancora: il femore impugnato a guisa di arma lanciato in aria come gesto catartico di vittoria e auto-gratificazione che si trasforma in un'astronave-satellite probabilmente – di certo almeno lo è la Discovery – a propulsione nucleare: un nucleare “civile”, immagino sempre sotto controllo militare, ma sicuramente ad ogni modo nato e sviluppato da una tecnologia e da una necessità e pulsione militari.

[ Alfred Kubin --- "Straznik", 1903 ↑ -- "the Pond", 1905 ↓ ]


- - - - - INIZIO INTERMEZZO - - - - -

Appendice speciale (no, non questa; e ovviamente totalmente fuori contesto, e perciò cadente a fagiuolo) : "Chiedetelo a Lynch".

The Absurd Mystery of the Strange Forces of Existence #1 e #2.

Uno. 'Zzo ci fa "il Salame" (ad ogni modo un pezzo carino, ma totalmente fuori contesto) in quel capolavoro (comunque leggermente inferiore a "il Mio Caro Angelo") ch'è "Anima Latina"? È come se ti spuntasse fuori, che so, "Bollicine", nel bel mezzo del mentre ti stai ascoltando “the Dark Side of the Moon”, o "Sono un Ragazzo Fortunato" in "Revolver"...

Due. Perché se un Tizio che Guida col Cappello si immette giocondo in una rotonda non è più in grado di uscirne? Quale oscura forza centrifuga entra in gioco? E perché se lo stesso tizio, espulso a forza dalla suddetta rotatoria, una volta imboccata la rampa di accesso a un'autostrada (incredibilmente non contromano), poi finisce inevitabilmente per piazzarsi nella corsia centrale a 110 km/h fissi, immutabili, inamovibili, e ti tocca passarlo sulla destra, sverniciandogli la portiera, per non fare un cambio di due corsie?

- - - - - FINE INTERMEZZO - - - - -

[ J.H. Füssli --- "the NightMare" : vers. 1781 ↓ e 1791 ↑ ]


• Suono (voce umana e musica astrale).
I ciangottii metallici e gli stridori sgocciolanti di archi battuti e suonati oltre il ponticello che risuonano durante l'attraversamento/dislocazione di Bowman dentro la capsula dentro il monolite e una volta giunti nella camera rococò: un manufatto alieno così come sono manufatti umani i simulacri di abitazioni, negozi e nuclei urbani comprensivi di cavie animali e manichini antropomorfi quelli messi nel raggio d'azione della Bomba pronti ad assorbirne la sua onda d'urto e testimoniarne gli effetti.

György Ligeti e oltre l'infinito: s'approda a Penderecki.
La “Trenodia per le Vittime di Hiroshima” (il titolo/dedica il compositore lo conferì all'opera scritta solo dopo averla ascoltata la prima volta) era già stata utilizzata da Alfonso Cuarón in “Children of Men”, mentre altre numerose composizioni di Krzysztof Penderecki costellano l'arte cinematografica dell'ultimo mezzo secolo: dal W.Friedkin di “the Exorcist” passando per il P.Weir di “FearLess” e arrivando agli stessi Lynch (“Wild at Heart” e “InLand Empire”) e Kubrick (ma non durante il trip di 2001 bensì (Polymorphia, De Natura Sonoris, Utrenja) in “the Shining”), senza tralasciare le composizioni prettamente cinematografiche (“il Manoscritto Trovato a Saragozza” di W.Has e “Je t'Aime, Je t'Aime” di A.Resnais).

E poi i NIN (Trent Reznor, Atticus Ross e soci + Mariqueen Maandig) che spazzano a modo loro (da dio) il pavimento per 5 minuti, “mentre” (gl)i (S)Platters, on air, rimbalzano lungo la parentesi d'orizzonte della Terra, tra il suolo e la ionosfera.

["the Tree of Life", Terrence Malick, 2011]


• Altro (paesaggio e rumore).
Ritorna anche la dunesca architettura roccioso-brutalista e romantico-espressionista (ma è “Aelita” di Protazanov-Tolstoj più che “Metropolis” di Lang-von Harbou che emerge dall'oceano solarisiano…) : e la mente (non è un'associazione d'idee, non è un riempire i puntini, non è uno sbavare pavloviano, è un dato di fatto, almeno per chi qualche dato e qualche fatto li conosce) pensa subito alle 5 versioni de “l'Isola dei Morti” di Arnold Böcklin. E, con identica forza, tra dimora, lande e creature, a, nell'ordine, Edward Hopper, Alfred Kubin e Francis Bacon (ed M.C. Escher, e Marcel Duchamp, Man Ray, Max Ernst, Gerhard Richter…sino a Frank Stella). E un occhio all'allegorico cavallo bianco (anzi, e meglio: cavalla: “Incubo” - “NightMare” - “Cavalla/Giumenta Notturna”) che si muove tra i tendaggi rossi dei sipari tra le stanze delle anticamere loggesche: un impulso elettrico (d)ai neuron specchio, un riflesso (in)condizionato, ed ecco ch'è come se sbucasse, però placido e pacificato, dalle quinte di uno degli “Incubi” di J.H. Füssli (o dalla “malickiana” Nebulosa Testa di Cavallo, Barnanrd 33, nella/sulla - secondo la prospettiva che si viene a creare puntando lo sguardo su quella porzione di volta cieleste dalla Terra - Cintura della Costellazione di Orione).
Il Gigante/??????? e la Señorita Dido, nel loro eremo di marmo gioviano, possono apparire come una versione speculare ma consapevole degli osservatori newyorkesi della gabbia fotografica a soffietto baconiana poi trucidati dal mostro.

[ Arnold Böcklin --- "der TotenInsle" : vers. II., 1880 ↑ - vers. III., 1883 ↓ ]


La garmonbozia bobesca estroflessa dall'Essere (Mother/Experiment) invece è solo lynchana, mentre la pynchoniana teoria del complotto e della cospirazione (che in Kubrick è presente solo, e solo in minima parte, in “Eyes Wide Shut”) deve i natali al solo Frost.
A proposito di EWS, un re-cap/flash-back: Albert-Miguel Ferrer, verso la fine del 4° ep., riscontra dei problemi con la presenza fisica della MdP sul set (è l'ultimo del gruppo in scena a lasciare l'inquadratura, proseguendo lungo un corridoio e procedendo verso lo spettatore, e deve rallentare e fermarsi, un attimo prima di uscire dal quadro, perché la MdP gli blocca fisicamente il passaggio), proprio come accadde ad Alice-Nicole Kidman nel prologo di “Eyes Wide Shut”, uscendo dal bagno.

E poi, si ritorna (sempre) a “Fire Walk With Me”, e a Phillip Jeffries: il Male è nell'essere umano (Leland Palmer, sineddoche per umanità) e non proviene da un satanica messa alla prova divina. E non sa(p)rà/potrà Laura, la nuova Child Star / Feto Astrale, l'Agnello di Dio bypassato nella FearSome Engine musicale, la pietra/figlia filosofale, (a) salvarci da noi stessi.
Ricordiamoci poi di “the Return 1-2”, quando Laura si tolse la maschera-conoide-sportello da Artificial Intelligence…

D'altro canto, sempre considerando la “venuta” del (di un) Male (ulteriore) nel (nostro) mondo, ritrovo altrettante similitudini anche con Terrence Malick, e non penso solo alla cosmogonia di “the Tree of Life” e “Voyage of Time”, ma anche ai paradisi perduti di “the Thin Red Line” e del troppo sottovalutato “the New World” (e ritornano, in un certo modo, partendo dai malickiani inizi del XVII° secolo di Pocahontas e attraversando la pynchoniana linea Mason-Dixon di metà del XVIII° secolo, i passi di Lewis & Clark (dal tomo di Mark Frost) d'inizio XIX° secolo “cantati” da Wally “Brando”…).

[Francis Bacon - "Fury", 1944]

[ Francis Bacon - Study for the Nurse in the Film “the BattleShip Potemkin”, 1957 (sx) + Untitled (David Sylvester Walking), 1954 (dx) ]

[Francis Bacon - "Three Studies for Figures at the Base of a Crucifixion", 1944]


Ciò detto, è difficile pensare possa letteralmente stabilire un campo base per le nuove avventure d'altri colleghi, fare scuola, essere d'esempio, tracciare nuove rotte, percorsi, sentieri, strade (ma, soprattutto, e primariamente: nemmeno lo vuole), questo TP3, in campo seriale, nella stessa maniera in cui, per esempio, ha fatto il Malick recente (e dico Malick e non Malick-Lubezki perché la stessa poetica/filosofia era già ben presente sia in “the Thin Red Line” che in “Days of Heaven”, e lì dietro alla MdP c'erano John Toll e Nestor Almendros), quello dell'ultima dozzina d'anni (generando spesso mostri), a partire da “the New World” (perché è dallo sbarco di Pocahontas nel Vecchio Continente che Malick s'è innamorato della trascendenza non-scientifica e ha iniziato ad esprimere quella tipologia di dispositivi sintattici e grammaticali atti a descrivere ed indagare non il Mondo ma quel dato/suo PdV sul Creato), nel cinema-cinema.
A grandi, sfumate, incomplete e aleatorie linee è più facile per registi con un'impronta precisa quali Eisenstein, Keaton, Ozu, Hitchcock, Altman, Coppola, Malick, Scorsese, Tarr avere eredi (diretti o indiretti, voluti o non/in-voluti o presunti) piuttosto che per registi co una personalità out-of-cinema preponderante quali Chaplin, Welles, Kubrick, Herzog, Wieseman, Lynch.
Dal PdV formale-stilistico il non-“problema” non si pone: oltre al già citato Heimat (in particolare il 2° tomo, la Cronaca di una Giovinezza) - cui s'aggiungono per l'occasione Berlin AlexanderPlatz, il Decalogo, il Regno -, le sperimentazioni, gli estremi e l'esser altro e oltre lynchano sono già stati percorsi, toccati e raggiunti [vi sono sequenze di “Family Guy” (un prodotto che in Italia passa su Italia 1 nel pomeriggio NON censurato) che agl'inserti Bang Bang Bar e alle spazzate di pavimento infinite null'hanno da invidiare: e a tal proposito, beccatevi 3 minuti di Conway Twitty]. 
Dal PdV del contenuto e della sostanza, le cose si complicano. Non c'è alcun bisogno dell'aiuto da parte di alcune derive lynchane per far scadere la serialità nel campo infame della belluria, della new age e del misticismo mitopoietico di sé e quindi di nulla: Lost, Sense 8, the OC sono testimoni e attanti dell'orrore.

Inequivocabilmente, sui titoli di coda dell'ep. ripresi in step/stop-motion, mentre gli occhi della ragazzina si muovono nella fase R.E.M., in alto a dx nel quadro l'imago di un'ombra muove le proprie sembianze all'azione. Che sia lui? O solo una tenda lievemente scossa dalla brezza serotina...

(the) Nine Inch Nails - “She's Gone Away” - 2016

Krzysztof Penderecki - Trenodia per le Vittime di Hiroshima - 1961
(Witold Rowicki, 1973) 

(Antoni Wit, 1998) 

the Platters - “My Prayer” - [(1926) 1939] 1956 


Ep. 09

"What happens in season two?" - Albert Rosendfield (un fantastico Miguel Ferrer) a proposito dell'assurda telenovela horror / cronaca giudiziaria da pomeriggio televisivo di William Hastings (un in-autentico sbarellamento poe-lovecraftiano).

Mr. Bushnell “Battling Bud” Mullins (Don Murray) stringe e rilascia il pugno che ha nella mano, a più di tre decadi di distanza dal suo grande incontro, e lo si ama per questo.
Uno dei 3 detective Fusco porta un altro caffé nero in tazza a “Dougie”, che reagisce come se gli avesse porto un sacco di monete d'oro. A Naomi Watts (l'attrice, non il personaggio) scappa un mezzo sorriso, e la si ama, per questo.

Persistono gli stati d'agnizione improvvisi.
Lucy, che nei primi episodi guardava qualcosa fuori campo di fondamentale...che non aveva alcuna importanza, qui decide di rendersi assente durante la pausa pranzo: non sarà mica solo il nuovo sceriffo Truman a poter giocare con lo S/T, no?
E Tim Roth ritrova Daisy Domergue

C'è ancora il tempo d'ammirare Sky Ferreira che (prima di salire sul palco?) si gratta il rush ascellare, e poi, dato che nel “frattempo” (“Is It Future or Is It Past?”: stessi abiti...) sono rimaste in Zona, ecco a voi, una volta sceso dal palco Hudson Mohawke: 
Au Revoir Simone - “A Violent Yet Flammable World” - 2007

Un'ultima grattatina… Ecco… E via… 


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Postille.

Proseguono gli In Memoriam (un quarto di secolo è ¼ di 100 anni) : Warren Frost.

C'è sempre musica nell'aria...
La breve sequenza degli oblò morse-diatonici: Audio-Video
L'originale AV promozionale dal quale è stata estratta la breve sequenza utilizzata e rimaneggiata nell'episodio (l'AV si aprirà al momento esatto) : Audio-Video
L'articolo che tratta della questione (l'AV originale è stato scovato da un utente di Reddit, RunDNA) :
http://welcometotwinpeaks.com/theories/flickering-airplane-windows-code/
E beccatevi pure la mia doodle composition, toh: http://g.co/doodle/y427sg

Attenzione: avvertimento.
Leggere “the Secret Diary of Laura Palmer”, scritto nel 1990 dalla figlia di David Lynch, Jennifer, o “the Autobiography of F.B.I. Special Agent Dale Cooper: My Life, My Tapes”, scritto nel 1991 dal fratello di Mark Frost, Scott, non è inutile, ma quasi: è sadomasochistico; un po' più utile, ma ancor lontano da una parvenza d'indispensabilità, è sfogliare “the Secret History of Twin Peaks”, del 2016 (e, immagino, siccome uscirà solo a 3a stag. conclusa, ciò varrà anche per il suo “diretto seguito”, ovvero “Twin Peaks: the Final Dossier”, del 2017).
Forse un grimaldello-passepartout letterario per l'universo lynchano, gruppo galattico twin peaks, piuttosto che dalle opere di Lovecraft può essere rappresentato da quelle di Olaf Stapledon (agnostico).

...e s'incendia (Gotta Light?).
La trama (intesa come relazione di causa-effetto, azione-conseguenza) c'è, maledizione -[anche se all'apparenza e quindi in seguito ad una valutazione superficiale il costrutto appare come un digrafo aciclico, già dopo i primi 3 ep., e ancor più giunti al giro di boa del 9°, il tutto assume il valore e la qualità di - o meglio: viene riconosciuto come una - una rete di connessione neurale scevra da un'estetica trascendentale (nell'accezione migliore, kantiana, di pura sensibilità percettiva aprioristica) che riesce ad esprimere un mondo a parte, a sé, e/ma in contatto col nostro, evenemenziandolo: “Twin Peaks” (così come la trilogia precedente composta da Lost HighWay, MulHolland Drive e InLand Empire) è la risultanza incrociata (rappresentabile con un semplice diagramma di Eulero-Venn) che insorge dallo scontro degli insiemi “Realtà” e “MetaFisica ExtraDimensionale” (e se andrà tutto bene, la “magia” sarà solo una tecnologia troppo avanzata per essere compresa con gli strumenti a disposizione…), è una mappa che si scrive e ti conduce percorrendola...]-, bisogna solo attendere per sapere se le fila e le somme verranno tirate con l'aiuto di un fattore "x" aggiunto in coda oppure la Belluria evaporerà e lascerà la Storia. Sino ad ora: coerenza rules.

[ Edward Hopper --- "New York Movie", 1939 (↑) e "Gas", 1940 (↓) ]

[ Edward Hopper - "Office at Night", 1940 ↑ --- David Lynch - "TP-S3E8", 2017 ↓ ]


Consiglio spassionato.
Riporre ogni aspettativa nel cassetto delle intenzioni preconcette e abbandonarsi al flusso – settimanale [ShowTime è un network via cavo (HBO, AMC) e solo da questo PdV è paragonabile ai canali broadcsat (RAI, BBC, FOX, CBS, ABC, NBC) e non a quelli streaming (NetFlix, Amazon) che frequentemente rilasciano le singole serie in blocco (interessante a tal proposito l'esperimento che la RAI ha effettuato con “Non Uccidere-2”, rendendola interamente disponibile su Rai(Re)Play prima di trasmetterla normalmente via etere), mentre Hulu è qualcos'altro ancora] : stacco temporale nel bene e nel male propedeutico alla metabolizzazione – di quest'avanguardista iperstruttura surrealista, più concreta che astratta, e all'orgia sensoriale (le ellissi di montaggio, le convergenze pittoriche, le insorgenze sonore).
Ché “Twin Peaks - the Return” condiziona i sogni.


Note finali.
Quasi tutti i fotogrammi/frame utilizzati per illustrare questo post NON provengono da TP3 (Cocteau, Kubrick, Malick). E ovviamente ciò vale ancor più per i dipinti (Kubin, Bacon, Hopper, Böcklin, Füssli). Però lì, in Lynch, confluiscono. Unica immagine lynchana autentica, qui sopra: lo stupore plurigraduato (In the Navy!) di Cynthia Knox. Voglio Adele René sempre in campo.

Il numero di anatre (impagliate, intagliate o pressofuse) in scena (nemmeno in “Fargo” ve ne sono tante) è inversamente proporzionale a quello delle icone presenti sui desktop.

I'll see you again in 25 years. But...meanwhile... Tra/ogni 27 anni e 13 giorni...non andate qui: http://thesearchforthezone.com/ , ma qui (Oh!, Pioneer!) : https://www.sbnation.com/a/17776-football/

* * * * ½ - 9        

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