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Ma quale memoria?
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Ma quale memoria? Quando gli ultimi sopravvissuti non ci saranno più, chi li ricorderà, chi ricorderà al mondo cosa successe in quei terribili anni? C’è da credere a Guccini quando dice:”No, io non credo che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare”, o non c’è da credere piuttosto che tutto svanirà nella memoria e che non saranno certo le commemorazioni ad esorcizzare il grande mostro?

Io sono un inguaribile pessimista e credo che non siamo lontani da nuovi bagni di sangue. Il risorgere dei nazionalismi, l’odio verso chi arriva da noi da Paesi in guerra per chiedere un po’ di comprensione e aiuto, i muri che si stanno erigendo in tutta fretta, l’impoverimento di grandi masse con il rischio di tentazioni “forti”, di “uomini forti” che proclamano ai quattro venti che risolveranno tutto e in poco tempo, tutto questo e molto altro mi spingono a credere che stiamo per rivivere tempi che credevamo ormai finiti per sempre.

 

“Possiamo, insieme, guidare ancora il mondo”

Non sono Hitler e Mussolini a dirlo, ma, molto più prosaicamente e stupidamente, è Theresa May(riferendosi all’incontro con Trump), fiera di aver buttato alle ortiche l’appartenenza del Regno Unito alla UE. E pensare che l’UE è nata per azzerare le possibilità che i nostri Paesi si facessero ancora la guerra…

E che dire di Orban, il duce ungherese, deciso a mettere addirittura in galera ogni migrante che cerchi di attraversare le sue frontiere, della Le Pen, portatrice delle istanze più conservatrici, razziste e nazionaliste e in predicato di vincere le prossime elezioni alla presidenza francese?

E di Trump, che il giorno dopo l’insediamento, firma documenti che stravolgono le coraggiose riforme sociali di Obama, appoggia la tortura e decide di terminare di costruire il muro fra USA e Messico, pretendendo anche che a pagarlo siano gli stessi messicani? E da noi? Come definire chi fa accordi con Nigel Farage, populista eccentrico cui nemmeno i suoi compatrioti danno molta importanza e poco dopo ne fa altri con un personaggio opposto, per storia e ideologia?

Cosa dovrei dire quando leggo oggi che, dalle mie parti, sono state presentate liste chiamate Fasci ? Cosa dovrei pensare quando, secondo recenti questionari nelle nostre scuole, quasi nessuno sapeva chi fosse Badoglio, cosa significassero le Fosse Ardeatine eccetera eccetera? E voi volete farmi credere che questo è il mondo migliore?

 

QUEL GIORNO DI GENNAIO

Quando, il 27 gennaio 1945, le avanguardie dell’Armata Rossa liberarono Auschwitz, e soprattutto quando Hitler si sparò (alcuni dicono che fu Goebbels ad aiutarlo, perché lui non ne era capace), il mondo credette che, finalmente, il mostro era stato sconfitto. Per un periodo di tempo che ancora dura, il mondo non si è fatto la guerra totale, ma la macchina infernale non ha mai smesso di lavorare e produrre morte: conflitti, locali, lontani e vicini (è il caso di ricordare ciò che è successo nella ex-Jugoslavia?), epurazioni etniche, stupri di massa, armi chimiche usate senza ritegno, guerre provocate da alcuni e fatte combattere da altri, sempre la stessa povera gente, ma cosa è cambiato? Niente. Ammettiamolo. E allora che fare?

Nelle scuole si cerca di sensibilizzare le giovani generazioni, le istituzioni pubbliche organizzano incontri, commemorazioni, cerimonie. Ma…poi?

A che serve tutto questo se c’è qualcuno che soffia sul fuoco, aizzando masse di persone a odiare, cacciare, rifiutare l’ospitalità a chi ha perso tutto e cerca solidarietà. Vedere quelle lunghissime file di persone, con donne e bimbi, tra la neve, stretti fra barriere di filo spinato e canne di fucili, che cercano ospitalità e vengono invece respinte e schernite, beh, io dico che non siamo poi così lontani dalla catastrofe.

 

UN CINEMA PRESENTE

Il cinema ha cercato, e cerca, di trattare il tema dell’Olocausto e, più in generale, della tragedia che è stata la guerra negli aspetti non propriamente bellici. Parlando di film recenti, come non ricordare LA TREGUA di Francesco Rosi, ma, a parte film ormai classici ed entrati di diritto nella galleria dei più significativi, come SCHINDLER’S LIST o IL PIANISTA, vorrei ricordare opere che scavano nel personale, nel quotidiano e mettono a nudo realtà sconvolgenti come VENTO DI PRIMAVERA, oppure LA CHIAVE DI SARA, oppure ancora scorci di verità storiche molto scomode, come IL LABIRINTO DEL SILENZIO (parente stretto di DOSSIER ODESSA). Personalmente, sono rimasto sconvolto vedendo un film come LA CADUTA - GLI ULTIMI GIORNI DI HITLER, di Oliver Hirschbiegel, esemplare per rigore e impostazione, ma non dimenticherei IL FIGLIO DI SAUL, se non altro per la visione realistica quanto raccapricciante di quell’inferno terrestre che era Auschwitz.

 

 

 

 

Non credo però, e qui riaffermo tutto il mio pessimismo sostanziale, che queste opere potranno cambiare o modificare il trend che stiamo vivendo.

Diceva Churchill che i nazionalismi sono l’anticamera della guerra. Credo che sia vero.

 

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