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Torino Film Festival 34 – Giorno 6
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Altri due titoli del concorso si affacciano sulla scena in questo mercoledì. Si tratta della commedia messicana Maquinaria Panamericana, con il tema caldo del lavoro in rilievo, e dell’argentino Las lindas, documentario che descrive l’immagine della donna, condizionata dagli ordinamenti sociali. Tra gli altri titoli in prima visione, spiccano il thriller gotico Lavender, con Abbie Cornish protagonista, e Le fils de Jean diretto da Philippe Lioret, già apprezzato per Welcome e Tutti i nostri desideri.

 

locandina

Lavender (2016): locandina

 

Intanto, a Torino continua a piovere e comincio a dubitare che veramente non possa piovere per sempre. Ieri, la mia giornata è partita insieme ad Alan smithee e Gaiart con I figli della notte, esordio di Andrea De Sica, probabilmente pieno di ingenuità, ma con uno sguardo personale che fa ben sperare per il futuro. Successivamente, le nostre strade si sono separate; mentre Alan smithee ha visto The donor, che a sentire gli umori dell’ambiente sembra essere il migliore fin qui visto in concorso, ho raggiunto Champagne1 e Roger Tornhill - da queste parti saltano fuori utenti/amici di FilmTv.it da tutte le parti - per la proiezione di Raman/Raghav 2.0 dell’indiano Anurag Kashyap che si è dimostrato essere un thriller di grande effetto, con (almeno) un folle, quanto memorabile, personaggio e un’atmosfera perversa e allucinogena, lontana anni luce da quanto siamo solitamente abituati ad affrontare in sala. Per il resto, le proiezioni riservate alla stampa hanno regalato le sensazioni migliori con l’egiziano Clash che sfruttando l’unità di luogo (chiuso), nella fattispecie una camionetta della polizia, obbliga a un confronto aperto i protagonisti di una violenta disfida (ma intanto, il mondo fuori va avanti per la sua strada), e Scribe, thriller francese angosciante e paranoico che assume smaccate prese di posizione in ambito politico; un film solido e concreto, ma non molto appariscente (e i capostipiti di questo sottogenere rimangono lontani anni luce). 

 

scena

The Donor (2016): scena

     

 

TFF 34 – Selezione di opere programmate mercoledì 23 novembre

 

Maquinaria Panamericana/Panamerican machinery (Torino 34, Mex/Pol – 2016)

L’opera prima di Joaquin Del Paso prende il titolo dal nome di un’azienda, impostata come una grande famiglia, con un clima d’affetto che rende le giornate più piacevoli. Quando Don Alejandro, colui che porta avanti la tradizione aziendale, muore improvvisamente, questo piccolo miracolo rischia di crollare. Il panico prende il sopravvento e i lavoratori scelgono di recludersi nell’azienda per prendere in mano il proprio destino. Maquinaria Panamericana propone una comicità a sfondo grottesco, trattando argomenti tanto seri quando legati all’attualità, utilizzando una rara leggerezza. Coproduzione tra Messico e Polonia, già premiata ai festival di Durango e di Guadalajara. Recensioni: alan smithee

 

Las lindas/The pretty ones (Torino 34, Arg – 2016)

Alcune cene rappresentano l’occasione migliore per la regista Melissa Liebenthal per rivivere infanzia e adolescenza con le sue amiche, sfogliando album fotografici e guardando dei video, ponendo domande identitarie, sulle regole imposte e sulla realtà che le circonda. Las lindas è un documentario che esplora i condizionamenti sociali e culturali che impongono un’immagine femminile preconfezionata. Realizzato con una buona dose d’ironia, uno sguardo personale che descrive un insieme pubblico e privato del periodo adolescenziale e legato al corpo, con il peso dell’apparenza che finisce per condizionare le abitudini sociali. Recensioni: Alan smithee

 

Lavender (After Hours, Can – 2016)

Già premiato a Torino con il premio Fipresci nel 2010 per Small town murder songs, Ed Gass-Donnelly si ripresenta al Festival con un thriller gotico che abbina una tensione in costante crescita a un’atmosfera minacciosa. Jane (Abbie Cornish) è una fotografa ossessionata dalle case abbandonate che, risvegliatasi in seguito a un incidente d’auto afflitta da parziale amnesia, ripercorre la sua vita grazie all’aiuto di uno psicologo. In questo modo, scopre di essere proprietaria di una vecchia casa e ricevendo oggetti in apparenza innocui, che però nascondono più di un mistero, si ritrova nel bel mezzo di un labirinto mentale, all’interno del quale essere lucidi è ancora più complicato di quanto già non sia. Con Abbie Cornish (Sucker punch, Bright star) e Dermot Mulroney (Il matrimonio del mio migliore amico). Recensioni: supadany

 

Le fils de Jean/A Kid (Festa Mobile, Fra – 2016)

Mathieu (Pierre Deladonchamps) ha trentacinque anni e vive a Parigi quando scopre che il padre che non ha mai conosciuto è morto e di avere due fratellastri. Parte per il Canada, dove l’uomo viveva da tempo, per il funerale e ad accoglierlo trova un vecchio amico del padre che ha un segreto difficile da confessare. Diretto da Philippe Lioret, apprezzato regista di Welcome e Tutti i nostri desideri, Le fils de Jean è un dramma familiare robusto ed elegante, che fa perno su un’elaborazione narrativa ricca di sfumature e sulle prove interpretative di Gabriel Arcand e Pierre Deladonchamps (Lo sconosciuto del lago). Uscito in Francia il 31 agosto 2016. Recensioni: Alan Smithee,  supadany

 

La felicità umana (Festa Mobile, Ita – 2016)

In un mondo dove l’economia regna sovrana e le disuguaglianze sono sotto gli occhi di tutti, esiste ancora la felicità? Com’è possibile goderne? Tra interviste a intellettuali e artisti – tra cui Ermanno Olmi, Serge Latouche e Sergio Castellitto – Maurizio Zaccaro crea un percorso documentaristico che prova a cercare il significato della parola felicità. Sapersi accontentare (del necessario) sarebbe probabilmente già un buon punto di partenza. Recensioni: supadany 

 

Ta’ang (Tff Doc, HGK/Cin/Fra – 2016)

Con questo documentario, Wang Bing (Man with no name) racconta l’agonia dei Ta’ang, una minoranza etnica della regione Kokang nel Myanmar, da molto tempo vittima di una guerra civile che sembra non poter finire. Nella primavera del 2015, la situazione precipita, con migliaia di donne, bambini e anziani costretti ad abbandonare la loro terra per dirigersi al confine con la Cina. Con una videocamera digitale, Wang Bing documenta il quotidiano vivere di corpi e anime che attraversano le montagne vivendo di stenti, con lavori di fortuna e ritrovi attorno a un fuoco per dispiegare i propri ricordi. Recensioni: OGM, Alan smithee

 

Suntan (Festa Mobile, Gre – 2016)

Dopo aver trascorso un inverno di solitudine, Kostis (Makis Papadimitriou) è nominato medico condotto di una piccola isola greca, meta giovanile frequentata da nudisti e popolata da party scatenati. Qui conosce Anna (Elli Tringou), una ventenne fuori controllo che sembra godere a stuzzicarlo, trasformandosi così nella sua ossessione. Arriva dalla Grecia questa pellicola impregnata di cinismo che il regista Argyris Papadimitropoulos ha definito un coming of middle age, che pone in contrapposizione la vitalità sessuale di una giovane donna alla tristezza di un uomo adulto. Vincitore della menzione speciale della giuria all’Odessa International Film Festival. Recensioni: Andri76, alan smithee

 

scena

Ta'ang (2016): scena

 

A carattere riepilogativo, di seguito trovate i link per poter accedere direttamente alle pagine che riassumono tutti i post e le recensioni presenti sul Festival di Torino 2016.

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