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ABSOLUTE BEGINNERS – Le nuove serie di novembre (parte 2)
di Andrea Fornasiero
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Sette nuove serie in soli tre giorni, e sei concentrate tra 15 e 16 novembre, ma di Ice (su Audience network dal 16/11) parleremo al prossimo appuntamento.

Marte

Iniziata il 14 novembre (in Italia già dal 15) su National Geographic, la miniserie docudrama in sei parti Marte è prodotta da Brian Grazer e Ron Howard, che torna a territori affini al suo Dalla Terra alla Luna. Il regista di tutti gli episodi, il messicano Everardo Gout, dirige sia gli attori nelle scene di fiction (tra loro i più famosi sono Anamaria Marinca di 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni e Olivier Martinez) sia gli intervistati nelle sezioni "doc" tra cui ovviamente Elon Musk. La colonna sonora firmata da Nick Cave e Warren Ellis e i buoni effetti speciali non bastano però a rendere appassionante il mix di drama e finzione, o meglio non ci riescono fino a che non si è superata almeno la prima mezz’ora del pilot, quando finalmente cessano le dichiarazioni retoriche (ossia tutto quello che in The Martian era stato saggiamente evitato) e inizia la missione in tutta la sua drammatica concretezza. La povertà dei personaggi rimane comunque un grosso limite e Marte faticherà a conquistare un pubblico più grande degli appassionati al tema dell’esplorazione spaziale.

Shooter

Era già pronta ai nastri di partenza la scorsa estate, ma prima la sparatoria di Dallas e poi le proteste a Baton Rouge hanno convinto i dirigenti di USA Network che fosse meglio posticipare: Shooeter ha debuttato così solo in questi giorni di metà novembre. La serie è tratta dal libro Point of Impact di Stephen Hunter (il primo della serie di 9 romanzi dedicati al cecchino Bob Lee Swagger) e dal film di Antoine Fuqua (che non è però coinvolto) interpretato da Mark Wahlberg (che invece è tra i producer). Il protagonista è qui Ryan Phillippe, che va come nel film a caccia da solo, ma ha questa volta una famiglia che lo aspetta appena fuori dal bosco, con tanto di bambina che si fa raccontare, al posto delle fiabe, le missioni del padre a Kandahar, Tikrit e Basrah e che ha già fatto proprio il motto latino dei marines: “semper fi”. Superati questi inquietanti momenti di militarismo spinto, la vicenda ricalca quella del film, con il cecchino incaricato di aiutare a sventare un attentato contro il Presidente Usa e invece vittima di una cospirazione che vuole fare di lui il capro espiatorio. Il pilot, scritto dallo showrunner John Hlavin e diretto da Simon Cellan Jones, è un thriller mediamente efficace, anche se la ricostruzione dei possibili prodigi balistici del cecchino (con cui questa volta il protagonista ha un conto personale aperto) fa un po’ troppo CSI.

Sweet/Vicious

Tra le tante serie che vorrebbero essere la nuova Buffy, Sweet/Vicious su MTV è sicuramente una delle più promettenti. Ideata dall’esordiente Jennifer Katyn Robinson e interpretata dall’inglese Eliza Bennett e dall’americana Taylor Dearden, ha per protagoniste due ragazze: una geniale ma asociale (pur avendo una ricca vita sessuale), e una che invece ha problemi soprattutto con l’altro sesso ma la notte si veste da ninja e attacca gli aggressori sessuali del campus. Difficile capire dal pilot quanto lunghe possano essere le gambe di queste premesse, ma il primo episodio diverte per il ritmo acceso, i colpi di scena e il sense of humour, con tanto di inevitabili battute nerd come:
- I colpevoli di cose terribili la fanno franca. Sto cercando di fare qualcosa di giusto
- E’ la trama di Batman!
Quel che è più importante però è la sua efficacia come fantasia di potere femminile, calata in un contesto famigliare ai giovani, e in questo Sweet/Vicious sembra davvero vincente.

Good Behavior

La nuova serie con Michelle Dockery, reduce da Downton Abbey, la vede nei panni di Letty, una ladra con problemi di dipendenza da sostanza stupefacenti che finisce in terribili guai e si ritrova molto (troppo) vicino a un affascinante sicario. Good Behavior, in onda su TNT, è tratta dalla serie di romanzi dedicati a Letty Dobesh da Blake Crouch, già scrittore da cui è stato adattato per la Tv Wayward Pines e anche in questo caso lo showrunner della trasposizione è Chad Hodge, mentre alla regia troviamo la danese Charlotte Sieling. Rivolta al pubblico femminile, la serie è sicuramente diversa dalle proposte procedurali di TNT ma non riesce a scrollarsi di dosso quell'aria da l’adattamento di una materia letteraria da aeroporto.

Nightcap

In onda sulla cable Pop (la stessa di Schitt’s Creek), Nightcap è una sorta di nuova 30 Rock, ambientata nel dietro le quinte non di uno show comico, bensì di un talk show notturno all’americana, con un conduttore però insopportabile e che – per lo meno nel pilot – non si vede mai. Comedy pura e ricca di guest che sono anche gli ospiti dello show (nel primo episodio Sarah Jessica Parker e Mark Consuelos), è popolata dal consueto mix di personaggi eccentrici e ridicoli ha per protagonista una convincente Alexandra Wentworth, cui manca però una forte controparte maschile com’era invece Alec Baldwin in 30 Rock. Godibile senza pretese.

Incorporated

Prodotta da Matt Damon e Ben Affleck per SyFy, Incorporated è scritta dagli spagnoli fratelli Pastor, i cui trascorsi (per esempio Self/less) non sono esattamente irresistibili e qui incaricati anche della regia dei primi episodi. L’idea di base non è delle più originali: nel futuro il mondo è devastato da un clima impazzito e surriscaldato e la società si divide in zona verde, controllata da un’oligarchia di corporazioni in guerra tra loro, e zona rossa, dove vige più o meno la legge della giungla. Ne sono protagonisti Sean Teale (Reign), Allison Miller (dalla comedy Go On) e il quasi esordiente Eddie Ramos, mentre è un po’ meno al risparmio il cast dei comprimari con Julia Ormond, Dennis Haysbert (che come Jack Bauer in 24 tortura i presunti traditori) il quasi onnipresente canadese Ian Tracey e Damon Herriman, recentemente rilanciato da Quarry. Lo sviluppo del concept passa per conflitti aziendali, sogni di rivalsa e incubi di schiavitù sessuale e l’applicazione di varie tecnologie, dalle auto intelligenti ai sistemi informatici, fino agli ologrammi e alla chirurgia estetica è ricco di idee, tanto da far sperare che i vari luoghi comuni sul futuro distopico siano sufficientemente approfonditi. Sopra la media di SyFy, sembra avere del potenziale nonostante una regia piatta e i visibili limiti produttivi.

 

Qui gli altri articoli dell'osservatorio sulle nuove serie Absolute Beginners
(che fa parte della rubrica CoseSerie)

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