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Dizionarietto semiserio del cinema (parte prima)
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Avatar. E’il film con gli incassi più alti della storia del cinema. Del filone “fantascientico-epico-filosofico” è ricordato per aver portato alla ribalta gli uomini blu, pur in leggero ritardo rispetto ai Puffi. Dopo la visione, molti maschietti in età non pre-scolare hanno preferito passare al Cialis, rinunciando al Viagra.

 

Bellocchio Marco. Autore di indubbi capolavori come L’ora di religione e Buongiorno, notte (ma anche di opere come La condanna, rifiutata al Festival Circondariale di Pettoranello del Molise) è noto per la sua intransigente coerenza. Partito con l’ottimo I pugni in tasca, serrata e potente critica dell’istituzione familiare, oggi i suoi film sono gli unici in cui abbia mai recitato il figlio Pier Giorgio.

 

Cinema Ariston. Ovvero Eden, Modernissimo, Magnifico. Le iperboli che inseguono un sogno, la realtà che era fatta di tavolacce di legno riattate a sedie ovvero (oggi) di spazi a perdita d’occhio, con composizioni architettoniche di tavolini da pop-corn e poltrone anatomiche pro-pomiciata.

 

De Sica. Famiglia che ha dato tanto al cinema italiano. Vittorio, grande regista ed attore, anche un Oscar. Christian, il figlio, la leggiadria interpretativa di un elefante in cristalleria.

 

Evita. Nota politica argentina, che Madonna portò alla ribalta in un musical di successo. Spostando un semplice accento diventa il mio imperativo kantiano all’uscita nelle sale dell’ultimo cinepanettone.

 

Ferilli Sabrina. Già sogno erotico dei tardi anni ’90, attivista romanista e sfegatata ultrà di sinistra, l’attrice ha ultimamente recitato con Sorrentino nel film vincitore del Premio Oscar. Ha così coronato il suo sogno: capire se davvero Toni Servillo è attratto soltanto dalle donne che abbiano recitato ne L’Ifigenia in Tauride.

 

Generazione 1000 Euro. Dopo gli ultimi interventi normativi, il film è stato rielaborato e rimontato (sorrisi al posto delle smorfie di rassegnazione, entusiasmo, positività e schiena dritta) ed è tornato nei cinema con il titolo Generazione 1080 Euro.

 

Habeas corpus. Così urlava Lino Banfi, in latino/pugliese maccheronico, alla vista di Edwige Fenech, Gloria Guida, Orchidea De Santis e Marisa Mell.

 

Idi di Marzo, Le. Incalzante thriller politico di e con George Clooney, ha rivelato al mondo l’ottimo talento di Ryan Gosling, fino ad allora confinato nella pubblicità per stecchini voluta da Winding Refn per Drive. La colonna sonora del film è stata diffusa via etere durante le ultime riunioni del PD.

 

Leonardo DiCaprio. Dopo un’infanzia passata ad evitare coloro che gli chiedevano di cantare Champagne, ha raggiunto il successo con Titanic, kolossal catastrofico di cui si ricorda la famosa frase “Io sono il re del mondo”. Frase in seguito diventata virale e conosciutissima ed ultimamente attribuita ad un qualsiasi personaggio di Paolo Sorrentino, regista compreso.

 

Mollica Vincenzo. Critico cinematografico, musicale, letterario, esperto di fumetti, botanica, tettonica a placche ed autogrill mitteleuropei, si entusiasma per ogni singola espressione d’arte: dai peti di Alvaro Vitali alle sinfonie di Mahler, passando per una veronica di Maradona ed una canzone di Povia. Durante il suo matrimonio ha ripetuto per 57 volte.

(N-Z)

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