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L'importanza della scrittura nel cinema
di boychick
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Tutti vogliono fare i registi o gli attori mentre nessuno prende seriamente in considerazione la scrittura. Parte tutto da lì, un film se è mal scritto non sarà mai bello”. Questo è quanto ha affermato Carlo Verdone, un annetto fa, in un'intervista a “Cinecittà News”. Intervista ricca di idee e che non può che far riflettere tutti gli appassionati di cinema. Mi sono imbattuto in questa intervista cercando notizie in rete sui film francesi... e l'affermazione di Carlo Verdone “smettiamo di copiare dai francesi” ha attirato la mia attenzione. Così ho aperto la pagina e ho letto questa interessante intervista, che mi ha fatto ragionare su alcuni aspetti e ha confermato qualche convinzione che ho da tempo. Due sono i temi toccati che hanno maggiormente attirato la mia attenzione: il fatto che dobbiamo smettere di “rincorrere” le pellicole francesi (come ha sottolineato lo stesso Verdone: “è il colmo, noi una volta eravamo i maestri delle commedie, ora addirittura ci riduciamo a copiare quelle francesi?”) e il fatto che fondamentale per la riuscita di un buon film è la scrittura. In questo Post mi soffermo soprattutto su quest'ultimo aspetto.

Riporto cosa avevo già anticipato in un Post di qualche giorno fa riguardo ad un libro scritto da Stephen King: “Stephen King, nella sua lunga carriera, ha scritto numerosi libri che sono stati ripresi dai più grandi registi e che sono stati alla base di numerosi film, che hanno avuto grande successo e sono stati apprezzati dal pubblico di tutto il Mondo. Ciò dimostra, che alla base di un film prima degli effetti speciali, della cura dei suoni, e dei costumi, servono le idee, una storia”. Della mia stessa idea è Carlo Verdone, il quale afferma che “... scarseggiano le idee e ci sono pochi soggettisti e sceneggiatori. Il dramma del cinema italiano è proprio una penuria di questi ultimi”.

Alla base di un cortometraggio, o di un qualsiasi film, prima di un buon attore, di effetti speciali apocalittici, occorre un'idea... una trama ben scritta. Invece, ahimè, la scrittura pare l'ultimo dei problemi... e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La maggior parte delle commedie italiane sono, infatti, giudicate in modo altamente negativo dal pubblico. Questo, però, non perché non ci sono attori all'altezza o effetti multimediali di ultima generazione, ma per il “semplice” fatto che non hanno una forte sceneggiatura scritta alle spalle... non hanno una trama a fondo studiata. Per fare qualche esempio, “Carnage”, film del 2011 diretto da Roman Polanski, deve il suo successo principalmente al fatto che si è basato su un'opera teatrale, perciò su una storia con contenuti e linee guida solide. Poi certo, la presenza nel cast di Jodie Foster e Kate Winslet è stata un valore aggiunto, ma il suo successo è dovuto principalmente al fatto che c'era un'opera teatrale dalla quale prendere spunto (vale a dire, “Le Dieu du Carnage” della scrittrice francese Yasmina Reza). Film apprezzato molto anche da noi utenti di film.tv, valutazione media di 448 voti pari a 7.4 e 113 recensioni scritte).

Stesso discorso può essere fatto per “The Big Kahuna”. Il successo è dovuto principalmente alla storia... alla scelta e alla qualità dei discorsi, del carattere dei rispettivi personaggi. Non a caso, anche questa pellicola è tratta da una commedia teatrale (“Hospitality Suite” dello scrittore statunitense Roger Rueff) e ha diverse somiglianze, con l'opera di Samuel Beckett, vale a dire “Waiting for Godot”. Perciò non dobbiamo stupirci per la piena riuscita del film: partendo con fondamenta solide, il successo era già a metà dell'opera.

Stesso discorso può essere fatto per una simpatica/grottesca commedia francese che ho visto la scorsa settimana: vale a dire, “Tutti pazzi in casa mia”, pellicola che è basata sull'opera teatrale “Une heure de tranquillité”. Sicuramente non è un capolavoro, però, rispetto a molte commedie italiane, questa è di gran lunga superiore (e questa non è solo una mia idea... basta già solo controllare la valutazione media di alcune commedie italiane per intenderci).

Stéphane De Groodt, Christian Clavier

Tutti pazzi in casa mia (2014): Stéphane De Groodt, Christian Clavier

La lista di film con una trama ben scritta alle spalle è lunghissima (e non è nemmeno ciò che mi interessa in questo momento).

Ciò che invece è importante (e la mia è più una speranza) è che si ponga l'attenzione di più sulla scrittura di una pellicola che sul resto. D'altronde film di azione come quelli americani per una questione di risorse economiche e tecnologiche non si possono realizzare... mentre una trama ben scritta, originale e coinvolgente non costa nulla. D'altronde quanti film hanno realizzato ispirandosi a romanzi di scrittori quali Stephen King, John Grisham e Ken Follett?

Anche noi italiani possiamo dire la nostra. Uno scrittore da cui si può trarre ispirazione è Niccolò Ammaniti, vedere per esempio il film “Io non ho paura” tratto dall'omonimo libro. Però sono casi sporadici, occorre fare di più. Anche per quanto riguarda la formazione di chi vuole fare il cinema come mestiere. Spesso di attribuisce molta importanza alla formazione tecnica: uso delle luci, dei suoni, montaggio... tutte cose indispensabili. Però, quanto tempo si dedica ad insegnare, ad incentivare, ad aiutare, nella scrittura di una sceneggiatura? Da anni, in Italia, si prende tutto per dato. Abbiamo avuto i più grandi maestri di teatro e scrittori al Mondo (Pirandello, Calvino, Moravia, Albertazzi, Pasolini, Natalia Ginzburg) e poi, tutto ad un tratto, è come se ci fossimo accontentati ed avessimo iniziato a vivere di rendita. Ma ora, ci stanno superando in molti e l'Italia non è pronta (anche nel cinema) ad essere alla pari di altri Paesi. Sempre Carlo Verdone, su una domanda sul futuro dei giovani registi, dice: “ci sono dei ragazzi che hanno delle ottime possibilità. Puntiamo tutto su di loro, perché mai come in questo momento c'è bisogno di un ricambio generazionale. Dobbiamo cercare delle storie...”. E questo non lo spera solo Verdone, non lo spera solo boychick, ma lo sperano tutti. Tutti noi speriamo in una rinascita e in una ripresa del cinema italiano. Incominciando con lo scrivere nuovi racconti, nuove opere teatrali... Dalla nostra abbiamo un patrimonio culturale ampio, ancora buoni insegnanti e maestri... di contro, abbiamo il tempo. Perciò, occorre fare presto. In onore di chi ha vissuto di cinema e ora non c'è più, per noi e per chi verrà in futuro.

 

A tutti auguro un buon proseguimento e un buon cinema!

 

 

 

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