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In Serie (28) : “Orange Is the New Black”, 4a stag. (p. 2 di 2: ep. 9-13) : (We) Can't Breathe (...'till the cage is full, the cage is full.).
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In Serie (28) : “Orange Is the New Black”, 4a stag. (p. 2 di 2: ep. 9-13) : (We) Can't Breathe (...'till the cage is full, the cage is full.).

[ - - - - - - - - - - - - - - - - - PRESENTI SPOILER - - - - - - - - - - - - - - - - - ]

* * * * - * * * * ¼  --  8 - 8½     

OItNB (4.2) – Bruce Gilbert (6.2) – Più Sodoma e Meno Gomorra (7.2) – Press Play (20).

Qui si trova la prima parte di questo doppio post che ho dedicato alla quarta stagione di "Orange Is the New Black" : //www.filmtv.it/post/33352/in-serie-28--borange-is-the-new-blackb-4a-stag-p-1-di-2-ep-1/#rfr:user-47656

Purtroppo sempre più Gomorra e meno Sodoma.

40 kg. (quaranta chilogrammi). Li alzo con il mignolo e l'anulare della mano sinistra.

 

I. Un grottesco esperimento sociale.  

“La deumanizzazione è un processo essenziale nel pregiudizio, nel razzismo e nella discriminazione. Stigmatizza gli altri, attribuendo loro una ''identità negata''. Il sociologo Erving Goffman ha descritto, per esempio, il processo mediante il quale è socialmente discreditato chi è disabile. Non è più pienamente umano, e quindi è infetto.
In tali condizioni, diventa possibile che persone normali, moralmente rette e di solito persino idealistiche, compiano atti di crudeltà distruttiva. Non rispondere alle qualità umane delle altre persone facilita automaticamente le azioni disumane. Il precetto evangelico diventa monco: “Fa agli altri ciò che vuoi”. E' più facile essere insensibili o brutali verso ''oggetti'' deumanizzati, ignorare le loro richieste e i loro appelli, usarli per i propri scopi, persino distruggerli se danno fastidio”.      

Philip Zimbardo - “the Lucifer Effect. How Good People Turn Evil” - 2007
( Cap. 13 - L'indagine sulle dinamiche sociali. La deindividualizzazione, la deumanizzazione e il male dell'inerzia. Deumanizzazione e disimpegno morale.
Trad. ital. di M. Botto - “L'Effetto Lucifero” - Raffaello Cortina – 2008 ).   

Vale per Piper ( sineddoche per ''persona comune'' : e chi non lo è, a LitchField? ), vale per le guardie e i secondini ( le persone giuste, col giusto ruolo, nel giusto luogo ) in una situazione normale ( quale non è, in questo momento, quella di LitchField ). Vale per Maria, e, a maggior ragione, antinomicamente attraverso differenti gradazioni, vale ancora una volta e sempre più per la crew/brotherhood dei vari Piscatella, Coates, Bailey (“Crescono così in fretta!” - Piper sul giovane security/correctional officer ), McCullogh, Dixon, Stratman e Humprey (“Il nostro fratellino un po' strano, che frulla gli insetti”), di cui Healy e Luschek non fanno parte.

 

II. Dove eravamo rimasti.    

Desi Piscatella ( la cui life-tagline è : “People don't change. I should know, my mom sent me to gay conversion camp” ), Charlie “Donuts” Coates ( che alla fine verrà ''ridotto'' ad un maschio che non sa ''come'' amare, col cazzo duro amorevolmente poggiato sul ginocchio dell'amata, e una stella al merito per essere riuscito a trattenersi ) e gli altri reduci ( Lee Dixon, del quale sapremo qualcosa, di prima mano, cioè dalla sua stessa voce, riguardo al suo ingaggio in Afghanistan, nel season finale; Thomas Humprey, lo psicopatico-puro, che relaizza gl'incubi delle inmate, tra glabri topolini appena nati da inghiottire come gusanos senza mezcal e incontri gladiatori senza regole di lotta libera all'ultimo zigomo fracassato organizzati con l'incentivo di un'assenza d'alternativa; Artesian McCullough, la bionda; Stratman, ''in''colpevole principiatore di tutto il caos a venire; etc...), i non reduci da un bel niente, come Baxter “Gerber” Bailey, le guardie con mansioni amministrative e i semplici secondini, non sono i “Fortunate Son” di John Fogerty/CCR, ma ciò non gli è di scusante, non li esime dallo scontare la pena, che non è certo quella di recarsi a svolgere il loro lavoro, in carcere, ogni giorno, volontariamente, per portare a casa lo stipendio, il salario e la busta paga, mentre le inmate, in galera, vi sono rinchiuse più o meno contro la loro volontà, e il loro stare in prigione non è di sicuro una scelta diretta, ma il sottostare alle regole del gioco, che se le si trasgredisce, può anche capitare che si finisce dall'altra parte delle sbarre ( come Pornstache ), o peggio, con un piccolo calibro puntato dritto in fronte, come Humprey.   

The Animals.
Trapped.
The Cage is Full.

(NeoNazi con TeddyBear)

 

III. Episodi 9-13 ( “Funziona, ma è messo male” ).

N.B. - Gli screenshot presenti nel post sono inseriti senza rispettare esattamente, per filo e per segno, la cronologia interna della stagione: per una serie che ci presenta i canonici flashback virandoli per l'occasione verso il PdV di un morto...mi sembrava la cosa giusta da fare. Analessi → prolessi → e ancora, e ancora: no, non serve: quel ch'è fatto è fatto, e, semplicemente, non è giusto...  

 

Ep. 09 - “Turn Table Turn”, scritto da Sara Hess e diretto da Constantine Makris. 

In cui il discorso metatestuale si fa esplicito, iconico e sopra le righe : oltre a Breaking Bad ( “Oh no...io la Met Blu non la userei mai...è un colore che non mi sa di naturale...” ), nel corso degli episodi : Bones, Lost, Game of Thrones, Sherlock, the Walking Dead : ovviamente tutto per sentito dire, di riporto e di seconda mano, perché, gente, forse non ci avete pensato, ma se finite in una prigione senza il via cavo ( per gli U.S.A. : HBO e AMC ) o l'abbonamento a Sky e NetFlix ( per l'Italia della ''larga banda'' ), addio binge watching, e quando uscirete la Barriera sarà già caduta da un pezzo! Ergo: fate i bravi.   

“Non sai leggere?”
“Voglio dire...forse lo so fare… Non sono così stupida. E' che...non lo faccio volontariamente”
“...”
“E' così che ti fregano: con le parole! Nascondono delle idee nelle parole e iniziano a farti pensare
“Non l'ho mai vista in questo modo...”
“Eh si. E tutto ad un tratto ti ritrovi a dire: E se esistessero altre persone con vite completamente diverse dalle mie, ma che comunque meritano attenzione? Non sarebbe meglio pensarci prima di iniziare a giudicare queste persone?”
“Sarebbe...il caos!”
“No. Grazie”.      

Avete appena letto la trascrizione di un dialogo fra due inmate co-co-protagoniste (che probabilmente diverranno co-prot. nella 5a stag., forse dotate pure di un flash-back dedicato), ed avete appena letto il motivo per cui adoro questa serie.  

Nicky - “It was always hopeless. I am not your fault”.
Red - “Con Tricia ho fatto la dura ed ora è al cimitero carcerario col nome scritto sbagliato sulla lapide”.

Idem, con protagoniste. 

Nel frattempo, Blanca sale sul tavolo.

 

She Keeps Bees (Jessica Larrabee & Andy LaPlant) - “Vulture”

Studio :

Live :
the Bug - “Fuck You” (feat. Warrior Queen)

 

Ep. 10 - “Bunny, Skull, Bunny, Skull”, scritto da Carly Mensch e diretto da Phil Abraham.

In cui sorella Ingalls si dimostra molto coraggiosa, portando a fruttuoso e lieto compimento la sua cerca di Sophia, anche se è innegabile che dovrebbe allenare di più i muscoli elevatori pubo-coccigei, intrinseci e vulvo-perineali della sfera genitale contro gl'imprevedibili starnuti atti a disvelare telefoni cellulari di contrabbando.  

Piper ad Alex a proposito della sorellanza bianca che getta cibo in faccia a Blanca, in piedi sul tavolo da 24 ore e con una pozza di piscio rappreso colatole lungo i calzoni :
“Ho creato un mostro”
“Non hai creato l'odio razziale”
“Ma ho radunato io quelle che odiano, e poi le ho puntate contro le dominicane”.   

Suzanne - a proposito del suo feuilleton porno-science fiction - a Lorna : “Le emozioni erano finzione, ma la scienza era vera!”.

Marisol “Flaca” a Maritza, ch'è appena ingrassata di 20 grammi : “Che dio le stramaledica, queste guardie! Pensano di poter fare tutto il cazzo che vogliono!”.

Gran bei piano sequenza organizzati da Phil Abraham che riescono a contenere sia “Fuckin' Morgan Freeman!” quanto “Qualunque cosa accade nel graturco resta nel granturco”.

CaveBoy - “Color War”

E no, non finirà bene, come dice Frieda a Red.

Jonathan Rado - “Hand in Mine” : https://play.spotify.com/track/5rJTh9zv9tAvXHWAmKK3ZL

 

Ep. 11 - “People Persons”, scritto da Nick Jones e diretto da Lev L. Spiro. 

In cui Healy fa di nuovo cose giuste, cose sbagliate, cose così.

Certe sue ''uscite'' (per tacer del finale della 1a stag.), in un continuo apparente susseguirsi di giravolte caratteriali che in realtà delineano magnificamente il personaggio, riescono a creare sano e sacrosanto disagio nello spettatore, e non esagero : si prova odio e compassione al tempo stesso, e magari il giorno dopo si è di nuovo pronti a parteggiare per lui, per essere subito smentiti e ricondotti sulla retta via del sospetto.

La sua ultima scelta compiuta, in totale autonomia ( e solitudine ), è sia una fuga quanto una presa di coscienza: l'ennesimo disastro che Caputo non può ( e non riesce a ) scongiurare lo riporterà in azione? E con quali risultati?  

Welcome to the SuperEmporium!
Succo d'arancia, dentifricio, fucile d'assalto AR-15. Buona giornata!

 

We got a fight(!) All right(!). 

Deqn Sue - “Bloody Monster” 

 

Ep. 12 - “the Animals”, scritto da Lauren Morelli e diretto da Matthew Weiner.  

Matthew Weiner, chiamato a dirigere il penultimo episodio della quarta stagione ( da notare che quello precedente s'intitolava non “Person to Person”, ma quasi : sempre di empatia ( bi-univoca ) si tratta ), ci riporta – dopo il frastornante finale dell'episodio precedente – coi piedi per terra, abbarbicati sui tavoli e le sedie, mettendo in scena lo script di Lauren Morelli ( sceneggiatrice - una delle migliori, in un contesto il cui livello è altissimo - e produttrice esecutiva. “Significativa”, poi, l'assonanza onomastica con uno dei personaggi principali della serie, Lorna Morello ) --- che nella vita extra-diegetica fa coppia 

proprio con Samira Wiley ( coming out e divorzio amichevole dal marito nel 2014 ), 40kg tenuti a terra da un ginocchio, una pressione di 80kg sui polmoni... --- con classicità e attenzione ai personaggi, ai rapporti d'interazione tra essi, alla loro corporalità ( lo scontro Caputo-Humprey, quello Caputo-Piscatella, il confronto Pennsatucky-Big Boo ). Fino alla fine. Devastante.

The animals, the animals /
Trapped, trapped, trapped, 'till the cage is full /
The cage is full.

La Suburbia delle bianche, il Ghetto delle nere e l'Harlem delle ispaniche : ± 510.065.285 km².

I Die / I'm Rising   

Corrina Rep - “Release Me” 

 

Ep. 13 - “Toast Can't Never Be Bread Again”, scritto da Tara Herrmann e Jenji Kohan e diretto da Adam Bernstein.

People (to) Person(s).    

Dixon consola Bailey :
“Ascolta, non so se ti può aiutare o no, ma, in Afghanistan, ho ucciso delle persone. Anche civili innocenti”
“Persone?”
“Dopo aver dato la caccia ai cattivi per così tanto tempo, senza riuscire a prenderli, mentre loro fanno saltare in aria i tuoi amici o sparano al tuo convoglio, e tu t'incattivisci, ti stanchi,e ti annoi. Quindi prendi un ragazzo che lavora in un vigneto e gli fai fare il giocoliere con delle granate innescate finché non esplodono. E poi gli spari. Perché non vuoi che cresca senza braccia. O che ti denunci. O magari strangoli una ragaza con cui hai fatto sesso, in un piccolo villaggio, perché tanto comunque la ucciderebbe la famiglia, no? E tu devi solo...voltare pagina”.

Dicotomia/2 ( per la prima ci si ritrova al precedente post ) : Bailey per violazione di domicilio e possesso di marjuana per uso personale finisce una notte in gattabuia, come ''lezione'' di vita, Poussey per violazione di proprietà privata e possesso di marjuana in modica quantità ai fini di ''spaccio'', finisce in galera per mesi (anni?).   

Two Dollar Pistols - “Runnin' With the Fools” 

 

Red, alle sue ragazze, leggendo da “Bird to Bird” [ https://www.nytimes.com/books/97/08/17/reviews/lamott-bird.html ] di Annie Lamott ( un brano consigliatole da Poussey quando Red stava iniziando a creare l'orto del carcere ) :

«“L'orto è una delle due più grandi metafore per descrivere l'umanità. L'orto richiama alla mente la vita e la bellezza, e la temporaneità delle cose viventi. L'orto richiama alla mente il nutrimento dei propri figli, il procurare cibo per la tribù. Fa parte del bisogno di formare un territorio che probabilmente deriva dall'abitudine degli animali quando stipano il cibo. E' un meccanismo competitivo di ostentazione, come avere qualcosa di gran valore, la brama di coltivare i pomodori migliori e le rose inglesi. Richiama alla mente la vittoria, il fornire alla società beni superiori e il confermare il fatto di avere buon gusto, avere valori sani ed essere una persona che lavora sodo. E qual meraviglioso sollievo, di tanto in tanto, conoscere l'identità del proprio nemico. Perché in un orto, qualsiasi cosa è il tuo nemico: gli afidi, il clima, il tempo. Quindi metti tutto te stesso nell'orto, diventa così importante per te, e vedi da vicino la nascita, la crescita, la bellezza, il pericolo e il trionfo. Ma poi tutto muore in ogni caso, non è così? Ma continui comunque a farlo. Washington mi mostrò questo passaggio quando inizia l'orto. Pensò che potesse piacermi. E aveva ragione. Inizieremo di nuovo. Per la nostra umanità, per la nostra famiglia, e per quella piccola ragazza sul pavimento della mensa».  

Si, un passaggio un poco retorico e piegato alle proprie esigenze (da parte dell'autrice extra-diegetica, non dell'inmate ), però ben funzionale. Ed infatti, quando poco più tardi, Frieda le chiederà, in privato, cos'abbia davvero in mente, Red così le risponde : “Quando i miei figli erano piccoli ed abitavamo in un quartiere di merda, li tenevo impegnati. Super impegnati. Sport, lavoretti, giochi da tavolo, li portavo fuori, musica, fortini coi cuscini [ritornano i fortini di Healy, qui in versione del tutto positiva], qualunque cosa mi venisse in mente, perché i ragazzini pieni di cose da fare non hanno tempo per mettersi nei casini. Sento puzza di casini in arrivo. E voglio tenere impegnata questa famiglia”.   

Alla fine, Coates è ''ridotto'' ad un uomo che non sa ''come'' amare.

Caputo sbaglia tutto, sopraffatto dagli eventi [ è sempre ''altrove'' durante le crisi che con preoccupante regolarità scoppiano a LitchField, e questo ''altrove'' solitamente presuppone un pene, il suo, e una vagina, di Linda MCC ( e non bisogna scordare che la troia (cit.), presente a LitchField durante la rivolta, chiusa nel cesso, con tutta probabilità ha una pistola carica nella borsetta ) o più occasionalmente “Fig” Figueroa ] e in un attimo di ottundimento della buona fede che fin qui ha caratterizzato bene o male e più o meno le sue azioni? Cosa avrebbe potuto fare? Licenziare Piscatella ( invece del solo Humprey ) e stare a vedere se gli altri erano disposti a seguirlo e a mettere in pratica la minaccia che Piscatella aveva inscenato per conto loro?

Caputo continua a sbagliare? E' l'unico che dice la verità: non è stato un omicidio a sangue freddo, Washington non ha fatto alcunché per meritarselo e Bailey è autore di un incidente colposo germinato da un calderone miasmatico di idiozia, stupidità, inettitudine, indifferenza e crudeltà istituzionalizzata. E la sovrappopolazione - generata dagli stessi fattori - è stata però solo un innesco, non una delle concause maggiori.

Ed ecco che si ritorna a quel preciso momento di una vita in cui nulla era compromesso e tutto poteva ancora accadere, tra una Whitney versione '92 e una Musetta pucciniana senza età che ancor se ne va soletta per la via e la gente sosta e mira.   

LP (Laura Pergolizzi) - “Muddy Waters”

Studio : 

Live : 

 

Ciao, Poussey, un ultimo regalo per te ( e no, non sono una rootZerosa cover band di bianchi…) :

the Roots ( feat. Cody Chesnutt ) - “the Seed (2.0)” 

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- “Mr. Healy, did we travel back in time?”    
- “No.   

 

Lo hanno fatto Jenji Kohan, Adam Bernstein e Samira Wiley per noi, con la Macchina del Tempo che si chiama Cinema: occorre solo dotarsi di un tubero solanaceo, di due mani e una fronte per contatti, di un fortino di cartone e di una lanterna magica.

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Questo invece è un regalo per me ( sempre in attesa dei barbari, già qui. Tutta un'altra storia. Non c'entra nulla, niente. No. Amsterdam? New York? Berlino? Fiji? Pianura Padan(i)a? Comunque viva. Non c'entra niente, nulla. Si ) :

Massimo Volume - “Silvia Camagni” 

Vasco Brondi (le Luci della Centrale Elettrica) - "40 km"

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