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1899
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Anche nel 1899 non c’è un’opera che verrà celebrata ancora oggi ogni dove. Anno un po’ mogio, insomma. A fronte di una produzione complessiva sempre molto intensa, ci sono comunque dei filmati che hanno vari motivi di interesse, e dunque scavando scavando secondo me qualche gemma c’è di sicuro, in questa miniera. Io sono un dilettante da strapazzo, non mi sono preso la briga di leggermi tomi e libroni sulla storia del cinema (colpa mia, senza dubbio, ma il tempo è quello che è, e me ne serve molto per tante altre cose); dunque, mi informo, cerco, vedo, giudico, per poi fare questi post che vogliono in fondo essere appunti per me stesso; siatene consapevoli e giudicate bonariamente. Si può partire da G.A. Smith, citato nel 1898, e dal suo The kiss in the tunnel. Io mi immaginavo chissà perché un tunnel dell’amore, tipo giostre, e invece è un tunnel ferroviario. E’ una delle primissime opere con più riprese, e quindi successivo montaggio, ipotizzo: un treno esce dal tunnel e successivamente il nostro treno entra, stacco, in una carrozza un gentiluomo fuma, legge e bacia la sua dama, stacco, il treno esce dal tunnel. L’elegante signore è il 35enne regista; la signora è sua moglie, spesso presente nei suoi film.

 

Melies continua la sua ricca produzione. Cendrillon è probabilmente il primo film su Cenerentola. E’ il film perfetto per il regista, quello dove i suoi trucchi trovano il terreno fertile e ideale per trionfare. Tutta l’opera, di durata inusuale per l’epoca (quasi 6’) è godibilissima ancora oggi. Jeanne d’Alcy, futura moglie del Nostro, fa la fata madrina (in Wiki eng dicono faccia la Regina, ma pare di no, e comunque gli interpreti dell’epoca sono oggi un terno al lotto, bisogna arrangiarsi per capire chi erano); Melies stesso appare, come sempre, e questa volta si dà la parte di una specie di gnomo che ricorda la mezzanotte a Cenerentola. Montaggio, riprese diverse, scenari diversi (fatti solitamente da lui stesso) …tante cose sono al top della sua produzione. Il film fu un grande successo, che rapidamente divenne un trionfo mondiale

 

Piuttosto celebre è anche L’illusionista (o L’impressionista) di fine secolo, che non solo ci ricorda che manca poco al Novecento, ma riassume in maniera divertente, e ormai con assoluta padronanza, tutti i vari trucchetti che lui avrebbe voluto fare in teatro ma che solo il cinema gli permetteva…anche se oggi qualche mago, alcune di quelle sparizioni che vedete, riesce a farle dal vivo, più o meno…Molto gradevole, per scelte e per il gran ritmo.

 

Melies è furbo e ha capito tutto, ed ecco dunque L’affare Dreyfus, un film in 9 parti (di un minuto ciascuno) per raccontare ciò di cui tutti parlavano in Francia, all’epoca. Ricordate, no, l’ufficiale ingiustamente accusato di essere in combutta con la Germania. Dreyfus era ebreo (e come tutti gli ebrei, già piuttosto osteggiato, anche in Francia, sempre a seguito delle idiozie clericali che vedono gli Ebrei come dei deicidi), ma era ricco, molto ricco, e lo stesso, comunque, per amore patrio, aveva intrapreso la carriera militare. Ufficiale di primo pelo, 5 anni prima era stato accusato e arrestato, rapidamente condannato, degradato e portato per sempre in Guyana. Da un paio d’anni però c’erano sono molte voci per una riapertura del caso, e di un complotto per fregare il Dreyfus. A inizio ’98 è apparso su un giornale, a 9 colonne, il famoso J’accuse di Zola, che per questo verrà condannato. Al fianco di Zola, si schierano presto tanti intellettuali e artisti del tempo. Poco dopo, sempre nel ’98, uno dei principali accusatori di Dreyfus ammise di essersi inventato tutto, e si suicidò in carcere. Nell’agosto ’99 il nuovo processo, e la nuova condanna a 10 anni, data dai giudici sotto fortissime pressioni dei militari, ormai completamente sputtanati davanti all’opinione pubblica. Tale decisione muta addirittura le elezioni politiche; Dreyfus viene poi convinto suo malgrado a chiedere la grazia, che viene data. Melies ne fa un film in 9 episodi, ognuno con il suo sottotitolo.

Spiego cosa succede, per quanto posso. Nel primo episodio il suo accusatore, che l’ha convocato, a un certo punto gli mette sul tavolo una pistola, invitandolo tacitamente a suicidarsi (cosa vera, anche se non andò esattamente così, Dreyfus fu lasciato solo); il secondo non è chiarissimo, ma dovrebbe essere l’accusatore che riceve l’ordine di cattura (è quello che si inventò tutto); il terzo dovrebbe essere l’arresto di Dreyfus, che non andò così, e poi la casa mi pare ben più misera di quanto fosse in realtà (Dreyfus, si vede, qua è interpretato dal solito Melies); nel quarto l’accusatore si toglie la vita (la cronologia reale è un po’ dimenticata); nel quinto Dreyfus parte per la colonia penale, in mezzo a un temporale; nel sesto incontra la moglie, prima del processo d’appello; nel settimo l’attentato all’avvocato che difendeva Dreyfus (vero, finirà in ospedale per un po’), da notare l’indifferenza molto pronunciata da parte di un paio di passanti; nell’ottavo una rissa tra giornalisti, che dà conto della tensione dell’epoca che causò il caso; nell’ultima il processo di appello.

 

Riparliamo di William Dickson? Suo questo film che è ritenuto il primo adattamento al mondo al cinema di un’opera di Shakespeare. Non si vede molto, dovrebbero esserci state altre parti, ora perdute. In questa, Re Giovanni Senzaterra, da quanto ho capito, schiatta. L’opera non è granchè, ha soprattutto valore storico. Nella parte del re, Herbert Beerbohm Tree, all’epoca un celeberrimo attore inglese di teatro, ed è quello della foto che apre il 1899.

 

I Lumiere poi non si sa come ma spesso sono i più spontanei e poetici, come in questo Le petite fille et son chat, niente di che, ma si sa, i gatti vanno forte su Internet, come farcelo mancare?

 

Infine, quello che è forse il secondo filmato erotico, una specie di striptease del tempo, che dato l’enorme numero di capi d’abbigliamento portato, mi sa che durava anche ore, dico per dire. Non si vede nulla, sia chiaro; si dice che il filmato originale durasse più minuti…mah, questo quello che rimane:

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