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Il Proibizionismo. Uno sguardo alla storia e al cinema.
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Con il termine Proibizionismo si fa riferimento ad uno dei tanti periodi storici che hanno caratterizzato il secolo scorso, in particolare, il lasso di tempo che va dal 1919 e il 1933. Nel 1919, infatti, negli Stati Uniti, fu approvato il XVIII emendamento alla Costituzione USA che prevedeva il divieto di fabbricazione, trasporto e vendita di bevande alcoliche. Tale legge, che prese il nome di Volstead Act (in riferimento a Andrew Volstead, il membro della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d'America che realizzò la proposta di legge), fu abrogata nel 1933 poiché non era stata in grado di arginare il fenomeno del consumo di bevande alcoliche. Senza aprire un dibattito sociologico/politico riguardo al proibizionismo e antiproibizionismo, cerchiamo brevemente di capire che cosa non ha funzionato nel Volstead Act. L'obiettivo dei fautori del Proibizionismo era quello di eliminare il consumo di bevande alcoliche nel Paese, che stava aumentando sempre più e ritenuto da molti essere la causa di atti di delinquenza, di violenza e criminali. Così però non fu.

Nonostante il semplice consumo fosse diventato reato, le persone trovavano lo stesso il modo di procurarsi le bevande alcoliche e di consumarle, però con la differenza che, per entrare in possesso anche solo di una semplice bottiglia, dovevano sborsare molto più di prima (fino anche a dieci volte rispetto al prezzo precedente!)... E poiché solitamente il consumo di alcool era diffuso tra le classi basse della popolazione, ciò provocò un loro ulteriore impoverimento, con situazioni di degrado e povertà sempre maggiori. In secondo luogo, poiché l'alcool era diventata una sostanza illegale, non vi erano più controlli sulla sua qualità, perciò furono molti coloro che si rovinarono la salute, poiché molto spesso le bevande erano mischiate tra loro, oppure erano sostanze adulterate qualitativamente (con aggiunta di quantità spropositate di coloranti).

Infine, il Proibizionismo ebbe un effetto drammatico, le cui conseguenze si vedono ancora oggi. Infatti, l'unico soggetto che ci perse fu lo Stato (il quale non riscattava più gli introiti derivanti dalle tasse su un prodotto legale), tutto a vantaggio delle bande criminali. Il Proibizionismo, infatti, non fece altro che favorire la nascita, e il conseguente rafforzamento, di gruppi criminali e di gangster che sono passati alla storia: Al Capone, Lucky Luciano, Dean O'Banion, Meyer Lansky, Joe Masseria, Salvatore Maranzano... solo per citarne alcuni.

Sicuramente il Proibizionismo erano nato con buoni e condivisibili propositi, ma esiti drammatici e negativi come quelli sopra elencati, fecerò sì che gli Stati Uniti in meno di quindici anni rivedessero le cose.... credo che oggi si dovrebbe riaprire un dibattito in merito alla convenienza o meno di continuare a proibire alcune sostanze illegali, poiché il Proibizionismo dei “ruggenti anni venti” ce lo dimostra: proibire, molto spesso, (nonostante le buone intenzioni) può fare solo peggio.

Il Proibizionismo al cinema.

Del Novecento si può dire di tutto ma non che sia stato un secolo tranquillo. Due guerre mondiali, i regimi totalitari e le loro conseguenze drammatiche, costruzione del Muro di Berlino, Guerra fredda, gli anni di Piombo in Italia... Tutto ciò, oltre ad aver costruito il presente, ha riempito i libri di storia, le pagine dei giornali, dei libri... e anche il nostro caro e amato cinema. Tra le tante funzioni del cinema (divertire, far ridere, passatempo) quella che sinceramente preferisco è quella divulgativa e di informazione. Il cinema è infatti uno strumento fondamentale che può essere molto utile per comprendere un dato periodo storico, una situazione, poiché grazie all'interpretazione, ci proietta dove vuole lui, per farci capire meglio un contesto e un argomento. Pensiamo ai film sull'Olocausto o sulla guerra: molto tristi, ma necessari, e più efficaci di un libro di storia.. Il cinema ha questo grande privilegio e potenziale: grazie ad interpreti e alla multimedialità, si può senza difficoltà rappresentare un luogo, altri personaggi, in modo da far capire veramente un determinato contesto passato e ai nostri occhi nebbioso.

Tornando al Proibizionismo, va detto che a fronte di tutti gli eventi che hanno caratterizzato il '900, questo tema non è stato molto approfondito né nei libri di storia e nemmeno nel cinema. Di recente ho potuto vedere una serie televisiva ambientata negli Stati Uniti nell'epoca del Proibizionismo, vale a dire Boardwalk Empire, la quale presenta in modo perfetto e coerente con la realtà l'ascesa dei gruppi criminali e tutti gli effetti del Volstead Act.

Credo che Boardwalk Empire non abbia bisogno di molte presentazioni. Tantissimi riconoscimenti vinti, 5 stagioni per un totale di 56 episodi, curata da Terence Winter e che ha visto susseguirsi attori di fama mondiale come Steve Buscemi, Michael Pitt, Bobby Cannavale, Vincent Piazza, Shea Whigham, Michael Shannon, Kelly Macdonald... e tanti altri.

Quello che ci offre Boardwalk Empire è una visione degli anni '20 in USA e pone l'attenzione su tutti gli aspetti che ho sottolineato in precedenza. Credo che sia stata veramente impeccabile questa serie tv nel mostrare la nascita, l'ascesa e il rafforzamento dei gruppi criminali dell'epoca. Si pensi all'ascesa di Al Capone avvenuta proprio in quegli anni. La figura di Al Capone è stata oggetto di numerose pellicole:

  • Quella sporca ultima notte”, film del 1975 che vede Al Capone rappresentato da Ben Gazzara e un giovanissimo Sylvester Stallone nel ruolo di Frank Nitti.

  • The Untouchables – gli intoccabili”, film del 1987 diretto da Brian De Palma con un cast di lusso: Kevin Costner, Robert De Niro, Andy Garcia, Sean Connery. Tale pellicola è ambientata negli anni '30 a Chicago in pieno Proibizionismo. Chi volesse saperne di più di Proibizionismo sono convinto che sia un film che non si può assolutamente perdere.

  • Il massacro del giorno di San Valentino”, film del 1967. Anche questa pellicola è ambientata a Chicago con sullo sfondo il Proibizionismo.

     

     

Oltre ad Al Capone, Boardwalk Empire presenta in modo scrupoloso e il più possibile attinente alla realtà, altri gangster che sono emersi durante il Proibizionismo. Tra questi Lucky Luciano, interpretato da Vincent Piazza che ho avuto modo di rivedere in una pellicola simile di recente, vale a dire “The Wannabe”; poi, Meyer Lansky (interpetato da Anatol Yusef in Boardwalk Empire e da Dustin Hoffman in “The Lost City”); Salvatore Maranzano, il quale è stato interpretato da un attore italiano, Giampero Judica Joe Masseria....

Ciò che Boardwalk Empire è riuscito a fare è grandioso: creare storie rispettando nel limite del possibile la realtà e mostrare tutti gli apsetti negativi del Volstead Act: la corruzione (in tutte e cinque le serie viene mostrato come gli agenti del Proibizionismo si lasciassero facilmente circuire o tramite promessa di denaro o dietro minaccia), l'ipocrisia del tempo (i primi a volere la proibizione delle bevande alcoliche erano gli stessi che ci lucravano), l'assalto ai furgoni che trasportavano alcolici e tutti gli stratagemmi utilizzati per non essere sorpresi nel contrabbando. La serie, per non farsi mancare nulla, mostra anche la crisi del '29 e ci riesce in modo perfetto solamente giocando con i colori e con i volti dei personaggi. Ci si accorge che si è in quel periodo solamente guardando il volto più preoccupato di Steve Buscemi nella quinta stagione (non più trionfante e sicuro di sé come all'inizio, ma turbato prima per la crisi del '29, e poi per l'imminente abrogazione della legge Volstead che farà anche terminare i guadagni illeciti).

Insomma, chi vuole unire alla visone di una grande serie tv, con i vari intrecci e colpi di scena, anche un qualcosa che permetta di apprendere meglio la storia, beh.. Boardwalk Empire è da vedere e rivedere.

Per quanto riguarda altri film sul Proibizionismo, ricordo i già sopracitati “The Untouchables – gli intoccabili”, film anch'esso molto bello e da recuperare assolutamente per chi non lo avesse visto, e “ Il massacro del giorno di San Valentino”.

Film più recente ambientato negli anni della crisi del 1929 e del Proibizionismo è “Lawless”, diretto da John Hillcoate che vede nel cast Shia LaBeouf e Tom Hardy. La storia è quelle di tre fratelli che tra diverse vicissitudini e peripezie si occupano di produrre alcolici durante il periodo del Proibizionismo. Quest'ultimo aspetto, cioè sul come produrre gli alcolici e il modo con cui veniva fatto (la paura di essere scoperti, la fretta, l'assenza di igiene e un'assenza di qualità) è rappresentato veramente bene.

 Poi, dulcis in fundo, non si può non ricordare “C'era una volta in America” di Sergio Leone. Lo sfondo della pellicola è sempre questo, periodo del Proibizionismo e di cosa accade dopo la sua fine.

 

I film su questo tema sono in effetti pochi, però sono tutti di un'alta qualità. Credo sia un'aggiunta importante per chi vuole occuparsi di Proibizionismo, o solamente vuole saperne di più, affiancare allo studio sui libri, la visione anche di documentari e di pellicole come quelle sopracitate. Abbiamo infatti, grazie al cinema, l'opportunità di capire le cose e vederle direttamente rappresentate, non sprechiamola.

Come ho già sostenuto in precedenza, credo che il tema del Proibizionismo sia più che attuale. Sono diverse le proibizioni ancora oggi, e talvolta il divieto e il rendere illegale una cosa è la prima risposta che viene in mente quando c'è un problema. Se può funzionare o no non tocca a me rispondere, ma compete a politici, sociologi... l'unica cosa che possiamo fare tutti noi è informarci: i documentari su questo tema sono diversi, i libri di storia che presentano in modo oggettivo la questione ce ne sono, di libri di sociologi proibizionsiti (o antiproibizionisti) ce ne sono ancora di più e abbiamo anche il nostro amato cinema per conoscere, apprendere, imparare. Molti sono coloro che ancora hanno una conoscenza della storia insufficiente, che la trovano noiosa, difficile... beh personalmente credo che la visone di documentari e di film in questo senso possa essere molto di aiuto.. avere dei punti di riferimento, anche cinematografici, quando si sente parlare di temi in apparenza difficili e complicati può essere un grande sostegno.

Diciamo ancora una volta grazie al cinema.

Grazie per chi ha avuto la forza di arrivare fino in fondo e buona continuazione a tutti!

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