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I 4o anni di "Amici miei"... portati benissimo.
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Che serata quella di ieri sera!

Il 10 agosto di 40 anni fa usciva nelle sale “Amici miei” di Mario Monicelli. Per ricordare questo compleanno così speciale, la città di Firenze ha voluto condividere nella serata di ieri (30 luglio), nella piazza di S.Spirito, una visione collettiva del film, proiettato per l'occasione sulla facciata della chiesa. E' stata una “zingarata” quella che ho fatto insieme alla mia amica, di quelle sortite dell'ultimo momento, di quelle che “allora si va?...sì? A che ora?...domattina mi devo svegliare alle 5.00!...ma chi viene?”. Si parte così, senza sapere bene che strada fare, né a che ora comincia il tutto, con la cartina in mano per vedere dove parcheggiare (“che a me 'sti navigatori non mi convincono”).

Forse ci arriverà anche qualche multa, perché girare in macchina per Firenze è un delirio... ma infine un colpo di c... fortuna, e si trova dove lasciare la macchina.

Firenze di sera tardi, alle 22.00 passate, è come se fosse pieno giorno. Si arriva in S. Spirito, che di per sé è sempre affollata e un po' fricchettona... ieri sera era zeppa (come si dice). Credo ci fosse anche Athina Cenci a fare un brindisi prima della proiezione, anticipata da una visione de “L'ultima zingarata”, un documentario del 2010 di Federico Micali e Yuri Parrettini. Ma io e la mia amica arriviamo tardi per tutto questo, cerchiamo un bar per un caffé. I tavolini in piazza sono pieni e ovunque, non c'é un posto libero nemmeno a cercarlo con il lumino. Ma la proiezione è pensata molto in alto sulla facciata e si vede e si sente bene, nonostante il vociare delle centinaia di persone presenti. Comincia il film e capisco immediatamente che mi trovo in mezzo a veri appassionati, non occasionali turisti o persone capitate lì per passare la serata. Tutti conoscono a memoria il film, tanto che le battute – anche quelle meno conosciute – vengono dette in coro ad alta voce in unisono con gli interpreti. Siamo tutti il Conte Mascelli, o il Melandri, il Necchi piuttosto che il Perozzi o il “nazista” Sassaroli. Si ride di cuore. C'é chi resiste in piedi, chi cede alla stanchezza e si siede sull'impiantito di pietra bollente della piazza. Chi cerca complicità nel vicino occasionale, ammiccando le battute, quasi fosse una gara di memoria. C'é addirittura chi sfodera una maglietta con la scritta “antani” -la famosa supercazzola-.

E' sempre un gran bel film ed è divertente riconoscere le vie e i palazzi di una città che troppo spesso si attraversa di fretta e senza attenzione. Si scoprono spazi che quarant'anni fa erano ancora campi e oggi sono centro cittadino. La scena dove viene “diviso il malloppo dei marsigliesi” è girata dove ora c'é il Mandela Forum, all'epoca poco più che un cantiere in periferia. Ma la scena più toccante che mi ha provocato il magone in gola è stata proprio quella finale, girata in S.Spirito. Il caso ha voluto che io e la mia amica ci trovassimo nel punto esatto in cui passa il funerale del Perozzi. Il punto in cui gli amici improvvisano l'ultimo scherzo con  il morto ancora caldo e da seppellire. E' una risata amara, come quella che solo Monicelli e Germi sapevano costruire. Di quelle risate che nascono spontanee e rumorose e che finiscono in pancia, con una smorfia amara e magari un sagrato mormorato tra i denti.

Che bella serata che è stata”, dice il Perozzi prima di essere colto dall'infarto...ecco a noi l'infarto non c'è preso. Si è riso tanto in compagnia di sconosciuti, per l'occasione diventati tutti “Amici miei”. Un bel compleanno in casa, in famiglia...tra amici.

 

 

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