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La Posta del cuore (7)
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Maghella come “Donna Letizia”, come “Natalia Aspesi” o meglio ancora come “Lady Eva” di Franca Valeri in “Piccola Posta” -1955- di Steno.

Cosa sarebbe successo se Jack Torrance (Shining), Cora (Il postino suona sempre due volte), Gilda (Gilda), il porfessor Humbert (Lolita) e tanti altri avessero avuto la possibilità di scrivere ad una piccola rubrica de “La posta del cuore”? Forse si sarebbero evitati molti finali tragici di tanti film. Nessun suicidio, nessun omicidio, forse solo qualche bisticcio domestico. Questa sarà la rubrica de “La posta del cuore di Maghella”, che risponderà a tutte le lettere dei nostri eroi cinematografici in crisi.

 

Cara Maghella,

mi chiamo, anzi mi chiamano Gradisca. Un soprannome che mi arriva da una vicenda accadutami tanti anni fa al Grand Hotel di Rimini. Ma -mi perdonerà per questo- non voglio soffermarmi su un fatto che forse lei conoscerà e che mi pare così lontano in questo momento.

Mi chiamano Gradisca, e anche io oramai mi chiamo così quando mi guardo allo specchio e non riconosco più il volto della donna che ero.

Sono passati i giorni del Grand Hotel, di Rimini e delle passeggiate lungo il corso. E gli uomini che incrocio oggi non mi guardano più come un tempo, e sicuramente da me non gradirebbero più ciò che una volta avrebbero voluto con tanta bramosia. Eppure io mi piaccio molto, forse più di allora. Per questo le scrivo cara Maghella, volevo condividere con lei e con le tante donne della mia età (ma anche con quelle più giovani e belle), questo mio ottimismo e svelarle un segreto che solo da poco ho scoperto: non sono mai stata bella.

Non sono stata mai bella, né io né le mie amiche di passeggio (ricordo con simpatia La Tabaccaia e quella boriosa della professoressa di Matematica... o la svampita della Volpina), ma eravamo femmine e donne fino al midollo, e questo ci dava un fascino e ci rendeva seduttive con un semplice gesto.

Sapevo indossare.

Sapevo indossare un paio di calze. Un cappellino modesto su di me diventava una corona. Un tailleur rosso che mi fasciava i fianchi e gli uomini impazzivano. Se poi mi fermavo ad aggiustarmi il contorno del rossetto ad una vetrina... beh... lasciamo perdere. Eppure non sono mai stata bella, forse per questo ho accettato di invecchiare senza troppi traumi. Non sono mai stata bella, ma mi sentivo bella. Sapevo quali erano i miei difetti e con il tempo li ho amati e anche valorizzati. Oggi guardo queste belle ragazze che indossano gonne cortissime, preoccupate di essere sempre troppo magre, che affrontano operazioni chirurgiche per correggere quelli che pensano essere dei difetti. Mi viene da sorridere e ancora adesso, quando mi capita di sorridere sopra pensiero, qualche uomo mi guarda compiaciuto. Un bel sorriso, i modi di fare educati, lo stile, indossare indumenti adeguati, un buon profumo... queste sono le cose che mi hanno reso La Gradisca.

Non è stata una vita semplice la mia, non creda... sono rimasta sola e fumo ancora troppo. Ma sto bene, e chi è che lo può dire con questa serenità alla mia età? Gli uomini vedono in te quello che tu sai mostrare loro. Sono e sarò sempre La Gradisca, e non ho età.

Mi stia bene, ora vado al cinema.

La Gradisca.

Questa è una "Posta del Cuore un po' anomala", purtroppo non c'è risposta per La Gradisca.

La Gradisca ci ha lasciato il 23 giugno, solo pochi giorni fa. La Gradisca aveva 83 anni, e viveva da tempo in Francia. Ci ha lasciati con stile, come era da lei, in silenzio senza troppo chiasso. Da tempo viveva in una casa di riposo per anziani... lei che - “come mi aveva scritto”- non si sentiva anziana...e veniva ancora invitata di tanto in tanto nei festival cinematografici per parlare della Gradisca. Se penso ad un certo tipo di donna, non posso non pensare alla Gradisca e a come sapeva essere sensuale in maniera consapevole. Una femminilità che (proprio come raccontava lei prima) difficilmente invecchia o svanisce. Sono contenta che La Gradisca abbia avuto il tempo di scrivermi queste poche righe... io che non mi sento bella, cerco disperatamente ogni giorno di innamorarmi dei miei difetti e di renderli belli... come diceva lei, chissà che un giorno ci possa riuscire. Già questo pensiero mi ruba un sorriso... sono sulla buona strada.

La Gradisca è stata un po' una Marilyn Monroe all'italiana... con tutti i suoi difetti, e con una sensualità forse un po' più saporita e piccante, proprio come un piatto emiliano da mangiare fino all'ultimo boccone.

Un bacio Gradisca, la tua affezionata Maghella.

 

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