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Il vero Racconto dei Racconti, ossia l'analisi, con differenze e analogie, delle tre novelle de Lo Cunto de lo cunti da cui il film ha preso spunto: (2) La Vecchia Scorticata
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Per chi volesse capire meglio rimando alla prima "puntata"
 
 

 

LA VECCHIA SCORTICATA

 

 
La presentazione è in perfetta linea con il film
 
Lo re de Roccaforte se ’nnammora de la voce de na vecchia e, gabbato da no dito rezocato, la fa dormire cod isso. Ma, addonatose de le rechieppe, la fa iettare pe na fenestra e, restanno appesa a n’arvolo, è fatata da sette fate e, deventata na bellissema giovana, lo re se la piglia pe mogliere. Ma l’autra sore, ’nmediosa de la fortuna soia, pe farese bella se fa scortecare e more.
 
La prima e unica differenza che per adesso possiamo già constatare è nell'incantesimo che nell'originale quindi è opera di sette fate diverse.
Molto interessante poi è lo stesso titolo perchè prende quella che, almeno per minutaggio, sembrava la parte meno importante del film. In effetti anche nella pellicola capire chi sia il/la protagonista della vicenda è veramente difficile.
 
La novella comincia con la descrizione fisica delle due vecchie, meritevole:
 
S’erano raccorete drinto a no giardino dove avea l’affacciata lo re de Rocca Forte doi vecchiarelle, ch’erano lo reassunto de le desgrazie, lo protacuollo de li scurce, lo libro maggiore de la bruttezza. Le quale avevano le zervole scigliate e ’ngrifate, la fronte ’ncrespata e vrognolosa, le ciglia storcigliate e restolose, le parpetole chiantute ed a pennericolo, l’uocchie guize e scalcagnate, la faccie gialloteca ed arrappata, la vocca squacquarata e storcellata e, ’nsomma, la varvea d’annecchia, lo pietto peluso, le spalle co la contrapanzetta, le braccia arronchiate, le gamme sciancate e scioffate e li piede a crocco.
 
Il Re non è un Rocco Siffredi de noaltri, ma semplicemente un sovrano che si innamora della voce della ragazza (senza esplicitamente sentirla cantare) e che è affascinato dal mistero che si cela dietro quella casa/baracca.
Il Re, come Cassel, tenta di persuadere questa Grazia ad uscir fuori. Il problema è che le due vecchie sono anche praticamente sorde (ca le vecchie avevano ’ntompagnato l’aurecchie), non sentono nulla di quello che dice lui dal balcone.
Poi accade qualcosa di opposto al film. Nel racconto dei Racconti Cassel è così insistente che le vecchie sono costrette a fare qualcosa, anche il minimo, mentre nella novella sono proprio loro a voler approfittare della situazione, ossia di questa ossessiva attenzione che il Re mostra loro
 
Tanto che le vecchie, che s’erano poste ’n tuono e ’ngarzapellute de l’afferte e ’mprommesse de lo re, pigliattero consiglio de non se lassare perdere sta accasione de ’ncappare st’auciello che da se stisso se veneva a schiaffare drinto a no codavattolo.
 
Non volevano insomma perdere l'occasione di approfittarsi di un uccello (auciello) che quasi da solo (se stisso) si era infilato dentro una trappola (schiaffare drinto a codavattolo).
Attenzione, anche qua il cambiamento è grande e abbiamo la conferma che Garrone ha voluto aggiungere "umanità" alle novelle mostrando le vecchie, o almeno quella prescelta, come una tenera donna terrorizzata dalla situazione e disperatamente prigioniera della propria bruttezza. Come successe con L'Orco anche qua Garrone ha tolto crudeltà in favore di una caratterizzazione più complessa.
C'è poi la promessa del dito (8 giorni anzichè 7, poco cambia), viene raccontata l'attesa fremente del Re, descritto come un uomo completamente perso nel desiderio e nell'Amore, e poi, alla scadenza, assistiamo ad una scena identica al film, ossia il dito fuori, lui che ci amoreggia e prega poi con tutte le forze che chi stia dentro si faccia vedere.
La vecchia ormai vuole approfittare ancora di più della situazione, da vecchia volpe quale è, come dimostra questa descrizione:
 
La vecchia, che sapeva dove lo diascance teneva la coda, vorpa mastra, gattone viecchio, trincata, arciva ed ecciacorvessa
 
e, come nel film, fa una richiesta al Re:
 
"ch’io sia recevuta a lo lietto vuostro de notte e senza cannela, perché non me sopporta lo core d’essere vista nuda"
 
Fino ad adesso, a parte diverse connotazioni psicologiche (il voler fregare il Re al posto di trovare una soluzione a qull'insistenza) la novella è identica al film.
L'inquietante scena nel flm del "rattoppo" del corpo della vecchia è descritta così:
 
la vecchia, tiratose tutte le rechieppe de la perzona e, fattone no rechippo dereto le spalle, legato stritto stritto co no capo de spao
 
ossia in maniera grottesca e similare al film. Si parla addirittura di spago per tenere tutte le pelli su, il "malloppo" creato
 
La notte, e in effetti nel film questo viene colpevolemente taciuto, il Re toccando il corpo si accorge delle magagne ma fa finta di niente e
 
navecaie co na permonara, penzannose de ire ’n curzo co na galera sciorentina.
 
ossia navigò su una barcaccia (permonara) immaginandosi di stare invece in una galea fiorentina.
La frase è riuscitissima, sia per il paragone che per l'allusione alla notte di sesso tra i due.
Poi arriva la mattina, la scoperta, l'incredibile furia e la vecchia gettata dalla finestra
 
Ma con tutto chesto fu pigliata de zippo e de pesole e derropata a lo giardino e fu la fortuna soia ca, restata appesa pe li capille a no rammo de fico, non se roppe la catena de lo cuollo.
 
La vedono 7 fate, non la sola brutta strega del film. E la cosa di lei appesa le fa così ridere che per ricompensa ognuna di loro gli regala qualcosa, ossia una "qualità":
 
giovane, bella, ricca, nobele, vertolosa, voluta bene e bona asciortata
 
con "vertolosa" che sta per virtuosa e "bona asciortata" per fortunata.
Insomma, per una volta, la prima, trovo nelle differenze tra le due versioni molto più bello, affascinante ed incisivo il testo rispetto a quell'incantesimo senza senso buttato là da Garrone.
L'ex vecchia, quindi, non solo è bella e giovane ma parecchie altre cose, compreso l'esser vestita e lucente come una Regina. Insomma, pacchetto completo.
Il Re la vede dalla finestra, e non andando a caccia come nel film, proprio mentre stava controllando che fine avesse fatto il corpo della vecchia.
Vedutala, se ne innamora e la novella offre una lunghissima descrizione fisica della fanciulla (agli occhi del Re) e poi, una volta sceso il sovrano, assistiamo ad una vera a propria dichiarazione d'amore, molto simile a quella iniziale alla baracca, ma stavolta non al "buio".
Nel film invece c'è un ellisse molto grande, lui la vede e poi ci ritroviamo al matrimonio, matrimonio comunque che viene descritto brevemente anche qua.
 
Cheste e mille autre parole le scettero da lo sprofunno de lo pietto, che toccaro a lo bivo la vecchia renovata, la quale all’utemo l’azzettaie pe marito.
 
Capita spesso in Basile di trovare parti tirate moltissimo per le lunghe (ad esempio descrizioni e dialoghi) e poi in solo una riga accadono stravolgimenti di trama istantanei. Anche questo fa parte un pò del barocco, l'abbellimento superiore alla narrazione (o struttura)
 
Siamo al matrimonio, inizia un serrato dialogo tra le due sorelle, con la vecchia invidiosissima della giovane.
Nel film assistiamo all'insistente richiesta della vecchia di poter restare a palazzo, nella novella non c'è traccia di questo. A livello di sostanza forse cambia poco ma in realtà come scelta di sceneggiatura è abbastanza diversa la cosa. Nel testo originario l'unico desiderio della vecchia è capire perchè la sorella sia giovane mentre nel film si sarebbe semplicemente accontentata di restar là anche bruttissima e vecchia. Il volersi fare scorticare quindi non è tanto un modo per assomigliare alla sorella  ma l'unico per poter entrare a corte. Anche qua notiamo come nel film ci sia un personaggio leggermente più "umano" visto che, appunto, lei sarebbe restata anche da brutta per amore della sorella e voglia di cambiar vita mentre nella novella è pura e sola invidia.
 
Va dal barbiere, la scorticatura viene così descritta:
 
E, fattola sedere a no scanniello, commenzaie a fare la chianca de chillo nigro scuorzo, che chiovellecava e piscioliava tutta sango e, da tanto ‘n tanto, sauda comme se radesse
 
scena molto forte, un macello di sangue, stranamente non mostrata da Garrone, dico stranamente perchè i dettagli horror nel film non mancano
 
La vecchia non torna scuoiata a palazzo (ottima scena nel film) ma muore durante il supplizio, così da rendere più forte la morale finale
 
la 'nmidia, figlio mio, se stessa smafara
 
 "L'Invidia, figlio mio, distrugge sè stessa"
 
 
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