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Jeremy Irons al Film Festival di Lucca. Premio alla carriera e incontro con la Maghella.
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Ieri sera al Festival del cinema di Lucca, Jeremy Irons ha ricevuto il premio alla carriera. Precisiamo: il festival toscano è molto piccolo, nato da poco, ha mosso i suoi primi passi nell'ambito del cinema amatoriale, poi con i cortometraggi e solo da poche edizioni ha un respiro più ampio e internazionale. Questa edizione è stata dedicata tutta a David Cronenberg, con mostre, proiezioni dei suoi film, lezioni di cinema e concerti, un bellissimo omaggio al quale lo stesso regista ha partecipato curando personalmente l'allestimento di alcune mostre “Evolution” e “Chromosomes”.

 

Purtroppo per motivi di salute Cronenberg non ha potuto partecipare personalmente al festival, ma è intervenuto via Skipe alle conferenze e ad una lezione.

Questo fine settimana tocca all'attore britannico essere l'unico protagonista, il più amato, del festival. Jeremy Irons è arrivato venerdì 20 marzo nella cittadina toscana, per ricevere nella serata il premio alla carriera e presentare il film “M. Butterfly”1993. Sabato 21 terrà una lezione di cinema e nel pomeriggio presenterà il concerto sulle musiche dei film di Cronenberg composte dal maestro Howard Shore. Un programma intenso e molto interessante per un Irons rilassato e completamente a suo agio tra il calore della gente toscana...e non solo, vista la grande affluenza di persone di altre regioni per questo ghiotto appuntamento.

Ovviamente io non potevo mancare alla premiazione di uno dei miei miti. Irons mi piace molto come attore, ma lo adoro soprattutto nei film di Cronenberg, in cui penso abbia dato il meglio di sé.

Arrivo presto, prestissimo, come è mia abitudine in queste occasioni. Sono la prima della fila e adocchio chi è che lavora nell'entourage dell'organizzazione del festival: maschere, presentatori, semplici facchini... tutti mi possono servire al mio scopo. Quale? Avvicinare il mio “Elli e Bevy Mantle” naturalmente. Si entra in sala circa un'ora prima dell'inizio della premiazione, prendo i posti migliori nel grande cinema teatro Moderno di Lucca, una sala fantastica che spero non venga mai levata, un fiore all'occhiello della città. I posti sono numerosi e piano piano si iniziano a riempire. Accanto una giovane coppia che era in fila con me all'entrata. Quando comincia la presentazioni ci sono le solite formule di ringraziamento verso le strutture politiche locali, le organizzazioni e un sacco di “bla bla bla”... Io intanto vedo una fotografa che sbuca da dietro le quinte, tutta emozionata avvicina una sua amica nelle prime file “...è arrivato...è bellissimo!” -leggo il labiale-. “Mhhh, la cosa si fa difficile- dico al mio vicino -lo hanno fatto passare per i camerini, quindi dall'entrata dello staff e del palcoscenico... e se da lì lo fanno uscire non c'è modo di incrociarlo!”.

Entra Jeremy Irons: un grande divo, con il suo fascino immutato, un inglese perfetto che riuscivo a capire pure io senza l'aiuto della interprete. Cerco di scattare alcune foto dal mio posto centrale, ma improvvisamente mi trovo catapultata davanti al palco, mi faccio spazio tra i fotografi, sono in prima fila come una della stampa. La mia vicina di poltrona mi imita in questa pazza corsa.

 

Jeremy Irons si concede a qualche domanda. Racconta che quando si è incontrato con Cronenberg per “Inseparabili” è subito scattata un'amicizia, una ottima intesa. Quando gli chiedono che rapporto abbia con l'opera in generale e con quella di Puccini in particolare, spiega che lui non è un grande intenditore di opera. Per lui M. Butterflay è irrimediabilmente legata al film che ha girato, al quale tiene tantissimo. Che quando è andato a qualche opera non si è molto divertito, ma che spera di poter assistere al più presto ad una rappresentazione di Franco Zeffirelli.

Racconta che circa venticinque anni fa capitò a Lucca di passaggio, quando terminate le riprese per un film girato a Siena (“Ballo da sola”), decise di tornare a Londra in motocicletta e passò anche da Lucca, che lo colpì molto per le sue mura e la sua bellezza. Non vede l'ora di potersi perdere per i suoi vicoli.

 

Irons si sofferma sul film che sarebbe stato proiettato di lì a poco. Spiega che per entrare nella parte sia lui che John Leone, decisero che quest'ultimo non avrebbe mai indossato abiti maschili per tutta la durata delle riprese. Quando lo vede per la prima volta vestito da uomo è come quando lo vede lo spettatore nel film. Per lui fu una esperienza molto scioccante. Come fu scioccante quattro anni dopo per Irons incontrare casualmente a Bucarest la persona da cui la storia del film è stata ispirata.

Jeremy Irons ha un carisma naturale molto forte, uno humor sottile, e un modo di sorridere disarmante.

Finisce così la presentazione e la premiazione, scatta in me la molla della “stalker”. Si spengono completamente le luci, individuo del movimento sospetto dietro una tenda nascosta da una macchina da presa posizionata da una tv locale. Persone dello staff spariscono dietro a quella tenda senza farne ritorno. Mi alzo e vado anche io. Mi ritrovo in un corridoio con altre 2 persone. Attraverso una porta, un altro corridoio, cammino lungo il muro, in fondo ci sono le persone dello staff. Improvvisamente mi sento prendere alle spalle, sono sicura che è la sicurezza, invece è la mia vicina di poltrona che mi dice: “scusa, ti ho seguita, ero sicura che ce la stavi facendo... ho fatto 500 km per essere qui questa sera!”, la simpatica ragazza veniva con il compagno dalla lontana Caserta per vedere Jeremy Irons, mai avrebbe pensato di trovare la Maghella che glielo faceva incontrare.

Siamo le uniche fan, in mezzo ai “vip” della serata: sindaco, consiglieri, fotografi, giornalisti, interpreti ecc...ecc. Finalmente esce lui, e io mi ritrovo accanto a Mr. Von Bulow in persona, una emozione indicibile. Con la mia nuova compagna di avventura condividiamo una bellissima fotografia, con lui che ci abbraccia. Scambio qualche parola nel mio inglese maccheronico alla Benigni, che terrò per me per pudore. La carineria di questo uomo è notevole, così come la sua disponibilità e gentilezza. Torniamo al nostro posto, pronte per vedere il film, molto emozionate. Nel buio della sala la mia nuova compagna mi dice: “non ci siamo nemmeno presentate e ora saremo per sempre inseparabili nella foto!”.

Una gran bella serata.

 

 

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