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10 cose inutili sugli Oscar (ma con le quali potete fare i saputelli)
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DOPPIETTA ABITUALE

Anche quest’anno l’Academy non ha smentito una sua abitudine: quella di offrire allo stesso film sia il premio per il miglior film, sia quello per la miglior regia. Con i riconoscimenti a Birdman questa è la 63a volta su 87 che accade. Il primo film a vincere entrambi i premi fu All’ovest niente di nuovo, premiato nel corso della seconda edizione degli Academy Awards, tenutasi il 3 aprile del 1930.

 

ATTORI BRAVI, PERSONAGGI VERI

Arrivare a essere nominati per l’Oscar interpretando un personaggio realmente esistito è un ottimo viatico per la conquista del premio. Non stupisce pertanto che Eddie Redmayne abbia vinto quest’anno impersonando Stephen Hawking. Fino a oggi gli attori e le attrici premiati per la loro interpretazione di personaggi realmente esistiti sono stati 61. La cosa è diventata ormai sistematica negli anni 2000: dal 1999 non c’ è stata edizione in cui almeno uno dei premiati non interpretasse un personaggio reale, più o meno celebre. Il biopic tira.

 

PUBBLICO RECORD

La prima edizione degli Oscar non ebbe nessun risalto mediatico. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. La svolta è stata data nel 1953, quando la cerimonia di premiazione venne trasmessa per la prima volta dalla NBC. Oggi viene trasmessa invece dalla ABC, che si è alternata alla NBC più volte nella gestione dei diritti televisivi della notte degli Oscar e che li possiede sino al 2020. Nel 2014 la cerimonia è stata guardata da oltre 43 milioni di americani.

 

DURATA

La consegna dei primi premi Oscar, nel 1929, durò in tutto 15 minuti. Nel 2000 la cerimonia ha preso in tutto 4 ore e 4 minuti. Anche per questo dal 2010 gli organizzatori hanno imposto una nuova regola: i premiati non possono parlare per più di 45 secondi a testa.

Il momento più drammatico in tal senso fu quando nel 1973 il premio per il miglior attore andò a Brando per Il padrino: come si sa lo rifiutò e mandò e sul palco al suo posto Sachen Littlefeather, un'attivista di origini apache, che avrebbe dovuto leggere un documento di 15 pagine. La accompagnarono gentilmente fuori dal palco e lo lesse dietro le quinte alla sola stampa.

 

GARA TRA MORTI

È dal 1993 che è stato introdotto, nel corso della serata, il segmento In memoriam, volto a ricordare le personalità del mondo del cinema decedute nell’ultimo anno (quest’anno si è fatto notare il mancato tributo a Rosi, ma già in passato si erano avuti episodi simili di dimenticanze). Siccome nelle scorse edizioni, man mano che venivano presentati i nomi dei defunti, il pubblico in sala applaudiva con maggior o minor convinzione a seconda della popolarità del nome, la cosa finiva per diventare una specie di gara di gradimento tra morti.

Si è pertanto deciso di azzittire gli applausi e passare a un più decoroso e riflessivo minuto di raccoglimento.

 

UBI MAIOR 1

Fino al 2004 la cerimonia veniva tenuta a fine marzo o nei primi di aprile. Poi si decise di anticiparla di un mese e mezzo circa. Uno dei motivi è stato il crescente successo in America del campionato di basket della NCAA, che sottraeva audience.

 

UBI MAIOR 2

La cerimonia di assegnazione dei premi è stata posticipata in due occasioni: la prima volta è stata spostata di due giorni, nel 1968, in seguito all’assassinio di Martin Luther king. La seconda volta nel 1981, di un solo giorno, in seguito all’attentato al Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan.

 

IL BRAVO PRESENTATORE

La cerimonia di quest’anno è stata presentata da Neil Patrick Harris, attore, comico e prestigiatore, alla sua prima volta in questo ruolo. L’uomo che ha presentato più volte la notte degli Oscar è stato Bob Hope, che tra il 1940 e il 1978 ha fatto gli onori di casa per ben 19 volte. Un record imbattibile: il secondo in classifica è Billy Crystal con 9  volte. Il ruolo è stato quasi sempre dato a uomini: tra le donne spiccano Whoopi Goldberg (4 volte), mentre Ellen DeGeneres, Jane Fonda e Goldie Hawn hanno guidato l’evento per due volte ciascuna.

 

LUOGHI

Il Dolby Theatre, che fino al 2012 si chiamava Kodak Theatre, è dal 2002 la sede della premiazione. Si trova a Hollywood, sull’omonimo boulevard, ed è stato costruito nel 2001. Ha uno dei palchi più grandi di tutti gli Stati Uniti, ma la platea è modesta e tiene solo 3300 persone. Contando la sala dell’Hollywood Roosevelt Hotel, dove si tenne solo la prima edizione degli Oscar, le sedi in tutto sono state 12. Il teatro che ha ospitato più volte la premiazione è stato il Dorothy Center Pavillion, che prima era sede della Los Angeles Philharmonic Orchestra e oggi ospita la Los Angeles Opera.

 

LO ZIO OSCAR

Sin dall'inizio il premio venne "incarnato" nella statuetta che conosciamo ancora oggi: una figura atletica e stilizzata che stringe una spada, alta 35 cm e placcata in oro. Il suo nome "ufficiale" sarebbe in realtà Academy Award of Merit: ma il nomignolo Oscar gli si appiccicò quasi subito addosso e pare sia stato affibbiato al trofeo da una impiegata dell'Academy che, vedendolo, esclamò "Sembra mio zio Oscar!" 

Per una regola emanata nel 1950, le statuette non possono essere vendute né dai vincitori né dai loro eredi: l'Academy ha un diritto di prelazione sulla vendita al valore di 1 dollaro. Alcune statuette rilasciati prima di questa regola vennero messi all'asta e ci fu in particolare una disputa su quella vinta da Orson Welles per la sceneggiatura di Quarto potere, messa in vendita dagli eredi e piazzata per il valore di 861.542 dollari.

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