Quante volte. Quante volte lo avete sentito dare come saggio consiglio a qualcuno in ansia per il futuro o a qualcuno al quale il passato stava mangiando il presente. Vivi alla giornata, con corollario di pacca sulla spalla. Come se vivere alla giornata fosse una scelta, come se l'ansia per un futuro incerto si potesse dominare pensando di essere acqua in movimento. Come se gli incubi che ritornano, i ricordi che corrodono, i rimpianti che amareggiano fossero oggetti da far sparire col telecomando della volontà.
Vivere alla giornata non è una scelta, in quell'eterna acqua che scorre ci si cade dentro da piccoli, vivere sulla superficie di un fiume in movimento senza curarsi della sorgente e del destino o è roba stampata nei cromosomi o è frutto di traumi e rimozioni, perché un presente senza memoria e senza progetti, diventa pura sopravvivenza.
Ho pensato alla facilità con cui si dice Carpe diem quando ho visto lo sguardo di Julianne Moore in Still Alice* nel momento in cui realizza che interi pezzi della sua vita si stanno perdendo; in quella maschera di dolore c'è il terrore di non poter più accedere alla Alice di prima. Anzi di non poter più essere quella Alice. Fino a quando non capisce che "vivere il momento" diventa l'unica opzione possibile perché l'Alzheimer passa come una spugna sulla sua vita e l'atto di coraggio sta nel prendere atto del suo status. Per farne sfida esistenziale.
* Still Alice è uno dei film al cinema da oggi, un film che, se possibile, mette in luce ancora una volta la capacità di Julianne Moore di portare sullo schermo personaggi potenti e reali.
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