Mi prendo una piccola licenza sulla quale avrà l'autorità di decidere @cantautoredelnulla sulla pertinenza del post con la sua idea di ordinare i soundtracks in una specie di "libro" virtuale unito dai tags suggeriti nel suo post.

Casualmente, mentre guardavo alcuni video su Sergiu Celibidache,

il grande direttore d'orchestra rumeno, mi sono imbattuto sulla versione che fornì a Roma alla guida dei Münchner Philharmoniker, nel 1991, del nostro inno nazionale.

Premetto che a me è sempre piaciuto, non mi ha mai sfiorato l'idea di cambiarlo con "Va' pensiero" che quasi detesto, e non trovo affatto strano che Celibidache l' "abbia reso" un bellissimo pezzo. Mi è sempre parso un bellissimo pezzo, specie il passaggio al minore, quindi direi che questa esecuzione gli renda semplicemente giustizia.

Tuttavia, non l'avevo mai sentito eseguire in tale maniera, e allora mi è venuto in mente quante volte mi sono sentito chiedere (dai profani della musica classica, ovviamente) che differenza potesse mai esserci tra i vari direttori d'orchestra. Dopotutto, eseguono un testo scritto con tutte le indicazioni necessarie alla sua realizzazione. Il motivo di questa domanda è semplice: non hanno mai ascoltato a fondo UNA esecuzione, ponendo le basi per riconoscere le differenze con altre interpretazioni. L'inno di Mameli potrebbe essere una curiosa occasione per capirlo, visto che l'abbiamo tutti ascoltato infinite volte e, a differenza delle opere dei grandi maestri, sostituite dall'ascolto di musica rock o pop, possiamo dire di conoscerlo "bene".

Considero l'inno, insomma, una specie di soundtrack "inconscio" del film delle nostre vite.

Inoltre, può giustificarne l'ascolto, simbolicamente, la situazione attuale che attraversa l'ex bel paese.

Unisco, al proposito della situazione italiana, anche un video dello psicologo Mauro Scardovelli nel quale, come al solito, viene spiegato tutto con estrema chiarezza.