Espandi menu
cerca
Riconfermata anche per quest’anno la “50 GIORNI DICINEMA A FIRENZE” che si terrà dal 29 Ottobre al 14 Dicembre compresi, ospitata come di consueto dal centralissimo e confortevole CINEMA ODEON di Piazza Strozzi – Prime anticipazioni del programma.
di spopola
post
creato il

L'autore

spopola

spopola

Iscritto dal 20 settembre 2004 Vai al suo profilo
  • Seguaci 507
  • Post 97
  • Recensioni 1197
  • Playlist 179
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

 

 

DATE E APPUNTAMENTI DELLA “50 GIORNI” 2014 [29 OTTOBRE - 14 DICEMBRE]

 

La rassegna di Cinema Internazionale organizzata per Regione Toscana da Fondazione Sistema Toscana giunta felicemente alla sua VIII edizione (un lungo Festival della durata complessiva di ben “50 giorni”) tornerà di nuovo a illuminare le giornate fiorentine dal 29 ottobre al 14 dicembre 2014 e si terrà come di consueto presso il centrale e confortevole Cinema Odeon (Piazza Strozzi, Firenze).

Le tematiche saranno come sempre molto varie, ma se potessimo provare a definirle, credo che si potrebbero condensare in una parola: il Futuro (quello delle nuove generazioni, naturalmente, così come ci vengono raccontate sul grande schermo). Si parlerà di conseguenza anche della salvaguardia dell’ambiente e delle risorse del pianeta che si stanno esaurendo, della promozione della cultura e del rispetto delle diversità, dando adeguato spazio soprattutto al cinema “giovane”, inteso come quello realizzato da chi continua ad ogni età e nonostante le difficoltà, a sperimentare il linguaggio della settima arte senza dimenticare l’importanza dei contenuti.

Come di consueto, Il festivalcontiene al suo interno ben 9 differenziate manifestazioni che si avvicenderanno l’una dopo l’altra senza soluzione di continuità, anticipate e concluse da due “eventi speciali” che occuperanno l’intera giornata di apertura e una parte di quella di chiusura della manifestazione complessiva. Giornate dunque particolarmente intense e stimolanti, visto che complessivamente ci verrà offerta la possibilità di confrontarsi con oltre 150 film provenienti da 20 differenti paesi di tutto il mondo che rappresentano una fetta importante del cinema di “qualità” internazionale praticamente “invisibile” perché totalmente trascurato – salvo rare eccezioni - dalla normale (e a mio avviso preoccupantemente anomala) distribuzione nazionale nelle sale.

La calendarizzazione delle date in cui si svolgeranno le singole rassegne (anticipate da quell’evento “speciale” del 29 ottobre, sul quale mi soffermerò più avanti) è la seguente:

 

30 ottobre – 2 novembre: “FRANCE ODEON” - Festival del cinema francese contemporaneo.

 

3 – 5 novembre: FESTIVAL DEL FILM ETNOMUSICALE – “IMMAGINI E SUONI DAL MONDO”

 

6 – 11 novembre: “FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA & DONNE”

 

12 – 16 novembre: FILM FESTIVAL “LO SCHERMO DELL’ARTE”

 

17 – 20 novembre: “BALKAN FLORENCE EXPRESS”

 

21 – 27 novembre : “FLORENCE QUEER FESTIVAL”

 

28 novembre – 5 dicembre : FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DOCUMENTARIO “FESTIVAL DEI POPOLI” (che avrà al suo interno lo spazio “INDUSTRY DOC AT WORK)

 

6 – 12 dicembre: FLORENCE INDIAN FESTIVAL “RIVER TO RIVER”

 

13 – 14 dicembre : RASSEGNA DI CINEMA FINLANDESE “UNA FINESTRA SUL NORD” (la giornata del 14 prevede anche la consegna del Premio NICE città di Firenze)

 

Manca ancora ovviamente la dettagliata indicazione delle opere selezionate che parteciperanno alle singole manifestazioni (il programma definitivo sarà disponibile nelle prossime settimane) ma sono già in grado di fare interessanti e succose anticipazioni su molti degli avvenimenti più importanti e qualificati che evidenzierò subito dopo queste brevi note introduttive.

Per il momento, mi limito ad osservare che questa “50 giorni” si conferma come un imperdibile (almeno per chi sta a Firenze o nelle immediate vicinanze) appuntamento culturale generosamente messo a disposizione dei singoli spettatori interessati (o semplicemente incuriositi dalla ricca proposta di film non reperibili nei normali circuiti commerciali e per la maggior parte inediti per il pubblico della città), dei cinefili che rimangono lo zoccolo duro e l’anima pulsante della rassegna, o degli “addetti ai lavori” in senso lato.

La mission di questa iniziativa insomma, è ancora una volta quella di provare a stimolare il pubblico a avvicinarsi (o riavvicinarsi) alla cultura e all’arte cinematografica attraverso la visione in sala di un cinema “importante” che ha sicuramente bisogno del “grande schermo” per essere pienamente apprezzato e avere il risalto che si merita.

Entriamo adesso nel merito delle singole “iniziative culturali” (così mi sento di definire le varie rassegne programmate) e spero di essere di una qualche utilità nel contribuire a mio modo con queste anticipazioni, a pubblicizzare la rassegna e a crearle intorno la necessaria curiosità cinefila:

 

29 ottobre – Apertura ufficiale della “50 giorni di cinema a Firenze”

 

La rassegna si apre con una celebrazione importante e presenta un evento col quale intende festeggiare il 55esimo compleanno del Festival dei Popoli che – è bene ricordarlo – è il festival del documentario più longevo al mondo.

 

Evento d’apertura: 55 anni di Festival dei Popoli

I due film proposti per la serata, Examen d’Etat , 2014 (Esame di Stato o National Diploma che credo sia il titolo internazionale) del congolese Dieudo Hamadi, e Moi, un noir (Io, un nero) realizzato dal grande documentarista e etnologo Jean Rouch nel 1959 (anno in cui si tenne il 1° Festival dei Popoli, a cui Rouch partecipò come membro della giuria internazionale),

oltre ad essere stati girati a 55 anni di distanza l’uno dall’altro, si inseriscono bene all’interno del già anticipato tema principale su cui si sviluppa quest’edizione della 50 Giorni, in quanto raccontano entrambi dei sogni, delle speranze e del futuro dei giovani africani:

 

scena

National Diploma (2014): scena

 

 

Examen d’Etat si concentra sulle traversie di un gruppo di liceali in procinto di sostenere l’esame di Stato a Kisangani (Repubblica Democratica del Congo) e lo sguardo spazia dai banchi di scuola, dai quali i ragazzi sono stati espulsi perché non hanno pagato le “commissioni agli insegnanti”, alla “maquis”, la casa comunale dove si ritirano per prepararsi collettivamente, ma dove pensano più alle preghiere e ai riti propiziatori che a studiare.

locandina

National Diploma (2014): locandina

Moi, un noir (considerato oggi un classico del cinema documentario) racconta invece in tono scanzonato le giornate di tre giovani nigeriani che hanno lasciato la propria terra per andare a cercare lavoro in Costa d’Avorio e che affrontano la durezza della vita con il sorriso di chi non ha altra ricchezza che la propria gioventù.

La programmazione di questa pellicola intende essere anche il giusto omaggio reso alla figura di un grande regista come Rouch a dieci anni dalla sua scomparsa.

Segnalo che la serata è a inviti, ma aperta (per chi è interessato, l’INVITO, potrà infatti essere ritirato fino a esaurimento dei posti, a partire da lunedì 20 Ottobre presso la cassa del Cinema Odeon di Piazza Strozzi o direttamente presso gli uffici della Mediateca Regionale FST - Via San Gallo 25, che osserva il seguente orario d’apertura: 10.00 – 13.00 / 14.30 – 17,00).

 

30 ottobre – 2 novembre: “FRANCE ODEON” - Festival del cinema francese contemporaneo.

 

Come sappiamo già, questa rassegna è dedicata al cinema francese contemporaneo di qualità.

Quest’anno, la sua programmazione proporrà un focus dedicato all’opera del grande Maestro Alain Resnais scomparso a marzo, una retrospettiva che comprenderà anche il suo ultimo lavoro, Aimer, boire et charter , commedia ispirata alla pièce del drammaturgo inglese Alan Ayckbourn e presentata (e premiata) a Berlino appena tre settimane prima della sua morte. A proporla al pubblico fiorentino, insieme al produttore Jean-Louis Livi, saranno proprio le due interpreti principali della pellicola, Caroline Silhol e Sabine Azéma (anche compagna del regista, già a Firenze due anni fa per accompagnare nell’ambito della stessa rassegna, la precedente, splendida opera di Resnais: Vous n’avez encore vu rien rimasta purtroppo – colpevolmente - ancora inedita qui in Italia.

Da segnalare inoltre l’incontro con il critico Jean-Luc Doiun e quello con Marc Fitoussi, un regista della nuova generazione molto legato all’Italia, del quale avremo modo di apprezzare in anteprima La ritournelleche vede Isabelle Huppert vestire i panni della moglie di un allevatore della Normandia interpretato da Jean-Pierre Darroussin.

Ci saranno inoltre, collateralmente alla presentazione dei film in sala, due importanti mostre, la primadella fotografa Kate Barry; la seconda del pittore Gilbert Erouart.

 

3 – 5 novembre: FESTIVAL DEL FILM ETNOMUSICALE – “IMMAGINI E SUONI DAL MONDO”

 

Il festival presenterà in prima visione italiana il film di fiction “Amalia” di Carlos Coelho da Silva, biopic sulla più grande cantante di fado di tutti i tempi: Amalia Rodrigues, e il documentario sul padre dell’afro-beat  Fela Kuti Finding “Fela!” firmato da Alex Gibney.

In cartellone anche altri importanti documentari etnomusicali in “prima visione” come “Song from the Forest” di Michael Obert sulla straordinaria vicenda dell’etnomusicologo Luois Sarno tra i Pigmei della foresta centrafricana, “Sweet Dreams” di Lisa e Rob Fruchtman sulla storia di un gruppo di donne ruandesi percussioniste ed imprenditrici, e “Woodstock in Timbuctu” di Desiree von Throta, storia del festival musicale che si tiene annualmente tra le dune del deserto del Sahara.

Assolutamente da non perdere la proiezione di Griot” di Volker Goetze ritratto del griot (cantastorie) e virtuoso di kora, Ablaye Sissoko, a cui seguirà la performance dal vivo del musicista-poeta.

 

6 – 11 novembre: “FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA & DONNE”

 

Questa edizione del festival (“L’origine del mondo” è il tema scelto per accompagnarne le proiezioni) si articola in sei serate d’onore per altrettante cinematografie nazionali, con focus di approfondimento delle corrispondenti sezioni tematiche.

Grande attesa per la presenza a Firenze di Micheline Lanctôt, Leone d’Argento a Venezia nel 1984 per il film Sonatine, regista di punta del cinema canadese e del cinema al femminile a livello internazionale della quale vedremo una retroattiva che recupererà le sue opere più importanti (sezione Personale Micheline Lanctôt: l’energia pensante del Nord e l’eccentricità culturale del Québec), e per quella altrettanto importante di Lorenza Mazzetti, regista e scrittrice (Il cielo cade e il recente Diario Londinese), unica donna del Free Cinema Inglese anni ’60, firmataria del suo manifesto programmatico insieme a Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson e autrice di due sole pellicole ma di culto: l’invisibile K” (da La metamorfosi di Kafka) e il pluripremiato (a Cannes) “Together” che io mi auguro vivamente possa essere “recuperato” e riproiettano in sala in questa importante occasione (sezionePioniere e star: Omaggio a Lorenza Mazzetti)[1].

La sezione L’eccezione svedese proporrà invece un focus sulle registe svedesi degli anni Settanta, paladine del cinema di insubordinazione.

Le altre sezioni saranno: Giovani talenti. Carta bianca a tre registe europee (dove si parlerà anche di Marguerite Duras)Una Casa Portuguesa a Firenze che si focalizzerà sulla nuova generazione delle registe portoghesi; Film locali per problemi globali (come filmare il pianeta e provare a salvarlo).

Completano il cartellone un focus su Madri (una genealogia diversa da quella paterna) e il seminario Memoria attiva: dall’Est molto di nuovo.

 

[1] Note in buona parte riprese dalla scheda di presentazione del suo Diario Londinese che Lorenza Mazzetti ha dedicato proprio a Lindasy Anderson (Oh Capitano! Mio Capitano! è la toccante dedica) che ripropone gli anni della sua giovanile esperienza inglese e il suo felice approdo al cinema : “Londra, metà anni Cinquanta. Una ragazza sola in una metropoli grande e complessa come Londra a fare i conti con la vita e soprattutto con se stessa, con l’orrore della guerra e del nazismo sulle sue spalle, ma con una voglia di sopravvivere davvero unica. Abbandonata in un locale dell’accademia universitaria, dove per la sua tenacia è riuscita ad essere ammessa, Lorenza ruba l’attrezzatura per girare un film. Comincia così il movimento del Free Cinema inglese, una delle «onde nuove» più trascinanti della cultura europea in generale e che ha segnato, con le sue storie di periferie malinconiche e giovani qualunque, il cinema contemporaneo, Ken Loach compreso.
La ragazza era Lorenza Mazzetti e in Diario londinese racconta tutto quello che successe intorno alla preparazione del suo film Together, il primo effettivo (e riconosciuto) documento del Free Cinema. Racconta dei giorni e delle persone che, assieme a lei, diedero vita a quel movimento. E i personaggi sono prima di tutto il terzetto di futuri grandi registi Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson che, con Lorenza, del Free Cinema firmarono anche il manifesto.
«Volevo fuggire dalla Toscana, da Firenze e da questa casa bellissima, con le finestre sull’Arno che guardano San Miniato»: comincia cosi questo diario e conosciamo già le ragioni di questa fuga. Sappiamo infatti che dietro le sue spalle stava una truce tragedia, quella dello zio Robert Einstein e della famiglia di lui che l’aveva adottata: erano stati tutti sterminati dai nazisti nel 1944, di fatto dinnanzi agli occhi di lei bambina e della sorella, forse per vendetta contro l’altro Einstein, il grande Albert, perchè questa storia Lorenza Mazzetti ce l’ha già raccontata in un breve capolavoro, Il cielo cade, ma il ricordo ritorna per lampi anche in questo diario come se fossero sogni che parlano di un dolore che non si quieta, perché questo suo nuovo libro è percorso al contrario da una fervida energia creatrice fatta di progetti, di speranze e di voglia di sorprendersi.
In linea con l’ardore di autenticità della nuova espressività raggiunta, la prosa di queste pagine - complice il passare del tempo che ha indubbiamente reso meno feroce quel ricordo – è diventata essenziale, priva di orpelli e senza troppi aggettivi, perfetta per un racconto verità che staglia immagini, non narra eventi, e consegna al lettore il ritmo di un meraviglioso momento dell’intelligenza e della vita sullo sfondo di una metropoli che non ha sonno.

Le sue note biografiche ci ricordano inoltre che Lorenza Mazzetti, nata a Roma, ha poi vissuto l’infanzia in Toscana , nella villa della famiglia della zia paterna, sposata a Robert Einstein, cugino di Albert, che ha scritto Il cielo cade (Premio Viareggio del 1962, ripubblicato da Sellerio nel 1992, da cui nel 2000 è stato tratto il film dallo stesso titolo diretto dai fratelli Frazzi) che narra di quell’infanzia. Ci dicono ancora che è stata regista cinematografica di due sole pellicole (K e Together) e che ha fondato con Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson il «Free Cinema Movement», esperienza narrata in questo diario. Personalmente posso aggiungere che nel presente, cambiando nuovamente pelle, dirige invece a Roma il Puppet Theatre.

 

12 – 16 novembre: FILM FESTIVAL “LO SCHERMO DELL’ARTE”

 

Il focus de Lo schermo dell’arte Film Festival diretto da Silvia Lucchesi e unico festival italiano incentrato sui rapporti tra arte contemporanea e cinema, sarà invece dedicato alla filmmaker tedesca Hito Steyerl, una delle figure più significative del panorama artistico internazionale.

(e che affronta il tema dell’utilizzo dei media e della Rete nell’era della globalizzazione).

Quest’anno, affronta il tema dell’utilizzo dei media e della Rete nell’era della globalizzazione.,Al suo interno, la sezione Visio. European Workshop on Artists’ Moving Images che coinvolgerà 12 artisti under 35 selezionati in partnership con le maggiori Università ed Accademie europee.

Tra gli ospiti della manifestazione, Heinz-Peter Schwerfel, il regista Alain Fleischer (che presiederà l’anteprima italiana del suo “Naissance d’un musée, sulla nascita, nel 2012, del nuovo Louvre-Lens nella regione del Pas-de-Calais), e l’artista Philip Warnell con Ming of Harlem, vincitore del premio Georges de Beauregard al Fid Marseille 2014, straordinario racconto della convivenza di un uomo con una tigre al ventunesimo piano di un palazzo di Harlem.

Infine, gli artisti portoghesi Mariana Caló e Francisco Queimadela, nello spazio a loro dedicato, saranno insigniti del  Premio Lo Schermo dell’Arte 2013.

 

17 – 20 novembre: “BALKAN FLORENCE EXPRESS”

 

Questa piccola rassegna (ma già molto apprezzata nelle sue due precedenti edizioni) porterà in visione a Firenze 30 titoli di film provenienti dai Balcani Occidentali: Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Kosovo, Macedonia e Albania e la presenza in sala della regista de Il segreto di Esma, Orso d’oro a Berlino 2006, Jasmila Zbanic (indiscussa star del cinema dei Balcani).

Vero e proprio fiore all’occhiello, la proiezione de I ponti di Sarajevo, film collettivo firmato tra gli altri da Jean-Luc Godard e Leonardo di Costanzo, presentato all’ultimo festival di Cannes.

Il Balkan Florence Expresss coglierà anche l’occasione per inaugurare una duratura collaborazione con il Rolling Film Festival di Pristina finalizzata a raccogliere e raccontare le storie dei Rom “oltre gli stereotipi”.

 

21 – 17 novembre : “FLORENCE QUEER FESTIVAL”

 

Le tematiche LGBT saranno invece come sempre al centro del Florence Queer Festival.

La rassegna (diretta da Bruno Casini e Roberta Vannucci ) presenterà quest’anno una importante retrospettiva sul regista Israeliano Eytan Fox (che sarà uno degli ospiti di prestigio del Festival).

Ricordo che Fox è l’acclamato autore di Yossi & Jagger, racconto della “scandalosa” relazione tra un ufficiale dell’esercito israeliano e un suo subalterno, e del successivo, altrettanto intenso e problematico Camminando sull’acqua che, sulla base di una forte e complessa struttura narrativa (l’intrigante sceneggiatura è di Gal Uchovsky, esponente di “prima linea” del movimento per i diritti degli omosessuali in Israele ), mette a fuoco molte sollecitazioni riflessive che vanno addirittura al di là di quelle strettamente legate al problema dell’omosessualità, come l’arroccamento degli israeliani nel loro tragico passato, la rimozione del nazismo da parte dei tedeschi anziani o l’ignoranza dei più giovani, il bisogno del dialogo e della conoscenza del “nemico” (o del diverso) indispensabile per superare le differenze, e soprattutto la più che doverosa necessità di imparare a confrontarsi a viso aperto col presente senza rimanere fatalmente e irrimediabilmente schiavi del proprio passato.

Manca ancora il dettaglio completo della retrospettiva, ma sappiamo per certo che oltre a comprendere questi due titoli, si spingerà fino all’ultima opera girata dal regista che sarà qui presentata in anteprima fiorentina (parlo ovviamente di Cupcakes

locandina

Cupcakes (2013): locandina

pellicola intorno alla quale c’è davvero molta attesa e qualche piccola perplessità, - per lo meno da parte mia - poiché sappiamo che si modifica e si alleggerisce notevolmente la modalità di un racconto che qui si fa divertente e “solare” (come qualcuno ha scritto) che riporta alla mente la gaiezza leggera del primo Almodovar (ma anche quella molto più sfilacciata e sterile del suo ultimo Gli amanti passeggeri).

La ciliegina sulla torta accanto a questo imprescindibile appuntamento, sarà comunque la proiezione dell’ultima fatica cinematografica di Bruce LaBruce: Pierrot Lunaire un film che per la sua importanza anche “strategica”, merita sicuramente qualche parola in più:

Susanne Sachsse, Paulina Bachmann

Pierrot Lunaire (2014): Susanne Sachsse, Paulina Bachmann

Nel 2011 il direttore d'orchestra Premil Petrovic chiese a Bruce LaBruce di dirigere una versione teatrale di Pierrot Lunaire di Arnold Schönberg con l'attrice Susanne Sachsse quale cantante e interprete del ruolo del titolo. Il lavoro svolto dal regista in tale circostanza, ha messo chiaramente in luce la sua profonda conoscenza non solo di Schönberg e della sua musica, ma anche del cabaret. Adeguatamente supportato da scenari quasi horror e attraversato da un umorismo ironico-satirico capace di stemperare un poco i toni cupi della tragedia, LaBruce (qui davvero in stato di grazia) ha così potuto realizzare un magnifico, indimenticabile spettacolo proiettato in una suggestiva dimensione onirica capace di far vibrare le malinconiche note soffuse di nostalgia decadente, senso di colpa, rapimento e paura della partitura. Quella rappresentazione particolarmente ispirata, è stata la “radice” da cui nel 2013 ha preso forma in LaBruce l’idea di trasferire per le strade di Berlino un nuovo Pierrot Lunaire trasformato per il cinema in una storia dark, ancora e sempre piena di abbandono, amore e trasgressione. Il film che ne è venuto fuori, ha ancora come colonna sonora l'interpretazione che Petrovic ha dato del melodramma musicale di Schönberg, compreso il suggestivo canto della Sachsse, alla quel resta affidato il ruolo del protagonista, straordinario elemento di continuità rispetto alla formidabile esperienza fatta sulle assi del palcoscenico.

Basato su di una storia vera, il Pierrot Lunaire cinematografico di LaBruce diventa di conseguenza una versione queercore estrema e radicale della stessa matrice, e si trasforma in un’opera che, al di là della bellezza delle immagini, fornisce anche uno dei contributi più innovativi e sorprendenti alla “esplicitazione visiva” della musica atonale della composizione schoemberghiana: "Mentre ascoltavo la musica di Arnold Schönberg – ha dichiarato il regista - ho cercato di associarvi un concetto che, da un lato si accoppiasse bene con l'umore della musica atonale, e dall'altro lato, potesse essere combinato con le poesie di Albert Giraud in un contesto più contemporaneo. Dalla giungla dei pensieri del mio inconscio è risalita una storia che dovrebbe essere accaduta alcuni decenni fa a Toronto, e che è tanto strana quanto universale (…): una giovane ragazza, che si veste regolarmente da ragazzo, si innamora e seduce un'altra ragazza, che non ha la minima idea che il suo amante abbia il suo stesso sesso. Quando la ragazza presenta "il suo fidanzato" a suo padre, questi diventa sospettoso e smaschera la frode e non permette loro di rivedersi mai più. Furioso e delirante il "ragazzo" progetta un piano avventuroso per dimostrare la sua "mascolinità" al padre della sua amante”.

Il film ha vinto il Premio della Giuria al Teddy Award 2014 con la seguente motivazione: "(…) Fondendo la teatralità con un linguaggio cinematografico tagliente e coniugando il tutto con la straordinaria prestazione di Susanne Sachsse e un sofisticato uso della musica, Bruce LaBruce ricombina questi elementi in maniera eccellente rinnovando l'avanguardia classica fornendo così un ulteriore, significativo tassello di un lavoro complessivo e in progress, che procede ancora e sempre nell'esplorazione della nozione di 'Queer' in tutti i suoi significati".

 

Come si può ben comprendere, basterebbe semplicemente quest’opera per confermare l’importanza di una rassegna che proporrà complessivamente oltre 30 titoli per una buona parte “novità” assoluta per Firenze (compresi quelli del concorso ufficiale fra i quali il pubblico dovrà scegliere la migliore pellicola della rassegna).

Vengono confermati anche i concorsi per i corti Videoqueer e per il progetto Se hai testa fai il test (legato alle tematiche ormai troppo poco dibattute della sieropositività).

Tra le novità invece, un focus sui diritti umani, in collaborazione con il Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights Europe (film e documentari che indagano sul diritto all’uguaglianza e alla dignità delle persone LGBT, vera e propria sfida del nostro tempo).

Le notizie “certe”si fermano qui, ma attendibili anticipazioni fornitemi dalla stessa organizzazione, mi permettono di indicare come “sicura” anche la presenza dell’ultima opera del regista cubano Enrique Pineda Barnet, un nome che conferma in pieno la vitalità del cinema a tematica LGBT nell’isola di Cuba nonostante le difficili condizioni di permissività di quel regime, che rendono molto rischiose “avventure” di questo genere. Di Pineda Barnet, qui a Firenze abbiamo già potuto apprezzare appena due anni fa le ardite qualità di “rottura” anche provocatoria sospese fra Genet e Fassbinder (quello di Querelle) di un’opera tragicamente avvolgente come Vede verde (//www.filmtv.it/film/51675/verde-verde/recensioni/657355/#rfr:film-51675).

locandina

Verde verde (2012): locandina

 

28 novembre – 5 dicembre : FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DOCUMENTARIO “FESTIVAL DEI POPOLI”(che avrà al suo interno lo spazio “INDUSTRY DOC AT WORK”)

 

Dopo l’anticipazione di ottobre nella serata di apertura dei 50 giorni, il Festival dei Popoli propone un’inedita retrospettiva interamente dedicata al pluripremiato regista olandese Jos de Putter, cantore di storie raccolte in ogni angolo del pianeta: dalle “stelline” del calcio che tentano di emergere dalla miseria delle favelas brasiliane, agli adolescenti di tutto il mondo che si affrontato nel Campionato Mondiale di videogiochi di Seul; dalle memorie dei sopravvissuti di Nagasaki alla squadra di baseball di Brooklyn che non ha mai vinto il campionato (un regista che sceglie storie reali per trasformarle in appassionanti racconti di portata universale, come è stato definito nel suo paese d’origine).

Tra i titoli selezionati, anche l’emozionante See no Evil, docu-favola sulla storia di tre scimmie che vivono insieme agli umani.

 

6 – 12 dicembre: FLORENCE INDIAN FESTIVAL “RIVER TO RIVER”

 

Del River to River Florence Indian Film Festival saranno protagonisti i giovani e il loro rapporto con internet come strumento di autoaffermazione nel mondo.

L’appassionata direzione di Selvaggia Velo, ci garantirà sicuramente anche per quest’anno (la selezione è in corso) la consueta carrellata di film (sul fascino, le contraddizioni e le sfide dell’India di oggi) e di ospiti internazionali di assoluto prestigio, di Bollywood e dintorni, arricchita peraltro da una nuova sezione, già allettante (e tutta da scoprire) fin dal suo titolo: On Line Stories, che è davvero tutto un programma.

 

13 – 14 dicembre : RASSEGNA DI CINEMA FINLANDESE “UNA FINESTRA SUL NORD”

 

Una Finestra Sul Nord, con un’attenzione tutta speciale ai bambini,  presenterà una selezione che proporrà “il meglio” delle pellicole finlandesi destinate a tutta la famiglia (selezione ancora in corso).

 

14 dicembre (sera): “PREMIO N.I.C.E”

 

Sarà come di consueto il Premio N.I.C.E. città di Firenze a chiudere il 14 dicembre la “50 Giorni”, con una serata di gala a inviti durante la quale a salire sul palco del cinema Odeon sarà il regista e il cast del film più votato dal pubblico della più recente edizione del Festival N.I.C.E. di New York e San Francisco.

 

Per chi ha voglia di saperne di più e di tenersi aggiornato, questi sono i link da digitare:

 

http://www.quellidellacompagnia.it/portfolio-view/annunciate-le-date-della-50-giorni-2014

 

http://www.50giornidicinema.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati